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L'ARGOMENTO DI OGGI

Aderite all"

ORDINE LAICO dei " CAVALIERI del FIGLIO dell'UOMO" per VIVERE il VANGELO, Diventate CAVALIERI del FIGLIO dell'UOMO vivendo la Vostra VITA in FAMIGLIA e sul LAVORO secondo VIA, VERITA' VITA

dai GIORNALI di

oggi

L'ALITALIA

deve essere

SALVATA per l'interesse degli ITALIANI

2009 dal 5 al 12 Aprile

8a SETTIMANA MONDIALE della Diffusione in Rete Internet nel MONDO de

" i Quattro VANGELI " della CHIESA CATTOLICA , Matteo, Marco, Luca, Giovanni, testi a lettura affiancata scarica i file cliccando sopra

Italiano-Latino Italiano-Inglese

A leggere il Bilancio Alitalia del 2007 risulta un disavanzo fra entrate e spese di 310.381.000,00

Euro, mentre nel 2006 era stato di 466.522.000,00 Euro, quindi con una riduzione di deficit di 1/3 e cioè di 156.141..000,00 Euro. Il disavanzo 2007 è pari al 6,40% dei ricavi, ovvero il 6,02% delle spese

(Tabella 1).

TABELLA 1 - SINTESI BILANCIO ALITALIA - CONFRONTO ANNI 2006-2007

TOTALE RICAVI migliaia di Euro

DETTAGLIO RICAVI migliaia di Euro

Anno-%

2006

%

2007

%

Anno-%

2006

%

2007

%

Ricavi da Traffico

4354148

89,83

Ricavi dal traffico

4373305

4847075

Ricavi Passeggeri

3725565

78,86

0,00

Ricavi Merci

510627

10,81

0,00

Ricavi Posta

12824

0,27

0,00

Ricavi Altri

124289

2,63

492927

10,17

TOTALE

4373305

92,57

4847075

100,00

Altri Ricavi Operativi

351048

Altri ricavi operativi

351048

7,43

0,00

TOTALE GENERALE RICAVI

4724353

100,00

4847075

100,00

Incremento Ricavi 2007/2006

122722

2,60

Totale Ricavi

4724353

4847075

Saldo Ricavi-Spese

-466522

-310381

Differenza saldo 2006-2007 =

156141

Saldo/ Ricavi

-9,87

%

-6,40

%

-3,47

%

 

Qualsiasi famiglia di 4 persone, gestita da una buona massaia, di fronte ad un bilancio familiare di

1500,00 Euro al mese fa i salti mortali per pareggiare le spese all'introito del salario, anche se in realtà avrebbe bisogno di un salario superiore di oltre il 50% se non il doppio.

Signori miei, di fronte allo sfascio dei dirigenti che hanno portato l'Alitalia al disastro economico (asseriamo per inciso che la stragrande maggioranza degli altri dirigenti sono invece molto professionali), sostituiamoli con delle buone massaie e risolveremo una volta per tutte il problema dell'Alitalia.

Ma è mai possibile che si debba dichiarare fallita una società con un disavanzo di appena il 6,40% dei ricavi, ovvero 6,02% delle spese?

Se valutiamo le spese del 2007 (Tabella 2) risulta che :

  • al 1° posto poi vengono quelle relative ai Servizi pari a 2.695.250.000,00 Euro, 52,26
  • al 2° % posto ci sono quelle relative ai costi del Carburante, pari a 1.090.325.000,00 Euro, 21,14%
  • al 3° posto successivamente quelle relative al personale pari a 852122.000,00 Euro, 16,52% .

TABELLA 2 - SINTESI BILANCIO ALITALIA - CONFRONTO ANNI 2006-2007

TOTALE SPESE migliaia di Euro x1000

DETTAGLIO CONSUMI migliaia di Euro x1000

Anno-%

2006

%

2007

%

Anno-%

2006

%

2007

%

Consumi

Totale Consumi

1065765

20,53

1090325

21,14

Carburante

1012691

19,51

0,00

Altri

53074

1,02

0,00

Dec.Spese Servizi(1)

-51242

-0,99

0,00

Totale

1065765

20,53

1090325

21,14

Spese Servizi Vendita

615265

11,85

0,00

Spese Traffico Scalo

970720

18,70

0,00

Spese Manut.. Flotta

453075

8,73

0,00

Spese Altre Prestazioni

403526

7,77

0,00

Noleggi, Loc. Fitti

341464

6,58

0,00

Totale Servizi

2784050

53,63

2695250

52,26

Costi Personale

739086

14,24

852122

16,52

Ammortam. e Svalutaz.

510142

9,83

387087

7,51

Altre Spese Operative

143074

2,76

132672

2,57

5190875

100,00

5157456

100,00

(!) Diversità fra dati Bilancio dati trovati ad aprile ed oggi

Decremento Spese 2006-2007

33419

0,64

Orbene sembra invece che il problema sia solo quello del costo del lavoro.

Basta invece una minima oculatezza nel controllo delle spese per conseguire un utile nel 2009 di 363.662.000,00 Euro ed un saldo attivo di 53281.000,00 Euro.

Infatti con una accorta politica di acquisto, gestione, risparmi, si possono conseguire i seguenti risparmi:
- Carburante, con il 5% di risparmio su 1.090.325.000,00 Euro, si risparmierebbero 54.516.000,00 Euro

(Tabella 3)

TABELLA 3 - RIDUZIONE DI SPESA

CARBURANTE E SERVIZI

RISPARMIO CARBURANTE

Euro x1000

RISPARMIO SERVIZI

Euro x1000

Costo Carburante

Risparmio Carburante

Risparmio %

Costo Servizi

Risparmio Servizi

Risparmio %

1090325

54516

5

2784050

139203

5

- Servizi, con il 5% di risparmio su 2.695.250.000,00 Euro, si risparmierebbero 139.203.000,00 Euro

(Tabella 3A)

TABELLA 3A RIDUZIONE SPESE SERVIZI

%

x1000

Totale Servizi

2784050

5,00

139203

- Personale, con un risparmio dal 10 al 20% di su 852.121.000,74 Euro, si risparmierebbero

169.943,450,00 Euro (Tabella 4)

TABELLA 4 - RIDUZIONE DI SPESA PERSONALE Euro x1000

%

PERSONALE

STIMATO PARAMETRATO

RIDUZIONE

Costi Personale

852.122,00

16,52

UNITARIO

TOTALE

%

x1000

PILOTI

2178,00

144,28

314239,01

0,2

62847,80

ASSISTENTI

4818,00

72,14

347567,39

0,2

69513,48

DIRIGENTI

107,00

180,35

19297,28

0,2

3859,46

QUADRI+IMPIEGATI

3840,00

43,28

166209,06

0,2

33241,81

OPERAI

229,00

21,00

4809,00

0,1

480,90

Altri stimati

0,00

21,00

0,00

0,1

0,00

TOTALE

11172,00

852121,74

169943,45

 

 

Per un totale di risparmio complessivo pari a 363.662.000,00 Euro (Tabella 5)

TABELLA 5

TOTALE RISPARMI

Personale

169943

Carburante

54516

Servizi

139203

TOTALE RISPARMI

363662

e quindi un saldo attivo pari a 53.281.000,00 Euro (Tabella 6)

TABELLA 6 - Surplus rispetto al 2007

Deficit 2007

-310381

Risparmi 2009

363662

Saldo Attivo

53281

NEL 2007 C'E' STATO UN INCREMENTO ANOMALO DEI COSTI DEL PERSONALE, PASSATI DA 739086.000,00 EURO DEL 2007 A 852.122.000,00 EURO DEL 2007, CON UN INCREMENTO DEL 15,29%

TABELLA 7 - CONFRONTO 2004-2007 - TOTALE SPESEmigliaia di Euro

Anno-%

2004

%

2005

%

2006

%

2007

%

Incremento 2006-2007

RICAVI

4298566

4796594

4724353

4847075

122722

2,60

Totale Consumi

762389

15,09

1044694

21,57

1065765

20,53

1090325

21,14

Dec.Spese Servizi(1)

0,00

0,00

-51242

-0,99

0,00

Spese Servizi Vendita

0,00

0,00

615265

11,85

0,00

Spese Traffico Scalo

0,00

0,00

970720

18,70

0,00

Spese Manut.. Flotta

0,00

0,00

453075

8,73

0,00

Spese Altre Prestazioni

0,00

403526

7,77

0,00

Noleggi, Loc. Fitti

0,00

0,00

341464

6,58

0,00

Totale Servizi

2296288

45,45

2408273

49,72

2784050

53,63

2695250

52,26

-88800

-3,19

Costi Personale

1409793

27,91

982368

20,28

739086

14,24

852122

16,52

113036

15,29

Ammortam. e Svalutaz.

306748

6,33

510142

9,83

387087

7,51

-123055

-24,12

Altre Spese Operative

205685

4,07

102004

2,11

143074

2,76

132672

2,57

-10402

-7,27

TOTALE SPESE

5051992

100,00

4844087

100,00

5190875

100,00

5157456

100,00

-33419

-0,64

DISAVANZO RICAVI-SPESE

-47493

-0,99

-466522

-9,87

-310381

-6,40

156141

-33,47

NOTA:

NEL 2007 C'E' STATO UN INCREMENTO ANOMALO DEI COSTI DEL PERSONALE, PASSATI

DA 739086.000,00 EURO DEL 2006 A 852.122.000,00 EURO DEL 2007, CON UN

INCREMENTO DEL 15,29% . QUAL'ORA NON CI FOSSERO STATI I MAGGIORI COSTI DEL PERSONALE IL DISAVANZO 2007 SAREBBE SCESO A 197.345.000,00 EURO, PARI AL 4,07% DEI RICAVI

Perché svendere o far fallire l'Alitalia ?

Di fronte a questo assurdo chiediamo ai lavoratori di costituire immediatamente una società

"Nuova ALITALIA Cooperativa per lo svipluppo" con capitale costituito :

  • Quota parte delle liquidazioni dei lavoratori Alitalia ed indotto come capitale sociale per costituire un capitale minimo pare a 3 mensilità
  • Una quota di capitale di tutte le leghe di Cooperative Bianche e Rosse
  • Quota di capitale da sottoscrizione volontaria del Popolo Italiano
  • Quota di capitale da sottoscrizione dei Sindacati
  • Quota di capitale da sottoscrizione di Regioni Interessate, città e Comuni Interessati
  • Quota di capitale da sottoscrizione di AGIP-ENI ( come fornitore privilegiato di carburante scontato del 5% rispetto al costo migliore contrattabile sul mercato
  • Quota ad Alenia od altre del settore Aeromobili

Comunque la gestione deve essere data a persone elette democraticamente dalle componenti del capitale a rappresentanza popolare (non dai partiti) in percentuale con le altre parti del capitale.

Se volete vedere il dettaglio generale delle tabelle cliccate qui sopra.

VIVA L'ALITALIA, VIVA L'ITALIA.

Per. Ind. Giacomo Dalessandro

studiotecnicodalessandro@virgilio.it

http://www.cristo-re.eu

http://www.vangeli.net

http://www.engineering-online.eu

http://www.dalessandromichele.it

http://www.mondoitalia.net

http://www.web-italia.eu

Leggete le lettere inviate a: LETTERA INVIATA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Lettera inviata a Presidente di Regioni, Sindacati, Lega Cooperative

Il Ns. Commento precedente

( più sotto trovate documenti Alitalia e le recensione dei Giornali ):

Se guardiamo i dati del bilancio a dicembre 2007 si nota che il costo del personale rappresenta il 16,52% delle spese. Come è possibile non vedere che è assurdo svendere l'Alitalia, quando basta un risparmio del 6,4% per azzerare il deficit?.

L'ALITALIA va salvata nell'interesse dell'ITALIA, ma alla nuova compagnia devono poter accedere le Regioni, le società Leader come SNAM-ENI, Alenia, i Sindacati, i Fondi Pensione dei Lavoratori.

Ci deve essere un dibattito pubblico con tutti i rappresentanti.

Al dibattito Pubblico devono partecipare tutti i rappresentanti e non è ammissibile che la CGIL sia esclusa dal dibattito di Porta a Porta.

I rappresentanti dei soci pubblici devono essere eletti democraticamente periodicamente dai cittadini.

Non è ammissibile che il soci che mettono il capitale più consistente ( i cittadini ) siano esclusi dal governo della società!

I soldi che si dovrebbero spendere per gli ammortizzatori sociali vanno spesi per rendere la Nuova ALITALIA competitiva con tutti i servizi indispensabili.

La professionalità del gruppo e dei lavoratori, in primis Piloti, Meccanici, va salvaguardata nell'interesse di tutti.

Per leggere quello che avevamo detto al Presidente del vecchio Governo Prodi clicca qui sopra

 

 

SINTESI DEL BILANCIO 2006

La Proposta AIR FRANCE,

la Lettera,

gli Allegati

I BILANCI dal Sito ALITALIA:

Posizione finanziaria netta 31 Luglio 2008

Gestione I Trim. 2008

Piano Industr. 2 Maggio 2008

 

I BILANCI dal Sito ALITALIA:

2008-07-31

2007 - 2006 - 2005 - 2004 - 2003 - 2002 - 2001 - 2000 -

LA FLOTTA ALITALIA E' COMPOSTA DA 173 AEREI. Vedi la composizione

STORIA

della

ALITALIA

La cordata CAI ha solo un capitale di 160000,00 Euro (nelle intenzioni di 800000000,00 entro fine 2008, a fronte di una dichiarazione di 1000000000,00 di capitale da investire.

E' una dimostrazione di poca fiducia, solo di facciata per rispondere ad un invito, serio del Presidente Berlusconi, con poca fiducia di successo e scarsa volontà di intraprendenza.

La controproposta presentata dai sindacati Cgil e gli autonomi (Anpac, Up, Anpav, Avia e Sdl) in rappresentanza di piloti e assistenti di terra e di volo non è stata minimamente presa in considerazione ed è stata fatta rottua da parte di CAI :

La controproposta. Tutta la notte fino alle sette del mattino negli uffici della Magliana. Poi una doccia e a mezzogiorno di nuovo negli uffici della Cgil trasporti a Roma in viale Morgagni. Le sei sigle, Cgil e gli autonomi (Anpac, Up, Anpav, Avia e Sdl) in rappresentanza di piloti e assistenti di terra e di volo, lavorano fino alle quattordici per trovare una risposta all'ultimatum di Colaninno ("Un sì o un no entro le 15 e 50"). Il verdetto non è nè un si nè un no. E' un foglio, una controproposta, una richiesta di trattativa che porta la firma dei sei segretari. Quattro i punti fondamentali. 1) "Massima disponibilità a trovare un accordo sui contratti di piloti, assistenti di volo e di terra certi di poter raggiungere gli obiettivi di produttività e flessibilità richiesta da Cai. 2) Sì alla revisione dei contratti "tale da consentire l'invarianza delle retribuzioni e un aumento della produttività". Sono già pronti conti e tabelle. 3) Il negoziato, "seppur in tempi brevissimi", deve però essere inserito e rispettare il quadro dei contratti nazionali relativi a ciascuna categoria. Nessuno pensi cioè di scardinare il sistema dei sindacati e delle associazioni di categoria che invece Cai non riconosce ("i piloti sono solo dipendenti come hostess e steward"). 4) Ok ai contratti collettivi di lavoro già applicati a Air France, Iberia e Lufthansa "decurtati per quello che serve" rispetto al previsto piano industriale. Si tratta di una disponibilità totale ma ad una trattativa vera e dove sindacati e dipendenti siano partecipi e condividano le scelte.

Ipotesi di accordo quadro precedente:

- Si di CISL, UIL UGL

- CGIL disponibile a trattare se tavolo allargato agli altri sindacati,

- No degli Autonomi,

SONDAGGIO del QUOTIDIANO REPUBBLIA alle h 10,14 del 21-09-2008

Sondaggio aperto alle 17:05 del 12.09.2008

Alitalia, di chi è la colpa?

La vicenda Alitalia è arrivata a un punto di gravissima crisi, quasi irreversibile. In queste ore, mentre i margini di soluzione positiva appaiono molto ridotti, è legittimo chiedersi di chi sono le maggiori responsabilità di quanto è accaduto. Secondo voi, di chi è la colpa?

Sondaggio Repubblica 19-09-2008 h12,03

Voti 317964

voti

%

 

Del governo in carica

Del governo precedente

Dei sindacati

Dei lavoratori (piloti, pers. di volo, pers. di terra) Dei precedenti amministratori della compagnia

Della cordata di imprenditori privati

Non so

169451

6703

60528

60528

58335

58335

2689

53

2

19

5

18

1

1

 

CORRIERE della SERA

per l'articolo completo vai al sito

http://www.corriere.it

2008-09-22

Alitalia sul mercato, l'asta va online

"Il piano entro giovedì o stop ai voli"

Il commissario straordinario Fantozzi: "Senza offerta chiederò l'autosospensione"

(Ansa)

(Ansa)

ROMA -Alitalia ha i giorni contati. Il commissario straordinario Augusto Fantozzi dovrà presentare all’Enac, entro giovedì 25, un piano "realistico" per il salvataggio della compagnia, altrimenti l’Ente potrà decidere la revoca della licenza provvisoria concessa. La scadenza è stata fissata dal presidente dell’Enac, Vito Riggio al termine di un incontro con Fantozzi. D'altra parte il commissario straordinario ha fatto presente che l'offerta presentata da Cai, come il termine per le manifestazioni d'interesse da parte di altri gruppi (■ leggi), scade il 30 settembre e se a tale data non ci sarà un'altra offerta realistica in tempi ragionevoli, il Commissario straordinario di Alitalia chiederà l'autosospensione della licenza di volo. "Io spero- ha spiegato Fantozzi- che l'Enac mi consentirà si arrivare a martedì 30 settembre e non mi indurrà quindi a chiedere l'autosospensione della licenza per volare, che sarebbe meno dannosa della revoca" disposta dall'Enac.

ASTA E STIPENDI - Lunedì intorno alle 10.30 sul sito di Alitalia Fantozzi ha pubblicato l'invito a presentare manifestazioni di interesse per l'acquisto di rami d'azienda della compagnia. Nella premessa, Fantozzi, specifica, riferendosi alla Cai, che "l'unica significativa offerta pervenuta, e sulla base della quale era stata avviata la trattativa, è stata revocata" e sottolinea di voler quindi "verificare la sussistenza di altri soggetti interessati che possano garantire la continuità nel medio periodo del servizio di trasporto, la rapidità dell'intervento e il rispetto dei requisiti previsti dalla legislazione". Il commissario straordinario a fatto sapere tra le altre cose che riuscirà a pagare gli stipendi dei dipendenti a settembre, spiegando di "avere altri strumenti che evitino i sacrifici del personale" riferendosi alla disponibilità, in particolare dei piloti, a decurtarsi lo stipendio.

FASSINO E BONAIUTI - "Fantozzi ha fatto oggi quello che andava fatto due mesi fa: all'inizio e non alla fine del percorso" ha detto Piero Fassino commentando la pubblicazione sul sito di Alitalia dell'invito a presentare entro il 30 settembre le manifestazioni di interesse per uno o più rami d'azienda. Secondo l'esponente del Pd "aver fatto saltare la trattativa con Air France è stato un atto colpevole ed irresponsabile". Ora Fassino invita il governo a "far di tutto per riaprire la trattativa tra i sindacati e la Cai. Il governo - puntualizza l'esponente del Pd - non deve ergersi a giudice per trovare il colpevole" del fallimento della trattativa, ma "riportare tutti al tavolo". "Perché si riapra la trattativa con la Cai - fa sapere d'altra parte il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti - serve che le sigle sindacali che non hanno firmato l'accordo lo facciano, se no non è facile riportare la controparte al tavolo". Bonaiuti sottolinea che "se non c'è senso di responsabilità è difficile risolvere il problema con l'asta, visto che non mi pare che ci siano le file di compratori di Alitalia nella condizione in cui siamo". Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi non ha dubbi: l’unica soluzione per Alitalia, resta la Cai essendo le compagnie straniere interessate solo a una quota minoranza. "Spero che nei prossimi giorni - ha affermato Sacconi - si ricostruisca il filo del dialogo tra l’unica soluzione che conosciamo, la Cai, e tutte le organizzazioni sindacali, nel rispetto di quelle organizzazioni che già hanno sottoscritto gli accordi. Voglio pensare che prevalga il senso di responsabilità".

"CGIL IRRESPONSABILE" - Nel frattempo la Cgil e il suo leader Gugliemo Epifani sono stati oggetto di un nuovo e duro attacco da parte del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "Il sindacato è irresponsabile, agisce per far saltare l’accordo senza pensare ai danni per il Paese" ha detto il presidente del Consiglio intervistato da Affaritaliani.it. "Sono degli irresponsabili. Non guardano al bene del Paese e ai guai sociali che potrebbero derivarne", ha replicato Berlusconi a chi gli chiedeva se fosse "più facile battere la Lazio o il leader della Cgil Epifani". "Stanno facendo di tutto - ha spiegato il Cavaliere - per far saltare l’accordo. Hanno perfino definito gli imprenditori della cordata Cai dei "banditi", con il risultato di scoraggiarli e demotivarli. Ora la loro ricetta produrrà disoccupazione e disastri. Ma loro vanno avanti... Che roba! Incredibile".

I PILOTI - I piloti intanto fanno sapere di voler partecipare all'acquisto di Alitalia. Il comandante Roberto Spinazzola, segretario generale dell'Unione Piloti, intervistato da Rtl 102.5, ha anticipato una delle iniziative che oggi l'Up annuncerà insieme ad Anpac, Fdl e Avia in una conferenza stampa. La più importante, afferma Spinazzola, è "la possibilità da parte dei dipendenti dell'Alitalia di partecipare all'acquisto e quindi al salvataggio dell'azienda. Non si tratterà di un azionariato dei lavoratori, ma di una partecipazione diretta". Alla domanda su come possa reagire la Cai, Spinazzola ha risposto: "È un'iniziativa aperta a tutti e senza pregiudiziali nei confronti di nessuno, tanto meno l'ingegner Colaninno e la sua cordata".

LA "MARCIA" A FIUMICINO - "I piloti vogliono lavorare, Berti e Notaro andate a firmare". È uno degli slogan scanditi da piloti e personale Cisl, Uil e Ugl Alitalia aderente al "Fronte del sì", che hanno organizzato dalle 10,30 di lunedì a Fiumicino un presidio, composto attualmente da una ottantina di persone, all'ingresso del varco equipaggi. Nutrito il dispiegamento di forze dell'ordine, tra polizia e carabinieri, che separa il presidio del "Si" da quello, proprio dinanzi all'ingresso del centro equipaggi, dove sono radunati una cinquantina di lavoratori e rappresentanti sindacali contrari all'accordo con la Cai. In pochi minuti, quindi, a partire da metà mattinata, si sono materializzate e manifestate le due anime della base dei lavoratori Alitalia, ormai palesemente contrapposte sulle modalità di come proseguire la vertenza. Dal fronte del "no" scanditi slogan del tipo "via, via", e "vergogna" rivolti a lavoratori di pensiero opposto. Dai rappresentanti sindacali Sdl è arrivato a più riprese comunque l'invito ad un "confronto sereno, che non dia l'alibi di una spaccatura contro l'interesse dei lavoratori, continuando a garantire la massima regolarità operativa".

22 settembre 2008

Alitalia si mette sul mercato

Il commissario Fantozzi: sul sito web della Compagnia e sui giornali la richiesta di "manifestazioni d'interesse"

ROMA - Un annuncio da pubblicare lunedì sul proprio sito web per aprire trovare manifestazioni d'interesse per l'acquisto di Alitalia da rendere note entro il 30 settembre.

Il commissario straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi (LaPresse)

Il commissario straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi (LaPresse)

Annuncio che sarà replicato poi su 3 quotidiani italiani e uno internazionale martedì prossimo. Lo anticipa il quotidiano "Il Messaggero", citando il commissario della compagnia aerea Augusto Fantozzi, secondo il quale, dopo il ritiro della Cai, nessuno ha finora presentato offerte per rilevare le attività principali di Alitalia.

ANNUNCIO PUBBLICO - Secondo il Messaggero, che pubblica un colloquio con Fantozzi, per l'acquisto delle attività di volo di Alitalia "al momento non è pervenuta assolutamente... alcuna offerta". Alla domanda se davvero nessuna compagnia aerea straniera è interessata a rilevare Alitalia, il commissario ha risposto con un secco "Proprio no... Nessuno si fa avanti. Del resto le offerte si fanno per iscritto e io non ho ricevuto nulla". Di qui la decisione di pubblicare lunedì sul sito web di Alitalia e martedì sulle pagine dei giornali l'annuncio dell'asta pubblica, scrive il quotidiano, per ufficializzare, dice Fantozzi "quello che sto facendo da tempo. L'asta - scrive il giornale - serve per mettere il timbro della trasparenza nelle procedure di vendita e dimostrare alla Ue che le modalità non sono discriminatorie verso nessuno".

ENAC - Lunedì, intanto Fantozzi ha in programma un incontro con i vertici dell'Enac: il presidente Vito Riggio vuole valutare se la scarsa liquidità del vettore possa portare al ritiro della licenza. Sempre lunedì, Fantozzi incontrerà i vertici degli enti locali di Roma e del Lazio. Alla Magliana incontrerà il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, quello della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno e quello di Fiumicino, Mario Canapini.

PRESSING SUI SINDACATI - Nel frattempo, continua il pressing sui sindacati che non hanno accettato l'accordo con la Cai la scorsa settimana, nella speranza che la Compagnia Aerea Italiana di Roberto Colaninno accetti di tornare al tavolo, dopo il ritiro dell'offerta. E se sabato il segretario della Cgil Gugliemo Epifani, il cui sindacato è tra quelli che hanno bocciato l'accordo Cai, ha proposto di cercare un partner straniero, indicando la compagnia aerea tedesca Lufthansa , oggi esponenti di primo piano del Pd - sostengono con diversi accenti la proposta della cordata italiana. "Cai e sindacati devono recuperare i fili del confronto. Se poi nel frattempo emergesse una partnership internazionale aiuterebbe a chiudere l'accordo con assai maggiore serenità", ha detto in una intervista al "Sole 24 Ore" pubblicata oggi l'ex ministro degli Esteri Massimo D'Alema. D'Alema ha definito anche "gesti di grande responsabilità" la decisione della Filt-Cgil di ritirare una proposta alternativa a quella Cai e la telefonata fatta a Colaninno da Epifani per cercare di riaprire il confronto. E l'esponente del Pd ha espresso anche fiducia nel presidente della Cai. Enrico Letta, ministro ombra del Welfare del principale partito di opposizione, dice sulla "Stampa": "Spero che il sindacato sia pentito di avere detto no (all'accordo con Air France): dovrebbe saper spiegare alla base che oggi come allora il compromesso è necessario".

MATTEOLI - Intanto, dopo che sabato il premier Silvio Berlusconi ha avvertito che non ci sono alternative all'offerta Cai e che Alitalia rischia il fallimento in breve tempo, in un'intervista apparsa sul "Sole 24 Ore" il ministro dei Trasporti Altiero Matteoli ha annunciato che, in mancanza dell'adesione di tutti i sindacati all'accordo con Cai, "fra qualche giorno metteremo gli aerei di Alitalia a terra, come vuole la legge". E se l'Enac aveva annunciato venerdì che Alitalia aveva davanti a sé al massimo 10 giorni, Matteoli spiega che "non c'è tutto questo tempo, in realtà, la decisione va presa prima".

SCHIFANI - Un invito a trovare un accordo arriva invece dal presidente del Senato Renato Schifani che si appella "ad un forte senso di responsabilità perchè si sblocchi la vicenda Alitalia". La seconda carica dello Stato parlando a margine della tre giorni di Forza Italia a Cortina d'Ampezzo ha detto di essere "preoccupatissimo perchè ormai le lancette si stanno fermando". Schifani comunque auspica che "prevalga, in queste ore, un forte senso di responsabilità nell'interesse di tutti, nell'interesse degli utenti e dei lavoratori. Ma - ha aggiunto - ritengo che ormai il tempo cominci ad essere tiranno". Il presidente del Senato ha inoltre sottolineato di non voler pensare ad un'Italia senza Alitalia: "Ritengo anche che si potrebbe essere vicinissimi attraverso una grande assunzione di responsabilità lo sblocco di questa vicenda, mantenendo l'italianità".

FANTOZZI - Lunedì, intanto il commissario straordinario Augusto Fantozzi ha in programma un incontro con i vertici dell'Enac: il presidente Vito Riggio vuole valutare se la scarsa liquidità del vettore possa portare al ritiro della licenza. Sempre lunedì, Fantozzi incontrerà i vertici degli enti locali di Roma e del Lazio. Alla Magliana incontrerà il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, quello della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno e quello di Fiumicino, Mario Canapini.

21 settembre 2008(ultima modifica: 22 settembre 2008)

 

2008-09-21

il premier: "su alitalia non c'e' alcuna altra offerta oltre quella della cordata italiana "

"Ci volevano trattare peggio delle colf"

Berlusconi: "Nessuna alternativa a Cai"

I piloti : "Il contratto Cai ha contenuti peggiorativi rispetto a quello delle collaboratrici domestiche"

MILANO - Non si placa la tempesta politico-mediatica sul caso Alitalia. Dopo che le organizzazioni di hostess e steward avevano fatto sapere di essere di essere pronte a fare un passo in avanti e dopo che il segretario della Cgil Guglielmo Epifani in un'intervista a "La Repubblica" propone l'apertura di una trattativa con Lufthansa, i piloti ribadiscono il loro no alle condizioni proposte loro da Cai (la sigla sta per Compagnia aerea italiana).

I PILOTI - Il contratto proposto dalla Cai ai piloti di Alitalia e condiviso da FitCisl, Uiltrasporti e UglTrasporti, in alcune parti "ha contenuti peggiorativi rispetto a quello recentemente rinnovato dalle collaboratrici domestiche, categoria per cui nutriamo il massimo rispetto e considerazione". Lo afferma l'Anpac in una nota.

Il premier Silvio Berlusconi (Ansa)

Il premier Silvio Berlusconi (Ansa)

L'associazione dei piloti fa poi riferimento al sondaggio pubblicato dal Corriere della Sera, da cui emerge che il 77% degli italiani "ritiene che i contratti di piloti e assistenti di volo andrebbero uniformati a quelli in vigore nelle altre compagnie europee". E, a questo proposito, la nota ricorda che "Anpac e Unione Piloti, nel corso della trattativa con la Cai, hanno più volte proposto questa soluzione ed hanno inoltre aggiunto di essere pronti ad una decurtazione della relativa parte economica fino al 30%".

BERLUSCONI - La posizione dei piloti riacutizza anche la polemica politica sulla vicenda. Su cui interviene di nuovo il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "Non ci sono soluzioni alternative a Cai. Chi festeggia per il fallimento della trattativa non si rende conto della situazione. Non c'è alcuna altra offerta oltre a quella della cordata italiana" ha dichiarato il premier. "Le immagini dei festeggiamenti da parte di alcuni dipendenti Alitalia, dopo il ritiro dell'offerta della Cai, credo che non siano piaciute in generale perchè sono persone che non si rendono conto della situazione di Alitalia, soprattutto dopo lo sforzo di alcuni imprenditori di investire e accollarsi un compito non facile. Vedere che chi doveva essere beneficiato invece era felice, sicuramente non è stato un bel vedere" ha detto ancora il premier in un'intervista rilasciata a "Studio Aperto" su Italia 1. "Il senso di responsabilità di alcuni di quelli che hanno fatto l'offerta non è diminuito - ha aggiunto il premier - ma credo che la situazione sia molto negativa. Piloti e assistenti si renderanno conto che non c'è altra soluzione alternativa". Secondo il premier, inoltre, "anche in questa occasione si è verificato quanto successo con Air France, quando Spinetta trattò per circa 13 giorni e poi ricevette una lettere dai sindacti che volevano un altro accordo. Si chiedono cose che nessuna compagnia può accettare, come la categoria dei piloti che si possa gestire da sola. Non è accettabile". Berlusconi ha concluso affermando: "Non credo ci sia nesuna possibilità che si presentino altri soggetti, credo che ci sia una seria possibilità di fallimento per la compagnia ma gli italiani sono buoni giudici nel capire da che parte sono le colpe".

ENRICO LETTA - "Le colpe di Berlusconi sono sotto gli occhi di tutti", ma con tempi "così stretti l'unica soluzione concreta rimane quella di Cai". Enrico Letta, ministro ombra del welfare, dal forum dei giovani imprenditori di Confcommercio, torna a puntare il dito sulle responsabilità del presidente del Consiglio in merito alla vicenda Alitalia, ma è convinto che ognuno debba fare "un passetto": "non ci siano dei diktat e non si pretenda un inginocchiamento sui ceci. Tutti devono firmare l'accordo, anche la Cgil". "Berlusconi - ha proseguito - critica gli stessi piloti e la Cgil che aveva lodato, ad aprile, quando fecero saltare l'accordo con Air France. Se esistesse la macchina del tempo, metterebbe un cero alla Madonna per tornare a quel 30 marzo e firmare con Air France".

ROTONDI - Per arrivare ad una soluzione della crisi Alitalia occorre, secondo il segretario della Dca Gianfranco Rotondi "uno scatto di responsabilità: quella parte del sindacato che ancora è recalcitrante rispetto all’accordo se ne faccia una ragione e dimostri di avere buon senso. La Cgil di Epifani - chiede il ministro per l’Attuazione del programma - non faccia l’errore storico di affossare l`Alitalia. Il governo, del resto, ha fatto il proprio dovere".

ALEMANNO - "Mi auguro che tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione, in particolare di opposizione, diano segnali convergenti da questo punto di vista, perchè stiamo parlando della vita di lavoratori e di famiglie" ha dichiarato invece il sindaco di Roma Gianni Alemanno parlando a margine di un comvegno del Pdl a Sasso Marconi (Bologna). Secondo Alemanno la disponibilità degli assistenti di volo dell'Anpav a firmare il contratto quadro Alitalia "è un segnale di eccezionale importanza. È solo un primo segnale - ha aggiunto il sindaco di Roma - ma dimostra che la responsabilità può prevalere. Ho fatto più volte un appello a tutte le sigle sindacali perchè prevalga il senso di responsabilità e si capisca che non c'è alternativa a questa soluzione. Anche i possibili acquirenti internazionali hanno detto con chiarezza che non entrano nella partita se non c'è una cordata nazionale. Credo che i prossimi giorni siano decisivi. In questo momento - ha detto ancora Alemanno - bisogna essere realisti e responsabili, non creare illusioni, fare in modo che ci sia un approccio vero e serio".

DISTACCHI SINDACALI - Ma il no dei piloti mette in campo anche una nuova polemica, quella sui distacchi sindacali in Alitalia. La spesa annuale di Alitalia per i distacchi sindacali ammonta a 13,5 milioni di euro, contro una stima di 1,5 milioni di euro "se si applicassero le regole medie che valgono nell'industria per quanto riguarda le relazioni industriali" ha detto il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. "Mediamente - ha proseguito Sacconi - oggi in Alitalia stanno fuori dall'attività per funzioni sindacali 30 piloti, 50 assistenti di volo e 100 di personale di terra. Sono - ha ricordato Sacconi - l'espressione di un sistema vizioso e viziato che parte dalla testa, da un management che ha spesso coperto le proprie inefficienze e concedendo quello che altrove non veniva concesso. Tutto ciò non centra nulla con il pilota". Sacconi ha di nuovo precisato di aver chiesto ai piloti "non un taglio di salario ma un'ipotesi di riduzione del 6-7% a questo livello di ore di volo. Ciò significa che con un modesto innalzamento delle ore di volo si mantiene lo stesso livello retributivo".

20 settembre 2008

l premier: "su alitalia non c'e' alcuna altra offerta oltre quella della cordata italiana "

"Ci volevano trattare peggio delle colf"

Berlusconi: "Nessuna alternativa a Cai"

I piloti : "Il contratto Cai ha contenuti peggiorativi rispetto a quello delle collaboratrici domestiche"

MILANO - Non si placa la tempesta politico-mediatica sul caso Alitalia. Dopo che le organizzazioni di hostess e steward avevano fatto sapere di essere di essere pronte a fare un passo in avanti e dopo che il segretario della Cgil Guglielmo Epifani in un'intervista a "La Repubblica" propone l'apertura di una trattativa con Lufthansa, i piloti ribadiscono il loro no alle condizioni proposte loro da Cai (la sigla sta per Compagnia aerea italiana).

I PILOTI - Il contratto proposto dalla Cai ai piloti di Alitalia e condiviso da FitCisl, Uiltrasporti e UglTrasporti, in alcune parti "ha contenuti peggiorativi rispetto a quello recentemente rinnovato dalle collaboratrici domestiche, categoria per cui nutriamo il massimo rispetto e considerazione". Lo afferma l'Anpac in una nota.

Il premier Silvio Berlusconi (Ansa)

Il premier Silvio Berlusconi (Ansa)

L'associazione dei piloti fa poi riferimento al sondaggio pubblicato dal Corriere della Sera, da cui emerge che il 77% degli italiani "ritiene che i contratti di piloti e assistenti di volo andrebbero uniformati a quelli in vigore nelle altre compagnie europee". E, a questo proposito, la nota ricorda che "Anpac e Unione Piloti, nel corso della trattativa con la Cai, hanno più volte proposto questa soluzione ed hanno inoltre aggiunto di essere pronti ad una decurtazione della relativa parte economica fino al 30%".

BERLUSCONI - La posizione dei piloti riacutizza anche la polemica politica sulla vicenda. Su cui interviene di nuovo il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "Non ci sono soluzioni alternative a Cai. Chi festeggia per il fallimento della trattativa non si rende conto della situazione. Non c'è alcuna altra offerta oltre a quella della cordata italiana" ha dichiarato il premier. "Le immagini dei festeggiamenti da parte di alcuni dipendenti Alitalia, dopo il ritiro dell'offerta della Cai, credo che non siano piaciute in generale perchè sono persone che non si rendono conto della situazione di Alitalia, soprattutto dopo lo sforzo di alcuni imprenditori di investire e accollarsi un compito non facile. Vedere che chi doveva essere beneficiato invece era felice, sicuramente non è stato un bel vedere" ha detto ancora il premier in un'intervista rilasciata a "Studio Aperto" su Italia 1. "Il senso di responsabilità di alcuni di quelli che hanno fatto l'offerta non è diminuito - ha aggiunto il premier - ma credo che la situazione sia molto negativa. Piloti e assistenti si renderanno conto che non c'è altra soluzione alternativa". Secondo il premier, inoltre, "anche in questa occasione si è verificato quanto successo con Air France, quando Spinetta trattò per circa 13 giorni e poi ricevette una lettere dai sindacti che volevano un altro accordo. Si chiedono cose che nessuna compagnia può accettare, come la categoria dei piloti che si possa gestire da sola. Non è accettabile". Berlusconi ha concluso affermando: "Non credo ci sia nesuna possibilità che si presentino altri soggetti, credo che ci sia una seria possibilità di fallimento per la compagnia ma gli italiani sono buoni giudici nel capire da che parte sono le colpe".

ENRICO LETTA - "Le colpe di Berlusconi sono sotto gli occhi di tutti", ma con tempi "così stretti l'unica soluzione concreta rimane quella di Cai". Enrico Letta, ministro ombra del welfare, dal forum dei giovani imprenditori di Confcommercio, torna a puntare il dito sulle responsabilità del presidente del Consiglio in merito alla vicenda Alitalia, ma è convinto che ognuno debba fare "un passetto": "non ci siano dei diktat e non si pretenda un inginocchiamento sui ceci. Tutti devono firmare l'accordo, anche la Cgil". "Berlusconi - ha proseguito - critica gli stessi piloti e la Cgil che aveva lodato, ad aprile, quando fecero saltare l'accordo con Air France. Se esistesse la macchina del tempo, metterebbe un cero alla Madonna per tornare a quel 30 marzo e firmare con Air France".

ROTONDI - Per arrivare ad una soluzione della crisi Alitalia occorre, secondo il segretario della Dca Gianfranco Rotondi "uno scatto di responsabilità: quella parte del sindacato che ancora è recalcitrante rispetto all’accordo se ne faccia una ragione e dimostri di avere buon senso. La Cgil di Epifani - chiede il ministro per l’Attuazione del programma - non faccia l’errore storico di affossare l`Alitalia. Il governo, del resto, ha fatto il proprio dovere".

ALEMANNO - "Mi auguro che tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione, in particolare di opposizione, diano segnali convergenti da questo punto di vista, perchè stiamo parlando della vita di lavoratori e di famiglie" ha dichiarato invece il sindaco di Roma Gianni Alemanno parlando a margine di un comvegno del Pdl a Sasso Marconi (Bologna). Secondo Alemanno la disponibilità degli assistenti di volo dell'Anpav a firmare il contratto quadro Alitalia "è un segnale di eccezionale importanza. È solo un primo segnale - ha aggiunto il sindaco di Roma - ma dimostra che la responsabilità può prevalere. Ho fatto più volte un appello a tutte le sigle sindacali perchè prevalga il senso di responsabilità e si capisca che non c'è alternativa a questa soluzione. Anche i possibili acquirenti internazionali hanno detto con chiarezza che non entrano nella partita se non c'è una cordata nazionale. Credo che i prossimi giorni siano decisivi. In questo momento - ha detto ancora Alemanno - bisogna essere realisti e responsabili, non creare illusioni, fare in modo che ci sia un approccio vero e serio".

DISTACCHI SINDACALI - Ma il no dei piloti mette in campo anche una nuova polemica, quella sui distacchi sindacali in Alitalia. La spesa annuale di Alitalia per i distacchi sindacali ammonta a 13,5 milioni di euro, contro una stima di 1,5 milioni di euro "se si applicassero le regole medie che valgono nell'industria per quanto riguarda le relazioni industriali" ha detto il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. "Mediamente - ha proseguito Sacconi - oggi in Alitalia stanno fuori dall'attività per funzioni sindacali 30 piloti, 50 assistenti di volo e 100 di personale di terra. Sono - ha ricordato Sacconi - l'espressione di un sistema vizioso e viziato che parte dalla testa, da un management che ha spesso coperto le proprie inefficienze e concedendo quello che altrove non veniva concesso. Tutto ciò non centra nulla con il pilota". Sacconi ha di nuovo precisato di aver chiesto ai piloti "non un taglio di salario ma un'ipotesi di riduzione del 6-7% a questo livello di ore di volo. Ciò significa che con un modesto innalzamento delle ore di volo si mantiene lo stesso livello retributivo".

20 settembre 2008

 

Illogico usare la cassa integrazione

con chi rifiuta un vero negoziato

di PIETRO ICHINO

Caro Direttore, l'applauso dei piloti e degli assitenti di volo, a iumicino, alla notizia della rottura della trattativa con la nuova compagnia Cai, col conseguente probabile fallimento di Alitalia, non è "un episodio paradossale", come qualcuno ha detto: in realtà lo si può spiegare facilmente.

Quelli che hanno applaudito fanno conto sull'intervento di una Cassa integrazione guadagni o su di un trattamento di disoccupazione speciale erogato proprio per consentire loro di attendere con calma il nuovo lavoro. Qualcuno dovrà pure, prima o poi, far volare gli aerei sulle nostre rotte al posto di Alitalia; e piloti e personale di volo non si sostituiscono così facilmente. Logico? No, per nulla. Perché in nessun Paese serio si erogano trattamenti di disoccupazione o integrazione salariale, neppure per pochi mesi, a chi rifiuta l'offerta di un rapporto di lavoro regolare, confacente alla sua professionalità, come certamente era l'offerta di Cai.

Se anche in Italia sapessimo gestire in modo serio questi "ammortizzatori sociali", a Fiumicino giovedì scorso non ci sarebbe stato alcun applauso; e probabilmente la trattativa non sarebbe stata rotta, perché il rifiuto dell'offerta Cai avrebbe precluso il godimento delle misure di sostegno. Chiediamoci: quanto ci costa e ci è costata, anche in passato, questa incapacità di gestione appropriata del sostegno del reddito dei disoccupati? Questo è solo uno dei nodi cruciali del funzionamento del nostro ordinamento del lavoro e del nostro sistema di relazioni industriali che la crisi Alitalia ha fatto venire al pettine, addirittura portandolo sul teleschermo in prima serata. E fornendoci così un'occasione unica di riflessione pubblica di massa su questi temi. Nei giorni precedenti, si era vista la Cgil subordinare la propria firma dell'accordo alla firma dei sindacati autonomi. Se non sono d'accordo tutti e nove i sindacati operanti in azienda, non se ne fa nulla. È il principio non scritto che regola le relazioni industriali nella maggior parte dei settori dei nostri servizi pubblici, dove anche il sindacato più piccolo può esercitare un diritto di veto, proclamando uno sciopero ben congegnato, capace di bloccare l'intera azienda e talvolta intere parti del Paese.

L'applicazione di fatto di questo principio, nei decenni passati, ha svenato le confederazioni maggiori nel settore dei servizi pubblici, consentendo ai sindacati autonomi di ridicolizzare, paralizzandoli, gli accordi più importanti e impegnativi che esse avevano stipulato per ridare efficienza ed economicità alle aziende. Occorrono invece regole chiare sulla misurazione della rappresentanza nei luoghi di lavoro, che favoriscano il pluralismo sindacale, cioè il confronto aperto fra visioni diverse, ma non la frammentazione. E che, come in quasi tutti i maggiori Paesi europei, consentano ai lavoratori di scegliere a maggioranza la coalizione sindacale legittimata a proclamare uno sciopero e quella legittimata a negoziare con efficacia estesa a tutti i dipendenti dell'azienda. Che fine ha fatto questo tema della riforma della rappresentanza nella grande trattativa in corso tra Confindustria e sindacati? Un altro nodo che è venuto al pettine nella crisi Alitalia è l'incapacità totale del sindacato di operare come intelligenza collettiva che consente ai lavoratori di valutare i piani industriali disponibili, l'affidabilità di chi li propone, e scegliere il migliore tra quelli realisticamente praticabili.

Questa incapacità ha portato la Cisl, nel marzo scorso, a guidare il fronte del "no" pregiudiziale alla proposta Air France-KLM ("no" cui si è improvvidamente associato Berlusconi), salvo poi passare a guidare il fronte del "sì" alla proposta di una compagnia incomparabilmente più debole sotto tutti i punti di vista, e che offre condizioni di lavoro per diversi aspetti meno vantaggiose. Il collettivo dei lavoratori Alitalia avrebbe dovuto porsi in grado di scegliere il meglio dell'imprenditoria mondiale in questo settore; ma questo non è possibile quando il leader sindacale che guida le danze, Raffaele Bonanni, dichiara come criterio di preferenza decisivo che dall'altra parte del tavolo ci siano imprenditori "che parlano italiano"!

Lo stesso può dirsi dell'altro leader sindacale maggiore quando egli chiede a gran voce una "trattativa vera", chiarendo che tale non può considerarsi una trattativa che dura soltanto quattro giorni o una settimana. "Trattativa vera", dunque, sono soltanto i vetusti riti nostrani delle defatiganti negoziazioni notturne che durano mesi? Epifani dovrebbe sapere, ormai, che quei riti nulla hanno a che vedere con i tempi dell'economia attuale, con i modi nei quali comunemente si tratta e si decide un investimento nella grande platea globale. Finché questa sarà la nostra cultura sindacale dominante, sarà più difficile per l'Italia guadagnare posizioni nella graduatoria dei Paesi d'Europa più capaci di intercettare gli investimenti nel mercato globale: una graduatoria che la vede oggi fanalino di coda.

21 settembre 2008

 

2008-09-19

Alitalia, ritirata l'offerta Cai

Berlusconi: "È un dramma"

Compagnia aerea italiana rifiuta la controproposta

dei sindacati. Sacconi: "Verso il fallimento"

Colaninno: "Non c'è un euro in più. Accettate o ritiro l'offerta" (17 settembre 2008)

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Atitech, una cordata pronta al salvataggio (18 settembre 2008)

MILANO - Cai ritira l'offerta per l'Alitalia. Scaduto alle 15 e 50 l'ultimatum lanciato ai sindacati, la Compagnia aerea italiana ha deciso di rinunciare all'unanimità al piano di salvataggio. La decisione è arrivata dopo la proposta ai soci avanzata in assemblea dal presidente Roberto Colaninno. Rifiutata anche la controproposta inviata poco prima da Cgil e sindacati autonomi. A questo punto, spiega il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, "si apre la strada verso il fallimento". "Il ritiro dell'offerta per la Nuova Alitalia - spiega - è la logica conseguenza dell'assurda posizione ostruzionistica assunta dalla Cgil in alleanza con le sigle autonome di piloti e assistenti". Ma il ritiro di Cai è stato accolto positivamente tra i dipendenti Alitalia che si erano riuniti in assemblea all'aeroporto di Fiumicino. Non appena si è diffusa la notizia tra i circa mille dipendenti, sono scattati gli applausi. Tra gli slogan, "meglio falliti che in mano a questi banditi".

L'ira del Cavaliere

e la telefonata a Colaninno

I contatti tra Bersani e il sottosegretario Letta

Roberto Colaninno(Tam Tam)

Roberto Colaninno(Tam Tam)

ROMA — Raccontano di un Berlusconi scuro in volto e di una telefonata piuttosto accesa tra il premier e il presidente di Cai. Perché non è così che doveva concludersi ieri la partita Alitalia, non erano questi i patti. Perché a suo dire l'intesa con la cordata di imprenditori era stata costruita puntando a superare anche l'eventuale ostilità di un pezzo del sindacato, non assegnando alla Cgil e ai piloti il potere di veto sulla riuscita dell'operazione. Il Cavaliere l'aveva ripetuto a più riprese che si sarebbe andati avanti "con chi c'era". Ed è più o meno quel che il leader della Cisl Bonanni ha giurato ai suoi di aver sentito dire mercoledì all'ad di Cai, Sabelli, mentre Epifani continuava a prender tempo. "Andare comunque avanti" era la parola d'ordine, condivisa anche da uno dei maggiori artefici finanziari della cordata. Ecco quale sarebbe stato il motivo del diverbio tra Berlusconi e Colaninno, che invece puntava su un consenso più largo, dunque sull'appoggio della Cgil, per poter tenere a bada alcuni soci insofferenti e avviare una sfida industriale difficilissima. L'esito della riunione di Cai, il suo passo indietro, ha colto perciò di sorpresa il Cavaliere e il suo governo, se è vero che ancora l'altra sera, in un vertice informale a Palazzo Chigi, tutti i ministri della trattativa — tranne Sacconi — manifestavano davanti al premier ottimismo sull'esito della vertenza.

Nelle stesse ore al quartier generale del Pd, anche i dirigenti democratici erano convinti che il negoziato si sarebbe chiuso in modo positivo, e già si preparavano alle contromisure mediatiche seguendo uno schema prestabilito: la soluzione scelta dall'esecutivo è pessima, ma non saremo noi i disfattisti. Governo e opposizione erano dunque impreparati all'evento. Con il comunicato di Cai il Cavaliere ha visto d'un colpo la propria immagine sbriciolarsi, ha visto il fallimento del progetto a cui aveva lavorato, l'"italianità" di Az, e ha visto aprirsi "un baratro" nel quale rischia di cadere. Perché se così finisse la partita, non dovrebbe solo fronteggiare l'ipotesi di fallimento di Alitalia ma anche il blocco dei trasporti aerei, il rischio di collasso del sistema, l'avvio del conflitto sociale. Se così fosse, anche il Pd avrebbe seri problemi: a parte l'offensiva di Berlusconi, deciso a scaricare ogni responsabilità sulla sinistra, i democratici verrebbero travolti dalle macerie di una Cgil isolata da Cisl e Uil e schiacciata su posizioni estreme. Per quanto possa apparire paradossale, dal momento in cui ieri Colaninno ha detto "no", governo e opposizione separatamente hanno iniziato a muoversi in sintonia, cercando in extremis di rimettere assieme i cocci. Lo s'intuiva dal ragionamento del democratico Tonini, che portava ad esempio il caso dei rifiuti a Napoli: "Lì Berlusconi ha risolto il problema perché ha stipulato una tregua con Bassolino".

Il Pd, al pari del Cavaliere, confida che non tutto sia compromesso, perché — come dice Follini — "le conseguenze per il Paese e per il premier sarebbero molto dure. Lo sarebbero un po' meno per noi, però lo sarebbero comunque ". Dalle cinque del pomeriggio è partita la rincorsa a Colaninno. Da una parte Letta, messo sotto pressione da Berlusconi che ha il dente avvelenato per com'è stata gestita la trattativa. Dall'altra parte Epifani, che per ore ha chiesto a Cai di riaprire il tavolo. Secondo fonti del governo, pare che il capo della cordata sia stato irremovibile, e che abbia chiesto al segretario della Cgil di firmare senza porre altre condizioni, perché la posizione del suo sindacato e quella dei piloti sarebbe per Cai "incompatibile con qualsiasi soluzione aziendale". Nel Pd c'è chi — come Bersani — immagina soluzioni alternative, e chiede tempo. Chissà se ha sentito Letta, com'è accaduto in questi giorni. Di certo, il suo, è un modo per nascondere la terribile verità che avanza per Az. "E vedere festeggiare i lavoratori per il "no" di Cai mi ha addolorato ", sussurra Tonini. Perché è chiaro l'epilogo, a meno di una clamorosa sorpresa. Vorrebbe dire che Epifani ha cambiato rotta dopo aver giocato al rilancio come in una mano di poker. Tra i democratici non è solo Follini a parlare di "irresponsabilità " del sindacato. Persino dirigenti ex diessini lo criticano sottovoce: "Ormai fatica a controllare la Cgil e ci ha provato". Non aveva fatto i conti con Colaninno. Come Berlusconi.

Francesco Verderami

19 settembre 2008

 

 

 

 

2008-09-18

Letta ai sindacati: "Risposta entro le 15,50 di giovedì". Oggi scioperi a Milano e Roma

Colaninno: "Non c'è un euro in più, accettate oppure ritiro la mia offerta"

Ultimatum del presidente di Cai. Cisl e Ugl: "Ci stiamo". Cgil: "Se la proposta non cambia il nostro è un no"

Proteste a Fiumicino (Ap)

Proteste a Fiumicino (Ap)

ROMA - Risposta e firma giovedì entro le 15,50 perché dieci minuti dopo inizia il consiglio di amministrazione di Cai (Compagnia aerea italiana) che dovrà decidere il futuro di Alitalia. È il termine dato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ai sindacati per accettare il piano di Cai. "Non è un aut aut, ma il tentativo di rilancio dell'impresa", ha chiarito Roberto Colaninno, presidente di Cai. "Senza consenso di tutti, giovedì ritiro la mia offerta. La proposta può essere accettata o no, ma non stiamo comprando un gioiello bensì un'azienda in dissesto. Se si fa l'affare bene, altrimenti amici come prima".

LE ULTIME OFFERTE - "Avete ottenuto in queste due settimane quello che non era previsto concedere - ha detto ancora Colaninno rivolgendosi indirettamente a tutti i lavoratori e ai loro rappresentanti sindacali - . Non ho un euro in più da aggiungere alle trattative". L'ultima proposta avanzata dal presidente Cai è di destinare ai lavoratori il 7% dell'utile netto della nuova Alitalia (quando ci sarà). In particolare il 45% andrà ai piloti, il 30% agli assistenti di volo, il 25% al personale di terra.

"PROPOSTA SUGGESTIVA" - "Le proposte che ho ascoltato mi sembrano molte suggestive, do la mia adesione", avrebbe assicurato il segretario dell Cisl, Raffaele Bonanni. "Si apre una prospettiva per la partecipazione anche dei lavoratori alla governance aziendale. I giorni della trattativa non sono stati spesi invano perché abbiamo discusso attentamente sul piano e non ricordo che sia mai successo che il sindacato si rimangiasse la parola dopo aver ottenuto modifiche importanti e soprattutto dopo aver condiviso questo progetto, pur riconoscendo i limiti dell'operazione". L'Ugl ha dato "disponibilità totale a chiudere la trattativa". Luigi Angeletti, segretario della Uil, è più cauto: "C'è un altro pezzo di protocollo che necessita ancora di chiarimenti, ma non faremo dire alla Cai che deve ritirare l'offerta perché i sindacati non hanno accettato la proposta conclusiva".

CGIL: SE PROPOSTA NON CAMBIA E' NO - Il segretario confederale della Cgil, Fabrizio Solari, non sarebbe invece rimasto "impressionato" dalle novità di Colaninno: "Sarò a posto con la mia coscienza solo quando avrò espletato un tentativo di allargare il consenso, utilizzando tutto il tempo utile, in quanto ritengo che ci siano i margini per poterlo fare". "La Cgil è disponibile a fare questo ultimo miglio, con ragionamento pacato, con responsabilità. Le ultime 24 ore saranno spese per lavorare e spiegare ai lavoratori i sacrifici anzichè siglare un'intesa che possa trovare un no dei lavoratori. Se non cambia nulla, è un no" ha aggiunto Solari. La Cgil in precedenza era stata duramente attaccata dai ministi del Welfare, Maurizio Sacconi, e della Funzione pubblica, Renato Brunetta. "Qualcuno si è seduto al tavolo con un disegno non sindacale ma politico, alti dirigenti della Cgil lo hanno fatto con logiche bizantine", aveva detto Sacconi. "Dal '94 la Cgil ha assunto un ruolo di partito politico e non di sindacato. Un sindacato antagonista non è utile al sistema di relazioni sindacali", aveva aggiunto Brunetta. Ma proprio dagli ambienti del centrosinstra trapela il timore che il Pdl stia mettendo le mani avanti iniziando ad individuare eventauli colpevoli - la Cgil, appunto, e il Partito democratico - su cui scaricare ogni responsabilità per un'eventuale mancata intesa.

SCIOPERO - Nel frattempo quella di oggi è stata una giornata campale per chi doveva viaggiare con la compagnia di bandiera, soprattutto per i voli da Fiumicino. Sono una cinquantina (qui la lista) quelli che sono stati cancellati nell'aeroporto della Capitale a causa dello sciopero dalle 12 alle 16 dei Cub, cui si sono aggiunte altre due agitazioni del personale di terra di tutte le compagnie italiane indetto da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl e quella dell'Associazione piloti Meridiana. Il sindacato autonomo critica la prima intesa sul piano industriale sottoscritta dalla cordata italiana e sindacati confederali, sottolineando che "segna un pesantissimo ridimensionamento di Alitalia che sarà ridotta a un vettore poco più che nazionale". Duro il commento di Altero Matteoli nei confronti dei Cub: "È un gesto di irresponsabilità - dice il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ad Affaritaliani.it - mentre si tratta non si fanno gli scioperi". La Confederazione unitaria ribatte: "Si vuole sancire la resa senza condizioni ai voleri della Cai". In un documento pubblicato sul web, i Cub parlano di "10.040 lavoratori scaricati" con il nuovo piano.

 

 

 

17 settembre 2008

 

"Aumento salari? Valutazioni esagerate"

Le valutazioni del centro studi Confindustria in base agli ultimi dati Istat

ROMA - La Cgil critica le valutazioni sull’aumento dei salari espresse dal centro studi di Confindustria (Csc) in base agli ultimi dati Istat. "Dire che i salari aumentano e superano l’inflazione - afferma in una nota il segretario confederale della Cgil, Agostino Megale - è un’affermazione esagerata, e comunque i dati dell’Istat rendono chiaro il grande valore dei contratti nazionali nel tentare di tutelare il potere d’acquisto". "Guardando i dati dell’istituto statistico - sottolinea Megale - da una parte si conferma che la produttività è sostanzialmente a zero, ma dall’altra si sottolinea che la crescita delle retribuzioni di fatto nel primo semestre risente delle ’una tantum’ derivanti dai ritardi contrattuali e da fattori di stagionalità". Infatti, "a un primo trimestre in cui si registra un aumento del 5,9% delle retribuzioni, segue un secondo in cui queste crescono del solo 2,8%". Inoltre, se si dovessero confermare queste tendenze, "a fine dicembre 2008 il tasso di inflazione si attesterà al 3,8% e la crescita delle retribuzioni di fatto al 3,4% con una riduzione del potere d’acquisto dello 0,4%. Se a questo si aggiunge che il governo continua a non avere alcuna intenzione di restituire il fiscal drag, registreremo una perdita complessiva del potere d’acquisto dello 0,8%". Per questi motivi, continua il segretario confederale, "va ricordato che quando si parla di emergenza salari e pensioni, si tocca una questione che riguarda le famiglie italiane che, sulla base anche dell’ultimo dato elaborato dal nostro istituto di ricerca, rende evidente che tra il 2002 e il 2008 il reddito delle famiglie italiane ha avuto un segno più pari a circa 12.000 euro per imprenditori e liberi professionisti, e un segno meno per operai e impiegati tra i 2.500 e i 3.000 euro". "Questi dati - conclude Megale - confermano che esiste una questione vera dei redditi in Italia, dei redditi dei lavoratori per i quali è indispensabile che i contratti nazionali tutelino il potere d’acquisto dall’inflazione reale senza immaginare depurazioni da quella importata che penalizzerebbero ulteriormente le retribuzioni".

 

16 settembre 2008

 

 

 

 

 

 

REPUBBLICA

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2008-09-22

Alitalia, ultimatum dell'Enac

"Senza piano, stop alla licenza"

"Se non arrivasse il piano finanziario nel giro di 3 giorni la licenza verrà sospesa" dice il presidente dell'Enac Vito Riggio. Nel frattempo Berlusconi attacca la Cgil e Lufthansa fa sapere di "osservare" la situazione. A Fiumicino manifesta "il fronte del sì".

Alitalia, ecco il bando di gara

Otto giorni per presentare le offerte

Il Commissario Straordinario di Alitalia Linee Aeree Italiane S.p.A. in a.s., di Alitalia, Airport S.p.A. in a.s., di Alitalia Express S.p.A. in a.s., di Alitalia Servizi S.p.A. in a.s. e di Volare S.p.A. in a.s., Prof. Avv. Augusto Fantozzi

Premesso

- che Alitalia Linee Aeree Italiane S.p.A., Alitalia Airport S.p.A., Alitalia Express S.p.A., Alitalia Servizi S.p.A. e Volare S.p.A. sono ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria ai sensi e per gli effetti del D.L. n.134 del 28 agosto 2008;

- che detta procedura contempla la possibilità di cedere a trattativa privata tutti o parte dei complessi aziendali o delle attività produttive, definendo i contenuti di uno o più dei rami di azienda, anche non preesistenti, con individuazione dei lavoratori che passino alle dipendenze del cessionario, e ciò anche previa collocazione in cassa integrazione guadagni straordinaria o cessazione del rapporto di lavoro in essere e assunzione da parte del cessionario;

- che la cessione di cui sopra potrà escludere, in tutto o in parte, la responsabilità dell'acquirente per i debiti relativi all'esercizio delle aziende cedute sorti prima del trasferimento ed, in ogni caso, non potrà prevedere un prezzo inferiore a quello stabilito dall'esperto indipendente nominato dal Ministro dello Sviluppo Economico;

- che l'unica significativa offerta pervenuta, e sulla base della quale era stata avviata la trattativa, è stata revocata;

- che, dunque, il Commissario Straordinario intende verificare la sussistenza di altri soggetti interessati che possano garantire la continuità nel medio periodo del servizio di trasporto, la rapidità dell'intervento e il rispetto dei requisiti previsti dalla legislazione nazionale, ivi compresi i Trattati di cui è parte l'Italia;

tutto ciò premesso

il Commissario Straordinario - considerate le ragioni di necessità e urgenza di cui al D.P.C.M. del 29 agosto 2008 - invita chiunque sia in grado di garantire la continuità nel medio periodo del servizio di trasporto, la rapidità dell'intervento nonché il rispetto dei requisiti previsti dalla legislazione nazionale, ivi compresi i Trattati di cui è parte l'Italia, a presentare manifestazioni di interesse per l'acquisto di uno o più rami di azienda di Alitalia Linee Aeree Italiane S.p.A. in a.s., di Alitalia Airport S.p.A. in a.s., di Alitalia Express S.p.A. in a.s., di Alitalia Servizi S.p.A. in a.s. e di Volare S.p.A in a.s., anche non preesistenti.

Tali manifestazioni dovranno pervenire presso gli uffici del Commissario Straordinario, in via Marchetti, n.111, 00148 Roma, entro il 30 settembre 2008, ore 12.00, unitamente a tutta la documentazione che ne consenta la valutazione al fine di avviare l'eventuale trattativa.

Prof. Avv. Augusto Fantozzi

Commissario Straordinario di

Alitalia Linee Aeree Italiane S.p.A. in a.s.,

di Alitalia Airport S.p.A. in a.s.,

di Alitalia Express S.p.A. in a.s.,

di Alitalia servizi S.p.A. in a.s.

e di Volare S.p.A. in a.s.

(22 settembre 2008)

 

 

 

 

 

12:10 Sacconi: "Cai unica certezza per Alitalia"

Cai è l'unica alternativa di salvezza per Alitalia, perchè "non abbiamo contatti diretti", con altre compagnie aeree. E'quanto ha detto il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi

12:03 Fantozzi: "Settimana decisiva"

Si apre per Alitalia una settimana "operosa e decisiva", al termine della quale, il 30 settembre prossimo, se non vi saranno soluzioni a portata di mano, si dovrà procedere alla sospensione della licenza di Alitalia. E' il commissario straordinario della compagnia, Augusto Fantozzi, a indicare il percorso che attende l'aviolinea nei prossimi giorni.

 

11:52 Riggio: "C'è tempo fino a giovedì"

"Entro giovedì il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi deve presentare all'Enac un piano credibile per evitare la revoca o la sospensione della licenza di volo". Lo ha detto il presidente dell'Enac, Vito Riggio.

11:21 Bonaiuti: "I sindacati firmino"

'Perche' si riapra la trattativa con la Cai serve che le sigle sindacali che non hanno firmato l'accordo lo facciano, se no non è facile riportare la controparte al tavolo". Lo afferma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti,

11:14 Fassino: "Fantozzi fa oggi quello che andava fatto prima"

"Fantozzi ha fatto oggi quello che andava fatto due mesi fa: all'inizio e non alla fine del percorso". Lo afferma Piero Fassino del Pd

11:06 Il presidio del "fronte del sì"

"I piloti vogliono lavorare, Berti e Notaro andate a firmare". E' uno degli slogan scanditi da piloti e personale Cisl, Uil e Ugl Alitalia aderente al "Fronte del si", che hanno organizzato dalle 10,30 un presidio, composto attualmente da una ottantina di persone, all'ingresso del varco equipaggi.

10:46 Pubblicato il bando sul sito Alitalia

E' stato pubblicato sul sito dell'Alitalia il bando messo a punto dal commissario Augusto Fantozzi per presentare le manifestazioni di interesse per acquisto di rami d'azienda della compagnia. Le manifestazioni di interesse dovranno essere presentate entro le ore 12 del 30 settembre.

10:36 Fassino: "Il sindacato non sia corporativo"

'Le critiche al governo non escludono le riserve verso il comportamento delle sigle sindacali che si devono rendere conto della drammaticita' della situazione e non pensare che c'e' sempre un minuto in piu' per contrattare meglio''. E' quanto afferma l'esponente del Pd, Piero Fassino.

10:35 Matteoli: "Se fallisce saremo peggio del Burundi"

Non esistono altre offerte per Alitalia oltre a quella ritirata dalla cai. Il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli intervenuto a Radio 24 smentisce così tutte le voci circolate in questi giorni a proposito di interessamenti di altre compagnie aeree per rilevare Alitalia. Se alitalia fallisce "noi avremo Il burundi con una compagnia di bandiera e l'italia no".

10:16 Unione Piloti: "Vogliamo partecipare all'acquisto"

"I piloti sono pronti a partecipare all'acquisto di Alitalia". Lo ha annunciato il comandante Roberto Spinazzola, segretario generale dell'Unione Piloti.

10:13 Lufthansa: "Stiamo osservando"

"Stiamo osservando gli sviluppi della situazione in Italia. Il mercato italiano è ovviamente uno dei più interessanti ma non rilasciamo commenti sugli ultimi sviluppi che stanno accadendo in questi giorni e in queste ore. E non posso dire se la nostra posizione è cambiata oppure no perchè non commentiamo le speculazioni di mercato". Lo afferma ad Affaritaliani.It Claudia Lange, portavoce corporate di Lufthansa.

10:12 Voli regolari a Fiumicino

Voli regolari per Alitalia in avvio di giornata all'aeroporto di Fiumicino.

10:11 Pubblicato il bando d'asta su internet

Oggi, intanto sarà pubblicato un bando sul sito internet della compagnia aerea: è un invito a presentare manifestazioni d'interesse per le attività di Alitalia, aperto a tutti i soggetti interessati, anche a quelli stranieri (lo stesso bando verrà pubblicato domani su alcuni quotidiani italiani e stranieri).

 

10:11 Enac: "Stop entro 3/4 giorni"

Alitalia vola con una licenza provvisoria, mi aspetto che oggi il commissario Fantozzi presenti un piano di emergenza con riduzione dei costi senza il quale la licenza provvisoria non starebbe in piedi. Se non arrivasse il piano finanziario nel giro di 3-4 giorni la licenza verrà sospesa" dice il presidente dell'Enac Vito Riggio.

10:10 Berlusconi: "Cgil irresponsabile"

La Cgil è irresponsabile, agisce per far saltare l'accordo senza pensare ai danni per il Paese". E' duro l'attacco di Silvio Berlusconi che, intervistato da Affaritaliani.it

 

 

 

2008-09-21

La vendano all'estero

o se la prenda lo stato

di EUGENIO SCALFARI

 

È VERO che la crisi dell'Alitalia è un bruscolino rispetto a quanto sta accadendo sui mercati mondiali, ma è pur sempre un fatto che ci riguarda molto da vicino, mette in gioco il trasporto aereo d'una nazione, il prestigio d'un governo che è il nostro governo, la rappresentatività d'un movimento sindacale che discute e firma contratti in nome di milioni di lavoratori.

Quindi ci occuperemo anzitutto di quella crisi al punto in cui ora è giunta e di quanto potrà accadere nei prossimi giorni, fin quando la flotta di bandiera potrà ancora volare.

La cordata tricolore e il piano industriale redatto da Banca Intesa si fondavano sul concetto della discontinuità. Al di fuori di esso il tentativo di Colaninno e di Passera non sarebbe mai nato e nessun altro tentativo analogo avrebbe mai potuto nascere.

Discontinuità a 360 gradi: nell'organizzazione delle rotte aeree, degli aeroporti, dei velivoli, dei debiti, del personale di terra e di volo e dei rispettivi contratti.

Discontinuità sommamente sgradita ai creditori di Alitalia, ai suoi azionisti privati, ai suoi dipendenti, cioè a tutti coloro che avrebbero dovuto pagare il conto di un dissesto annunciato da molti anni.

Non starò qui a ripetere quali siano state le responsabilità di quel dissesto, ma debbo ancora una volta ricordare che gli anni terribili sono stati soprattutto gli ultimi cinque dal 2003 al 2008, dalla gestione Mengozzi all'affondamento del piano Air France. Un disastro che porta ben chiari i nomi dei responsabili: in testa l'associazione dei piloti e Silvio Berlusconi. Anche Prodi ebbe le sue colpe: incertezza, indecisione; ma senza l'opposizione aggressiva dei piloti e di Berlusconi la via della soluzione era stata finalmente trovata e si sarebbe realizzata.

Un progetto basato sulla discontinuità dipende in gran parte dalle modalità del negoziato e dalle capacità del negoziatore. Colaninno questa capacità l'ha dimostrata in precedenti occasioni ma in questo caso la sua presenza al tavolo è stata minima. È entrato in scena il penultimo giorno e ne è uscito subito.

Anche il ruolo di Gianni Letta è stato molto modesto. Berlusconi praticamente non s'è mai visto salvo per pochi minuti. Tremonti, diretto azionista dell'Alitalia, assente anche lui. L'unico negoziatore al tavolo è stato il ministro Sacconi. Una frana.

Sacconi ha impostato l'intera trattativa sugli ultimatum e su una scelta discriminatoria degli interlocutori. Sapeva fin dall'inizio che il nocciolo duro da convincere sarebbe stato il personale di volo e le associazioni autonome che lo rappresentano. Sapeva anche che il tempo utile a disposizione era breve a causa della pessima situazione patrimoniale e finanziaria della società.

Sacconi trattava cioè sull'orlo del baratro ma era evidentemente convinto che spingere il dramma verso il suo punto culminante avrebbe facilitato l'accordo. Perciò perse volutamente tempo. Si contentò di ottenere il beneplacito di Bonanni, Angeletti, Polverini che non contavano niente in questa vertenza; tenne fuori dalla porta i piloti dell'Anpac e le altre associazioni autonome; scelse come bersaglio la Cgil che accusò fin dall'inizio di ideologismo politico e di una strategia del "tanto peggio".

I piloti dell'Anpac hanno molte responsabilità come abbiamo già ricordato, ma ci sono anche alcuni punti fermi che vanno tenuti ben presenti e cioè:

1. Guadagnano meno dei loro colleghi di Air France, British, Lufthansa. Guadagnano invece di più dei piloti di Air One.

2. Hanno una produttività più bassa dei colleghi di quelle tre società a causa della cattiva organizzazione dei voli e degli equipaggi; tuttavia su questo punto avevano dato subito la loro positiva disponibilità.

3. Sia Sacconi sia il commissario Fantozzi hanno posto il negoziato sotto scadenze ultimative di 48 in 48 ore pena la messa immediata in mobilità di tutto il personale e, ovviamente, la sospensione dei voli. Ma poiché le 48 ore passavano e gli aerei continuavano regolarmente a volare l'effetto è stata la perdita di credibilità sia del ministro sia del commissario.

Ma l'errore di fondo è stato un altro e porta il nome di Silvio Berlusconi. Il "premier" aveva assunto in campagna elettorale l'impegno di favorire una cordata tricolore e questo ha determinato la strategia del governo producendo però un gravissimo vizio di forma nella procedura: ha vincolato il commissario Fantozzi a privilegiare come controparte la cordata Colaninno.

È vero che la legge Marzano, appositamente riscritta per l'occasione, prevede la trattativa privata, ma non prevede l'esclusiva. Fantozzi è stato tuttavia insediato con la condizione di preferire almeno in prima battuta la cordata Colaninno la quale a sua volta, forte di questo privilegio, ha fissato le condizioni pensando che su di esse sarebbe stato relativamente facile acquisire il consenso dei sindacati confederali.

Il tema del contratto col personale di volo è stato completamente sottovalutato sia da Colaninno sia da Sacconi. E quando Epifani ha fatto presente la verità e cioè che la rappresentatività dei sindacati confederali era pressoché nulla per quanto riguarda il personale di volo questa onesta ammissione è stata ritenuta segno di tradimento e di irresponsabilità sia da parte del governo sia da parte della Cisl e sia dalla quasi totalità dei "media" giornalistici e televisivi.

* * *

Ancora ieri il presidente del Consiglio ha ribadito che le soluzioni sul tappeto sono soltanto due: accettare il piano industriale di Colaninno o il fallimento.

Ma non è così. La procedura impone a Fantozzi di sollecitare altre offerte di acquisto per l'Alitalia, in blocco senza discontinuità oppure soltanto per una parte degli asset. Se il commissario di Alitalia si sottraesse a questo suo urgente e inderogabile compito verrebbe meno ai doveri del suo ufficio e sarebbe passibile d'esser messo sotto accusa da parte della Corte dei conti per aver causato grave danno erariale alle casse dello Stato.

È ben comprensibile che una soluzione di questo genere, l'arrivo d'un cavaliere bianco che a questo punto non potrebbe essere altri che uno dei grandi vettori stranieri, sarebbe una penosa sconfitta d'immagine per il "premier", ma non è comunque in sua facoltà bloccare una procedura prevista dalla legge. Salvo di nazionalizzare l'Alitalia, magari temporaneamente, seguendo le procedure imposte in analoghi casi dalla Commissione di Bruxelles.

Gli esempi che proprio in queste ore vengono dagli Usa ci dicono che in casi estremi la politica, in mancanza di alternative e per evitare guai peggiori, può e anzi deve ricorrere a estremi rimedi.

* * *

Il rimedio adottato - tardivamente - da George W. Bush è chiaro ed è stato già ampiamente descritto ieri dai giornali di tutto il mondo: creare un apposito veicolo federale che si assuma l'onere di acquistare tutti i titoli-spazzatura che ingombrano i portafogli del sistema bancario americano, pagabili al 65 per cento del loro prezzo nominale. Il costo dell'intera operazione è di 700 miliardi di dollari, cifra iperbolica alla quale il Tesoro farà fronte emettendo titoli propri e/o addirittura stampando carta moneta.

Un provvedimento analogo fu preso nel 1932 in piena depressione americana e mondiale con la creazione della Reconstruction Finance Corporation. Come si vede le analogie con la crisi iniziata nel 1929, che raggiunse il suo culmine anche in Europa a tre anni di distanza, sono molto forti con la situazione attuale pur nelle ovvie differenze.

In sostanza si tratta d'un salvataggio senza limiti di cifra dell'intero sistema bancario americano e mondiale perché non solo americano ma anche mondiale è stato l'inquinamento provocato sui mercati finanziari dai titoli-spazzatura.

Sarà sufficiente quest'intervento colossale a ridare fiducia e stabilità ai mercati? Probabilmente sì, ma ci saranno altri effetti che sono fin d'ora prevedibili. Stabilizzare il sistema e salvarlo da un crac totale è un risultato non solo utile ma necessario. Pensare che sia indolore e privo di conseguenze sgradevoli sarebbe però illusorio e sbagliato.

* * *

Il costo di questa gigantesca operazione si scaricherà inevitabilmente sul bilancio federale Usa, già oberato da un antico e ampio disavanzo. Le previsioni più attendibili (riportate da Federico Rampini nel suo articolo di ieri) calcolano che il costo dell'intervento sarà del 7 per cento del Pil degli Stati Uniti. L'inondazione di liquidità avrà effetti cospicui sul tasso d'inflazione americana.

Più difficile è prevedere quale sarà il comportamento del dollaro sul mercato dei cambi. La ripresa in grande stile dei valori delle Borse potrà provocare un afflusso di capitali esteri e quindi un rialzo del tasso di cambio della moneta Usa, ma la prospettiva di inasprimenti fiscali e le dimensioni del disavanzo di bilancio potranno a loro volta provocare uno spostamento di capitali dal dollaro ad altre monete. Non dimentichiamo che il sistema finanziario Usa ha vissuto e vive sul paradosso d'esser finanziato non già dal risparmio interno ma dal risparmio internazionale. La crisi in atto può attirare capitali speculativi a breve ma può anche indirizzare altrove il risparmio internazionale. Del resto il vero e proprio crollo delle riserve della Fed avvenuto in questi mesi è un segnale in questa direzione.

Complessivamente ci sembra di poter dire che le forze di stagnazione economica siano maggiori delle forze di sviluppo per la semplice constatazione che lo sforzo di stabilizzare da parte del Tesoro serve a ripianare i debiti e non a rilanciare gli investimenti e la domanda.

Se questi effetti si produrranno sarà difficile scommettere sulla locomotiva americana e sui suoi effetti tonici verso il resto del mondo.

Post Scriptum. Ha fatto sensazione leggere il nome di Marina Berlusconi nel nuovo consiglio di amministrazione di Mediobanca, nella sua qualità di rappresentante di Fininvest, presente con l'uno per cento nel patto di sindacato di Piazzetta Cuccia.

La presenza di Marina Berlusconi è pienamente legittimata dalla presenza della Fininvest nel capitale di Mediobanca; non toglie che rappresenti un'altra anomalia del sistema Italia. Fininvest ha amici potenti e collaudati nel cda di Piazzetta Cuccia: Mediolanum, i francesi di Tarak Ben Ammar, Ligresti, Tronchetti Provera, Geronzi. Per quel tanto che conta in Mediobanca, c'è anche Banca Intesa.

La famiglia Berlusconi si muove da tempo per stabilire rapporti intrinseci con le banche e l'establishment assicurativo e finanziario italiano oltre che con quello industriale. Sono passati i tempi del Berlusconi che sparava sulla grande impresa e sulla grande finanza sostenendo gli interessi e le aspettative delle partite Iva e delle piccole imprese.

È finita la caccia alle allodole ed è cominciata quella al cinghiale. La stessa operazione Alitalia mira a questo risultato. Dietro la bandiera tricolore c'è sempre un sottofondo di interessi politici ed economici, ma questo lo sappiamo da un pezzo e accade in tutto il mondo.

(21 settembre 2008)

 

Intervista al leader della Cgil: "Che danno quegli applausi. Ma i piloti vanno coinvolti"

"Palazzo Chigi ci ha dipinto come quelli che giocano allo sfascio"

Alitalia, il rilancio di Epifani

"Ora vendiamola agli stranieri"

di MASSIMO GIANNINI

Alitalia, il rilancio di Epifani "Ora vendiamola agli stranieri"

Guglielmo Epifani

ROMA - "O il governo e il commissario trovano il modo di riaprire la trattativa con Cai, oppure io vedo una sola strada: la vendita immediata a una grande compagnia straniera, che ci può assicurare un know how industriale più forte e condizioni finanziarie più solide". Il giorno dopo la disfatta politico-sindacale sull'Alitalia, Guglielmo Epifani riapre i giochi. In questa intervista a Repubblica il leader della Cgil respinge le accuse di Berlusconi, lancia segnali a Colaninno e soprattutto rilancia l'ipotesi di una cessione a un vettore internazionale. "Io personalmente vedo con favore Lufthansa, ma non sta certo a noi scegliere il partner. Tocca al governo decidere".

Epifani, lei giustamente ha fretta. Ma vedere quei dipendenti in divisa che esultavano davanti a Fiumicino, all'annuncio del ritiro dell'offerta Cai, è anche una vostra sconfitta, non trova?

"Certo, quegli applausi hanno nuociuto all'immagine dell'Alitalia. In qualsiasi altra situazione di grave crisi aziendale, e ne abbiamo vissute e ne viviamo tante, una notizia del genere viene accolta con profonda preoccupazione da tutti. Stavolta non è stato così, e di questo i lavoratori devono essere coscienti. Noi, di sicuro, non abbiamo gioito. Anche se è altrettanto certa un'altra verità: le caratteristiche della cordata italiana, l'assenza di know how specifico, la mancanza di procedure trasparenti, sono alla base della criticità oggettiva dell'intera operazione Cai".

Il problema è che dietro quella gente ci siete voi, c'è il vostro no. Avete giocato al tanto peggio tanto meglio?

"No, non è mai stata questa la nostra posizione. Noi abbiamo lavorato fin dall'inizio per cercare una soluzione positiva. Mentre fin dall'inizio è stato il governo ad accreditare l'immagine di una Cgil che giocava allo sfascio, sulla pelle dei lavoratori e del Paese. La nostra storia dimostra che questa non è e non è mai stata la nostra cultura. Berlusconi ripete da giorni che siamo manovrati dalla politica, quando è evidente a tutti che la Cgil ormai da decenni non è più cinghia di trasmissione di nessuno. Il giorno in cui Cai doveva decidere Berlusconi ha detto "si firmi anche senza la Cgil". Dopo che la Cai si è ritirata ha detto "è stata tutta colpa della Cgil". Le pare un modo serio di trattare? A colpi di ultimatum quotidiani, di drammatizzazioni continue, di ricatti veri e propri?".

Quanto ad accuse e a "penultimatum", anche i sindacati non sono stati da meno.

"Attenzione: un conto è la polemica, anche dura, che in una trattativa così delicata ci può stare. Tutt'altro conto è il livore degli attacchi, personali e politici, ai quali naturalmente abbiamo il dovere di rispondere. L'alzata di toni del governo contro di noi è indegna di un Paese civile. Questo modo di intendere i rapporti con le forze sociali è un imbarbarimento della vita del Paese".

Un clima di aggressione ideologica contro di voi, soprattutto da parte di un pezzo di governo che ha vissuto ai tempi di Craxi lo scontro sulla scala mobile, può anche esserci stata...

"Certo che c'è stata. L'abbiamo respinto e la respingiamo con altrettanta forza... ".

Ma qui c'è un fatto sul quale anche voi dovete riflettere. Un accordo è saltato per l'ennesimo no della Cgil. Non siete forse un elemento di freno sistematico alla modernizzazione del Paese?

"La modernizzazione del Paese la vuole anche la Cgil. Noi non viviamo con la testa rivolta al passato. Un sindacato che fa questo muore. Ma allo stesso tempo respingiamo una modernizzazione che scommette sulla sudditanza o peggio sull'irrilevanza delle rappresentanze sociali. Questa scommessa per noi è inaccettabile, anche perché prefigura una deriva autoritaria che dovrebbe preoccupare non solo noi, ma tutte le forze sociali che hanno a cuore la democrazia".

Perfetto. Ma nel caso Alitalia la Cgil ha compiuto uno strappo del tutto inedito. Si è schierata con sei sigle autonome, dividendosi da Cisl e Uil. Per difendere voi stessi, avete difeso una corporazione, i piloti. Non è così?

"Né oggi né mai ho difeso logiche di casta, privilegi o posizioni di potere consolidato. Ma una trattativa complessa non si gestisce usando l'esclusione e la forza. Il personale di volo non è rappresentato da noi, ma è sbagliato tagliarlo fuori dal confronto. E se io cerco di allargare il perimetro del confronto, lo faccio in nome della democrazia sindacale, non certo del corporativismo".

Ma c'è un paradosso: per cercare di allargare il consenso, come lei ha detto in questi ultimi giorni a proposito del piano Cai, avete finito per cavalcare il dissenso.

"Capisco che questa può essere l'impressione. Ma il problema di chi deve amministrare una compagnia aerea non è solo firmare un accordo. Perché se il giorno dopo la firma Fiumicino e Malpensa si bloccano e gli aerei non volano perché il personale di volo entra in sciopero, quell'accordo diventa carta straccia. E questo problema non si risolve minacciando soluzioni autoritative. Si risolve trattando con tutti, e cercando di trovare un'intesa che soddisfi tutte le rappresentanze dei lavoratori".

C'è anche un'altra chiave di lettura: la Cgil ha detto no perché, se avesse firmato, dal giorno dopo sarebbe implosa al suo interno. Che ne dice?

"Dico che è falso. Fratture con la base ne hanno e ne hanno avute tutti i sindacati. Fa parte della nostra storia. Ma nel caso dell'Alitalia questo è davvero l'ultimo dei problemi. La verità è che non si può trattare con la pistola alla tempia".

Continuate a sottovalutare un punto: Alitalia è nell'abisso. Tutti trattano con la pistola alla tempia, non crede?

"È vero. Ma tutto era già noto da un pezzo. La trattativa andava preparata per tempo, non improvvisata in un mese".

Per tempo, lei dice. E allora perché non avete accettato l'offerta Air France, che avrebbe risolto tutto e non sarebbe costata un euro ai contribuenti?

"Berlusconi scarica anche quella su di noi. Ma voglio ricordare che Spinetta, allora, pose due condizioni per acquistare Alitalia: la prima era in effetti il consenso del sindacato, e lì noi non trovammo l'intesa sui livelli occupazionali, ma la seconda era il via libera del governo in carica e di quello che, di lì a poco, avrebbe vinto le elezioni. Berlusconi aveva la vittoria in tasca, e fu lui a costruire la compagna elettorale sullo slogan "non passa lo straniero"".

Epifani, mettiamo da parte il passato, e veniamo al presente. Cai si è ritirata, il governo dice no a ogni forma di nazionalizzazione. Come si esce da questo buco nero, che rischia di ingoiare 20 mila famiglie?

"Innanzitutto bisogna che chi ha alzato irresponsabilmente i toni li abbassi immediatamente. E poi occorre che il capo del governo e il commissario straordinario riprendano in mano il bandolo di questa matassa".

Il suo collega Bonanni dice: basta che Epifani fa una telefonata a Colaninno, e tutto è risolto.

"Non sono io che devo attivarmi. Lo ripeto, la partita adesso è in mano a Berlusconi e a Fantozzi. Tocca a loro studiare una soluzione".

Ma lei cosa propone? Avrà un'idea, no?

"Io vedo solo due possibilità. La prima è che il governo ritrovi uno spiraglio per riprendere il negoziato con Cai, sapendo bene che il problema del consenso del personale di volo non è un'invenzione o una scusa, ma un'esigenza essenziale per chi fa trasporto aereo. So che è molto difficile, per le condizioni finanziarie della cordata e per i dissensi di merito che ancora restano in campo. Ma il governo ha il dovere di provarci".

E se non ci riesce?

"Vedo solo una seconda possibilità, che non considero nemmeno una "ipotesi B" perché è meno convincente, ma semmai è dal mio punto di vista addirittura più forte: il governo avvii subito, in modo limpido e trasparente, le procedure per vendere a una grande compagnia aerea internazionale. Io credo che le disponibilità ci siano, anche se ovviamente nessun partner potenziale si muove in assenza di una scelta netta e decisa da parte del governo".

Allude a Lufthansa?

"Non sta a me scegliere il partner. Ma lo ripeto, so che, a precise condizioni, esistono disponibilità. E dunque, se è così e se la pista Cai è chiusa per sempre, la Cgil chiede al governo di non esitare un solo minuto: faccia un passo indietro sul principio dell'italianità, e scelga subito un grande vettore straniero cui affidare le sorti di Alitalia. Sarebbe una scelta che avrebbe il vantaggio di un know how industriale più forte, condizioni finanziarie più solide e una tempistica più rapida. Se il governo fa questo, dichiarando a viso aperto il suo gioco nei confronti del Paese e del sindacato, la Cgil è pronta a fare fino in fondo la sua parte. Come ha sempre fatto, nella sua lunghissima storia".

(20 settembre 2008)

 

 

IL RETROSCENA Una parte della cordata italiana pronta a entrare in AirOne

Con la crisi delle Borse molti pensano che il piano Colaninno sia da rivedere

Ma cresce il pressing su Lufthansa

e Mediobanca attende un cenno

di GIOVANNI PONS

MILANO - "Purtroppo torneranno e firmeranno". La frase è stata pronunciata da uno degli azionisti della Cai, cioè da coloro che solo due giorni fa hanno deciso all'unanimità di ritirare l'offerta per rilevare alcune attività di Alitalia. Quel "purtroppo" spiega lo stato d'animo che serpeggia tra i 18 imprenditori che a fine agosto si sono buttati nell'impresa di salvare la compagnia di bandiera. Qualcuno di loro è infatti già pentito di aver aderito all'iniziativa. Non sono piaciute le contestazioni davanti a Palazzo Clerici a Milano, dove si sono sentiti gridare "banditi". Non sono piaciute "le strumentalizzazioni di quel Di Pietro" che ha cavalcato la protesta definendoli "furbetti del quartierone". Ma soprattutto la crisi finanziaria internazionale fa presagire un calo dei consumi e dunque c'è già chi dice che il piano industriale approntato da Roberto Colaninno e Intesa-Sanpaolo sia da rivedere drasticamente.

Dunque pensare che in queste condizioni la Cai possa fare delle nuove proposte in direzione delle sigle sindacali che non hanno aderito a quella messa sul tavolo nelle ultime settimane pare veramente difficile. Ieri mattina, comunque, tra i soci Cai si parlava di una riunione che potrebbe essere convocata a breve. Ma anche se la Cgil e altri dovessero fare marcia indietro e firmare quell'accordo non è detto che la strada sia sgombra da ostacoli. Anzi, qualcuno dei 18 imprenditori potrebbe tirarsi indietro. Lo stesso Colaninno, per esempio, farà sicuramente più fatica a trovare i 150 milioni che ha promesso di versare nella nuova società. Doveva vendere i cantieri messinesi della Rodriquez alla Fintecna attraverso un "portage" di Intesa Sanpaolo, ma a questo punto chi dice che le promesse verranno mantenute? Un'altra parte del finanziamento doveva poi arrivare dalla Lehman, che proprio lunedì scorso ha chiesto l'accesso alla procedura del Chapter 11. Inoltre, gli imprenditori della Cai si stanno domandando se avrebbe senso gestire una società praticamente in compartecipazione con i sindacati.

Ieri qualcuno diceva che i consulenti erano al lavoro per individuare una sorta di piano B, ma lo stesso Berlusconi ha negato alternative alla Cai. Solo se questa decadesse definitivamente qualcuno potrebbe pensare di entrare in AirOne, fare un aumento di capitale ed effettuare un'offerta al commissario Fantozzi attraverso il veicolo di Carlo Toto. Il quale da una parte rischia di non incassare da Cai quei 300 milioni di euro che lo rimetterebbero in pista ma dall'altra potrebbe sfruttare i nuovi spazi di mercato che si verrebbero a creare se Alitalia fallisse.

Ma se entro domani la situazione non si sbloccherà le strade per uscire dal vicolo cieco rimangono pochissime. Una potrebbe essere quella indicata da Guglielmo Epifani nell'intervista a Repubblica di ieri: il governo dovrebbe riformulare una procedura chiamando esplicitamente al capezzale di Alitalia le compagnie straniere. Per una soluzione di questo tipo potrebbe scendere in campo in qualità di consulente Mediobanca che, al contrario di Intesa, in passato è sempre stata favorevole all'inserimento di Alitalia nella pancia di un vettore dalle spalle più forti. In questo caso i due candidati più autorevoli sono come sempre Air France e Lufthansa.

Il lavoro diplomatico in questa direzione sarebbe già cominciato se è vero che sulla compagnia tedesca sono cresciute le pressioni per una sua discesa in campo nella partita Alitalia. Anche se al momento Lufthansa è già impegnata nell'acquisizione di Austrian e Sas. Ma di fronte a un invito del governo Air France o Lufthansa potrebbero fare un'offerta per rilevare da Fantozzi gli asset più allettanti riuscendo, senza il fardello dei debiti, a salvaguardare un numero maggiore di posti di lavoro e ad accontentare i piloti.

(21 settembre 2008)

 

2008-09-19

Durata poco più di un'ora l'assemblea della compagnia aerea italiana

Controproposta di Cgil, piloti e steward: "Contratto come Air France"

Caos Alitalia, la Cai sbatte la porta

"Non c'è l'accordo dei sindacati"

Ma Fantozzi e il personale assicurano il servizio: "Voli regolari fino all'ultimo"

Berti (Anpac): "Non hanno mai voluto trattare e da giorni pensavano al ritiro"

ROMA - All'ultima chiamata utile, la Compagnia aerea italiana ritira l'offerta. Dodici imprenditori su dodici, all'unanimità, votano no. Non ci sono le condizioni, scrivono in un comunicato, "manca l'ampio consenso sindacale visto che hanno aderito solo tre sigle". Sono le 17 e 20 minuti. In realtà già da un'ora la notizia rimbalza con i sigilli dell'urgenza su tutte le agenzie di stampa e sui siti internet. Il consiglio Cai è riunito a Milano dalle sedici e all'ordine del giorno ha subito messo l'addio all'avventura Alitalia. Una decisione che sembra già presa.

Sono tre i luoghi simboli di questa giornata (VEDI LE IMMAGINI): Fiumicino dove sono concentrati centinaia di dipendenti Alitalia; Milano dove è riunito il consiglio Cai e la sede della Filt-trasporti della Cgil a Roma. "E' arrivata la notizia, Cai ha ritirato l'offerta" gridano dai megafoni. Grida e mani che si spellano. Ma è una gioia disperata perchè il no della cordata guidata da Colaninno spalanca la porta su scenari bui e pieni di incertezza. Unico spiraglio di luce sono gli acquirenti stranieri, in prima fila Lufthansa. In serata, dopo un vertice tra Letta e il commissario Fantozzi a palazzo Chigi, rispunta anche l'ipotesi di ricucire con la cordata Cai. O con una sua riedizione riveduta e corretta.

Una giornata drammatica che avrebbe messo alla prova la fantasia del miglior giallista e fabbricatore di suspence. Finisce con Berlusconi che attacca "la Cgil", punta il dito contro "responsabilità politiche" e indica "il baratro". Con Epifani che rispedisce le accuse al mittente ("Una trattativa partita male e andata avanti ancora peggio, ogni giorno un ultimatum, mai visto"). Con piloti e assistenti di volo e di terra disposti a tutto per tenere in vita la compagnia e il servizio, "anche a tagliarci lo stipendio perchè noi vogliamo bene ad Alitalia". Stasera forse andranno a dormire dopo quattro giorni e quattro notti "da incubo" (Fabio Berti, Anpac piloti). Ma domani è un incognita pesante.

La controproposta. Tutta la notte fino alle sette del mattino negli uffici della Magliana. Poi una doccia e a mezzogiorno di nuovo negli uffici della Cgil trasporti a Roma in viale Morgagni. Le sei sigle, Cgil e gli autonomi (Anpac, Up, Anpav, Avia e Sdl) in rappresentanza di piloti e assistenti di terra e di volo, lavorano fino alle quattordici per trovare una risposta all'ultimatum di Colaninno ("Un sì o un no entro le 15 e 50"). Il verdetto non è nè un si nè un no. E' un foglio, una controproposta, una richiesta di trattativa che porta la firma dei sei segretari. Quattro i punti fondamentali. 1) "Massima disponibilità a trovare un accordo sui contratti di piloti, assistenti di volo e di terra certi di poter raggiungere gli obiettivi di produttività e flessibilità richiesta da Cai. 2) Sì alla revisione dei contratti "tale da consentire l'invarianza delle retribuzioni e un aumento della produttività". Sono già pronti conti e tabelle. 3) Il negoziato, "seppur in tempi brevissimi", deve però essere inserito e rispettare il quadro dei contratti nazionali relativi a ciascuna categoria. Nessuno pensi cioè di scardinare il sistema dei sindacati e delle associazioni di categoria che invece Cai non riconosce ("i piloti sono solo dipendenti come hostess e steward"). 4) Ok ai contratti collettivi di lavoro già applicati a Air France, Iberia e Lufthansa "decurtati per quello che serve" rispetto al previsto piano industriale. Si tratta di una disponibilità totale ma ad una trattativa vera e dove sindacati e dipendenti siano partecipi e condividano le scelte.

"Non diciamo nè sì nè no - spiega Paolo Maras (Sdl) - chiediamo un incontro urgente per trattare seriamente". Se Cai ha buttato di qua una palla, i sindacati del fronte del ni rispondono rilanciano a loro volta. "Siamo noi adesso ad aspettare un sì o un no".

La lettera di Epifani e l'avvio della cassa integrazione. Sono le quattordici. La controproposta viaggia via fax a Palazzo Chigi, al ministro Tremonti e a Milano all'ingegnere Colaninno. Negli stessi minuti Epifani manda un'altra lettera, di suo pugno, al presidente Cai. Toni distesi, di chi vuole ragionare e che chiudono dicendo: "Cai deve andare avanti, Cgil ha già dato l'ok al piano industriale, incontriamoci sui contratti". C'è un'aria strana. Da una parte si respira un leggero ottimismo, la controproposta è ragionevole, accettarla è solo questione di buona volontà. Dall'altra arriva notizia delle prime lettere per la cassa integrazione. Iniziano due ore piene di suspence. I delegati sindacali escono in cortile, parlano con i giornalisti, chiedono notizie. Attendono un segnale.

"Cai rinuncia". Pochi minuti dopo le sedici rimbalza da Milano la notizia che il consiglio di amministrazione Cai, riunito da pochi minuti, ha già messo in votazione il ritiro della cordata. Antonio Divietri (Avia), stupefatto: "Non è possibile, noi abbiamo altre informazioni, opposte, anzi...". Tutto vero, invece. "Allora - aggiunge - è la prova di quello che noi abbiamo già percepito da domenica: Cai voleva ritirare da giorni la sua offerta. Ha cercato la scusa e adesso scaricherà tutto su di noi: è stata una strategia ben precisa, dall'inizio, sia chiaro". Scende un ancora più infuriato Fabio Berti: "In questa storia non c'è mai stata una vera trattativa: dall'inizio solo aut aut, ultimatum, neppure un documento scritto, la bozza sul contratto è arrivata via fax ieri sera alle 20,15. Ma di cosa stiamo parlando? Di una trattativa? Quattro volte l'abbiamo chiesta, quattro volte ci hanno detto no. Eppure tutti i giorni giornali e tv esce "il no dei sindacati e dei piloti". Basta, la verità è che fin dall'inizio questa è stata una truffa".

Il servizio del Tg1. E infatti il servizio del Tg1 alle venti comincia con: "Colpa dei piloti e dei sindacati". Il testo della notizia ricapitola i punti salienti della giornata dando conto anche dei festeggiamenti a Fiumicino alla notizia della rottura delle trattative. Ed anche qui il punto di vista dell'ammiraglia dell'informazione Rai è senza zone d'ombra: l'immagine evocata per descrivere "la bizzarra protesta" è quella dell'orchestrina che suona, mentre il Titanic affonda.

La giornata finisce con tutti contro tutti, maggioranza contro opposizione, sindacati divisi, Polverini che attacca Epifani. Il caos. Fantozzi corre a palazzo Chigi. L'unico che non perde la pazienza è Gianni Letta, il grande mediatore: si mette subito al lavoro. Per ricucire con la vecchia Cai e farne nascere in tre giorni una nuova. Alitalia, una storia ancora non scritta.

(c.fus.)

(18 settembre 2008)

l premier: "La responsabilità è loro e dei piloti". Cicchitto: "E pure del Pd"

Fuoco di attacchi anche da Cisl, Ugl e Uil: "Qualche collega fa il becchino"

Ritiro Cai, Berlusconi accusa la Cgil

Epifani: "Un indegno scaricabarile"

Il leader sindacale: "Trattativa nata male, a colpa di ultimatum, ma noi avevamo firmato"

Bersani: "Se siamo arrivati qui il Cavaliere non cerchi colpevoli, il colpevole è lui"

ROMA - Il destino di Alitalia dopo il ritiro dell'offerta da parte della Cai non è ancora chiaro, ma le conseguenze politiche sono già evidentissime. Non era passata neppure una manciata di minuti dall'annuncio del dietrofront della cordata guidata da Roberto Colaninno, quando dalle fila di governo e maggioranza è partita una raffica di pesantissime accuse contro la Cgil, i sindacati dei piloti e l'opposizione alle quali il sindacato guidato da Guglielmo Epifani ha faticosamente tentato di tenere testa: "Lo scaricabarile sulle responsabilità, soprattutto se preventivo - ha replicato - non è degno di un paese civile".

Tra i primi a sferrare l'attacco, il presidente del Consiglio in persona. "La situazione è drammatica, potremmo essere di fronte a un baratro - ha detto Silvio Berlusconi - Ci sono responsabilità della Cgil e dei piloti. E ci sono anche responsabilità politiche". Il compito di articolare nel dettaglio la posizione è toccato poi al ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. "Il ritiro - ha accusato - è la logica conseguenza dell'assurda posizione ostruzionistica assunta dalla Cgil in alleanza con le sigle autonome di piloti e assistenti".

Ricostruzione che in serata, in una conferenza stampa, il segretario del maggiore sindacato italiano ha tentato di smontare, chiarendo che la colpa è "di un negoziato nato male e proseguito peggio". "Non ho mai visto - ha aggiunto - una trattativa in cui ogni giorno c'è un ultimatum e tra un ultimatum e l'altro non si lavora sui problemi".

Denunciati i gravi problemi di metodo, Epifani ha controbattuto anche sul merito. La Cgil, ha ricordato, ha espresso sul piano di salvataggio di Alitalia "una sottoscrizione inequivoca per le parti di sua rappresentatività", ma per quanto riguarda piloti e assistenti di volo, non poteva prendere una posizione "per un problema di democrazia sindacale: decide il 51% dei lavoratori. E le sigle confederali, tutte insieme, hanno una rappresentatività di gran lunga al di sotto di questa soglia". "Sa di ideologia e non di rispetto della verità", ha concluso Epifani, scaricare sul sindacato la responsabilità per il fallimento della trattativa.

Intanto, dalle "retrovie" della maggioranza, hanno continuato a piovere accuse gravissime, espresse spesso con parole pesanti. Il capogruppo della Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, non ha esitato a definire "un atto criminale" le scelte di Cgil e sindacati autonomi. Appena più sfumata la dichiarazione del leghista Cota: "Il comportamento del sindacato nella questione Alitalia - ha detto - è fuori dalla storia ed irresponsabile, perché danneggia i lavoratori ed il Paese. In questo modo si fanno solo danni su danni". Allarga invece il campo dei cattivi anche al Pd il capogruppo del Partito della Libertà Fabrizio Cicchitto. La responsabilità dell'epilogo negativo delle trattative, ha sostenuto, "ha solo due responsabili: i sindacati, cioè la Cgil, che hanno giocato al rilancio in una situazione che non lo consentiva, e il Partito democratico che ha adottato la strategia del 'tanto peggio tanto meglio'".

Ma dopo il precipitare della situazione, a prendere di mira le sigle che non hanno sottoscritto l'offerta della Cai, è stato anche il "fronte del sì". Tra i più critici il segretario della Cisl Raffaele Bonanni. "E' stata la follia di pochi e di alcune sigle sindacali che hanno portato alla chiusura delle trattative, per responsabilità di pochi pagheranno in molti", ha denunciato. Feroce anche le parole scelte dal leader della Uil Luigi Angeletti: "L'azienda era morta e qualche mio collega si accinge a fare il becchino", ha aggiunto. Duro anche il giudizio di Renata Polverini, dell'Ugl. "A questo punto - ha detto - è chiaro chi ha operato nell'esclusivo interesse dei lavoratori di Alitalia e chi invece ha preferito sottostare ad altre logiche, mettendo una pietra tombale sull'ultima possibilità concreta di salvare l'azienda".

A puntare l'indice contro il governo è invece il ministro ombra del Pd Pierluigi Bersani. "Se siamo arrivati fin qui - ha dichiarato - Berlusconi non cerchi colpevoli. Il colpevole è lui. Purtroppo questo è l'esito di una operazione spregiudicata e irresponsabile che il governo ha imposto e ha mal guidato".

(18 settembre 2008)

 

Cosa succede adesso che la cordata degli imprenditori italiani ha ritirato l'offerta

Ci sono almeno tre possibilità. La più catastrofica è il fallimento

Alitalia, tre scenari per il dopo

Fallimento, "piano B" o stranieri

La risposta in pochi giorni. Fantozzi: "Voleremo finchè ci sono soldi"

Ma la compagnia perde due milioni di euro al giorno e le casse sono vuote

di CLAUDIA FUSANI

OMA - "Lufthansa...". "No, vedrai che ricuciono, Letta e Fantozzi sono al lavoro..." (per far risorgere Cai. O un'altra cordata di imprenditori italiani). "Ci sono tre giorni di tempo...". Se ne riparla lunedì. Scampoli di comunicazioni tra palazzo Chigi e ambienti sindacali. Alla fine di una giornata dove è successo di tutto, dopo l'inimmaginabile s'intravede anche l'impossibile: Cai, che oggi ha detto no in cinque minuti, ci potrebbe ripensare, magari in un'edizione riveduta e corretta. Una Cai2, riveduta e corretta.

Da qui a lunedì la domanda è una sola: ora che la cordata dei "capitani coraggiosi" si è dissolta nello spazio di un mese, che succede? Se lo chiedono tutti, le migliaia di clienti Alitalia, i ventimila dipendenti, soprattutto Silvio Berlusconi che su Alitalia italiana ci aveva pure inventato lo slogan estivo "Io amo l'Italia, io volo Alitalia". La domanda è semplice, la risposta complessa. Una cosa è certa: commissario e dipendenti faranno funzionare Alitalia il più a lungo possibile, anche a costo di "tagliarsi lo stipendio". "Quindi nessun panico negli aeroporti e tra chi deve viaggiare, noi siamo al lavoro e garantiremo il servizio anche a costo di gravosi sacrifici" taglia corto Antonio Divietri (Avia) uno dei leader sindacali del cosiddetto fronte del no che hanno chiesto fino all'ultimo secondo di poter trattare con Cai. Ribadisce il commissario Augusto Fantozzi: "Voleremo finchè ci sono i soldi". Quanto? "Non si sa, la confusione di questi giorni complica ancora di più le cose".

Fatta questa premessa - Alitalia vola - sono almeno tre gli scenari per il futuro prossimo della compagnia aerea italiana.

Il piano B del premier. Governo e maggioranza continuano a dire che "un piano B non esiste". Anzi, per Berlusconi "siamo di fronte a un baratro". E ripete, come fa da almeno tre giorni: "Tutta colpa della Cgil". E però, vista come s'era messa la situazione fin dall'inizio di questa trattativa surreale, il Cavaliere - e il sottosegretario Gianni Letta - potrebbero avere una carta segreta da giocare. Un jolly da tirare fuori in extremis, il cosiddetto piano B. "Ipotesi non irrealistica" dicono i sindacati del fronte del Ni, Cgil e autonomi.

In meno di mezz'ora i dodici "capitani coraggiosi" hanno votato all'unanimità la rinuncia all'investimento. Insomma, una scelta affatto sofferta e forse decisa da giorni. Eisste ancora lo spazio per una nuova Cai, con altri imprenditori? In fondo adesso c'è già un piano industriale, un'offerta di contratto e una controproposta dei sindacati che ricalca i contratti delle compagnie straniere. Insomma, le cose sono molto più chiare, le carte in tavola e la maggior parte del lavoro è già fatto. Se qualcuno si affaccia per vederle sa già a cosa va incontro. Da via del Plebiscito, residenza del premier che sta studiando carte e appunti, trapela una considerazione: Cai ha ritirato l'offerta ma la cordata non è sciolta. Letta, Fantozzi e i ministri Matteoli e Sacconi si rivedranno lunedì, a palazzo Chigi.

L'asse italo-tedesco. O italo-franco-olandese. O, ancora, con gli spagnoli di Iberia e con gli inglesi di British Airways. Il secondo scenario prevede l'acquirente straniero. Vorrebbe dire portare le lancette dell'orologio indietro ad aprile, quando Spinetta stava per chiudere l'acquisto di Az da parte di Air France. "Finchè esiste anche una lontana ipotesi di cordata italiana, nessun straniero farà mai un'offerta" osservano i sindacati.

E' un fatto che oggi, appena un'ora dopo l'annuncio del ritiro dell'offerta Cai, ai microfoni di Radiocor un portavoce di Lufthansa dice: "La compagnia considera molto interessante il mercato italiano e osserva con grande interesse" quanto succede in Italia. E' un'affermazione di qualche peso visto che finora Lh, Ba, Af-Klm non hanno mai manifestato interesse con il commissario Fantozzi.

La cordata Cai prevedeva il socio straniero solo in quota di minoranza per almeno cinque anni. E solo con la pax sindacale. Oggi lo scenario vede i sindacati del cosiddetto fronte del no che hanno detto sì a un contratto che ricalca quello di una delle grandi compagnie straniere. Significa che se adesso arriva un'offerta dall'estero, la strada è spianata. O quasi. E tutto sommato fa anche un buon affare.

Nello scenario acquirente straniero restano, però, due ostacoli che sembrano insormontabili. Il primo: Berlusconi ha fatto dell'italianità di Alitalia una questione di principio. Può rinunciarci adesso che rischia una "sconfitta-simbolo"? Il secondo: un acquirente straniero non può fare un'offerta con la consapevolezza di contraddire il capo del governo. La soluzione per Alitalia passa una volta di più dal nodo della politica.

Il fallimento. Ipotesi più drammatica: Az, che perde due milioni di euro al giorno, sopravvive qualche giorno, magari anche qualche settimana, non si trova un'altra soluzione e il commissario Fantozzi deve portare i libri in tribunale. E' l'anticamera del fallimento, procedura che può durare anche un paio d'anni. Con la modifica delle legge Marzano, decisa in agosto dal governo proprio per il dossier Alitalia, il commissario potrà anche vendere isolatamente alcuni asset (punti di forza dell'azienda) come alcuni slot (rotte e orari). Insomma, una volta avviata la procedura, Alitalia sarà venduta a pezzi per avere i soldi per pagare i debiti con i fornitori. E' "il baratro" di cui parla il premier.

( 18 settembre 2008)

Tornare

al mercato

di EZIO MAURO

MENTRE Alitalia muore e i mercati vanno in fiamme, gli uomini di Berlusconi hanno avuto ieri sera l'unica preoccupazione di occupare le televisioni per dare la responsabilità alla sinistra, alla Cgil e addirittura al Pd, che in realtà è sembrato piuttosto assente dalla vicenda. In questo modo si conferma soltanto la torsione anomala di una partita che dovrebbe essere economica e industriale mentre è invece politica e ideologica.

Per ragioni di pura convenienza politica in campagna elettorale Berlusconi (aiutato dalla cecità dei sindacati) si è opposto alla soluzione Air France, in condizioni ben più favorevoli dei mercati finanziari e petroliferi. Per ragioni ideologiche ha giocato su Alitalia la doppia carta del salvataggio eroico e dell'italianità preservata, scavalcando Tremonti per avocare a sé la vicenda.

La vittima è il mercato, con le sue regole. Perché è nata una cordata, ed è nata italiana: ma al prezzo di separare gli attivi di Alitalia dai passivi, consegnare i primi alla nuova compagnia e i secondi ai contribuenti, sospendere l'Antitrust, radunare tra i soci una somma impressionante di conflitti d'interesse. Alla fine la corporazione dei piloti ha detto no per difendere privilegi indifendibili, e la Cgil ha preferito non farsi scavalcare, con una posizione più incerta che autonoma.

La partita è sfuggita di mano al salvatore, che probabilmente proverà prima a lucrare sulle resistenze sindacali, poi cercherà un colpo di teatro, anche alla luce dei salvataggi americani. L'interesse del Paese è che il mercato prenda il posto dell'ideologia, almeno in extremis, che Fantozzi faccia il commissario e non il ministro delegato, che gli imprenditori cerchino il rischio e non i favori, che le banche finanzino il mercato e non la politica.

C'è un ultimo spiraglio per far incontrare un vettore aereo europeo interessato al nostro parco viaggiatori con quel tanto di effettiva imprenditorialità italiana residua. Sostituendo infine l'eroismo con il realismo, l'italianità con l'Europa.

(19 settembre 2008)

 

Tre giorni fa l'ultimo contatto tra fonti della cancelleria e Gianni Letta

Il piano "A" ipotizzava l'alleanza con la Cai. Il piano "B" prevede il passaggio del controllo

Lufthansa era vicina all'accordo

ma resta in pista anche dopo il crac

di MASSIMO GIANNINI

"NOI SIAMO pronti, dipende solo dal governo". Per un'Alitalia che non vola più, c'è una Lufthansa che "rulla" i motori. La compagnia tedesca è in pista. E anche se il Piano Fenice sembra ormai carta straccia, può ancora diventare il "cavaliere bianco" che salva la compagnia italiana dal fallimento economico, e il Cavaliere di Arcore dal disastro politico.

A dispetto dell'apparente vantaggio di Air France, in questi ultimi giorni i contatti tra Roma, Amburgo e Colonia, head quarters della compagnia tedesca, si sono fatti sempre più fitti. I colloqui tra Palazzo Chigi e la Cancelleria di Angela Merkel erano già stati avviati da un paio di settimane. L'ultima conversazione tra Gianni Letta e l'ambasciatore Michael Steiner risale a tre giorni fa. Il senso delle comunicazioni arrivate dalla Germania è univoco: "A Lufthansa interessa moltissimo Alitalia".

Oggi la compagnia tedesca, con 92 mila dipendenti e una flotta di 343 aerei di cui 87 a lungo e 164 a medio raggio, è il terzo vettore europeo dopo Air France-Klm e British Airways-Iberia. Mettendo le ali sul mercato italiano, farebbe un salto in alto, completando la sua strategia di vettore "multi-hub" e "multi-brand".

Inserendo gli aeroporti di Malpensa e Fiumicino nel grande network che orbita intorno a Francoforte, e che con Milano si arricchirebbe del traffico business del Sud-Europa, e con Roma si avvarrebbe di un ponte per il traffico con l'Africa, il Medio e l'Estremo Oriente. Tutte le mosse fatta da Lufthansa sullo scacchiere europeo - da quella iniziale su Swiss Air a quelle più recenti sulla scandinava Sas e su Austrian Airlines - sono ispirate alla stessa filosofia, che con Alitalia raggiungerebbe il coronamento finale.

I progetti predisposti da Lufthansa sono due e prevedono due scenari differenti. Entrambi sono già stati sottoposti dal chairman Wolfgang Mayrhuber al board e al direttore generale, Peter Hartman. Il piano A è quello che ruota intorno all'operazione Cai.

Se ieri la trattativa con i sindacati si fosse chiusa positivamente, e la cordata Cai fosse decollata regolarmente, con ogni probabilità Roberto Colaninno, di qui a una settimana, avrebbe potuto dare il grande annuncio ufficiale: il partner internazionale scelto da Alitalia è Lufthansa.

I tedeschi, secondo questo primo progetto, sarebbero stati anche disposti ad entrare subito con una quota di minoranza, per rispettare almeno in una prima fase il caveat posto dal premier sull'italianità della compagnia di bandiera. Ma a regime, cioè alla scadenza del lock up che avrebbe vincolato i soci italiani di Cai a non vendere le rispettive quote prima di cinque anni, verosimilmente Lufthansa avrebbe rilevato la maggioranza, e preso in mano la cloche della "Nuova Alitalia".

Il piano B è invece quello più "radicale", e ricalca le orme di quello che i vertici della compagnia tedesca misero a punto nell'inverno dello scorso anno, quando il governo Prodi aveva annunciato la privatizzazione dell'Alitalia e indetto la relativa gara pubblica, aperta anche ai vettori stranieri.

È un piano che prevede l'acquisizione immediata di Alitalia, e che trasferisce subito la proprietà da Roma a Colonia, salvando ovviamente il "marchio", la divisa e tutto quello che in questi decenni ha rappresentato la storia della nostra compagnia di bandiera. Esattamente come è accaduto nel caso Swiss Air. Oltre a Milano, verrebbero potenziati gli scali del Nord, Torino, Venezia e Bologna, messi in raccordo con Francoforte, Monaco e Zurigo. La flotta sarebbe ridotta di una cinquantina di aerei, ma Alitalia beneficerebbe dell'integrazione nella rete Star Alliance, la più estesa del pianeta, che comprende quindici compagnie tra cui United, All Nippon, Thai e Singapore Airlines, e nella quale c'è anche Air One.

La via maestra che il governo e la cordata italiana stavano seguendo era ovviamente la prima, che almeno allo start up avrebbe salvato la "bandiera" dell'Alitalia e, quindi, la faccia di Berlusconi. I tedeschi erano disposti ad accettare il compromesso. Ma hanno posto una sola condizione, semplice e chiarissima: "Qualunque nostro coinvolgimento presuppone una discontinuità tra la vecchia e la nuova Alitalia".

In altre parole, a questo punto Lufthansa scende in campo solo se prima si passa attraverso una procedura concorsuale, e si divide il destino della compagnia cattiva (gli esuberi, i debiti e le attività improduttive) da quella buona (gli aerei, le rotte e gli slot). "Solo così - hanno spiegato i tedeschi - è possibile rinegoziare su basi nuove anche i rapporti con i sindacati, e soprattutto con i piloti, riallineando i contratti di lavoro alla produttività media dei vettori europei".

Proprio l'impossibilità di procedere a questa "cesura" normativa e contrattuale tra un prima e un dopo, del resto, fu la ragione che spinse i tedeschi a ritirarsi dalla gara dell'anno scorso, lasciando libera la pista alla sola Air France. E proprio questo spiega sia il perché, da Amburgo e da Colonia, ieri si guardava con attenzione all'esito della trattativa, sia il perché tre giorni fa il portavoce del colosso tedesco Thomas Jachnow aveva frenato le fughe in avanti del Cavaliere dicendo "Alitalia ci interessa, ma non ora viste le sue pessime condizioni finanziarie".

Adesso che l'improbabile italian job è saltato in aria, per l'irresponsabilità politica di Berlusconi e la responsabilità sindacale della Cgil, non c'è più molto da fare. O si decreta il fallimento di tutta la compagnia, o si conserva l'impianto attuale, con la bad company da liquidare progressivamente e la best company da cedere immediatamente. Magari attraverso una procedura competitiva trasparente, che recuperi almeno un barlume di concorrenza ed eviti la mannaia della Commissione Ue.

In tutto questo, che fine farà il progetto Lufthansa? Da quanto riferiscono fonti vicine alla Cancelleria, non è una domanda da rivolgere alla Germania. Semmai va girata al governo italiano. Adesso che in nome dell'italianità avete tradito il mercato e ucciso l'Alitalia, siete disposti a rinunciare all'assillo della bandiera e al vessillo dell'ideologia, vendendola ai tedeschi che sono pronti a comprarla?

(19 settembre 2008)

 

 

 

 

2008-09-18

ALITALIA

LA SCHEDA

Orari, ferie e retribuzione

ecco il contratto offerto da Cai

ROMA - Ecco cosa prevede la proposta di contratto aziendale avanzata da Cai per i dipendenti Alitalia.

Il contratto aziendale di Cai nella parte economica e normativa è unitario, vale per tre anni, è composto da una parte comune e tre aree contrattuali per le tre categorie: piloti, assistenti di volo e personale di terra; per la parte non definita varrà la disciplina vigente in Airone. Le sigle che firmano questo protocollo costituiranno una Rappresentanza Sindacale Unitaria (Rsu) per ciascuna delle tre categorie.

La Rsu piloti, Rsu assistenti di volo e Rsu terra costituiscono l'unica forma di rappresentanza sindacale in azienda e concorrono con le sigle firmatarie all'esercizio dei diritti sindacali. Il numero dei componenti di ciascuna Rsu sarà calcolato in riferimento al totale della forza delle singole categorie. Le Rsu eleggono un unico comitato di coordinamento, che terrà i rapporti con la direzione aziendale.

PERSONALE DI TERRA

Orario di lavoro: 38,5 ore settimanali; orario flessibile multiperiodale; istituzione e modifica di turnazioni e variazioni di turni o del giorno libero da servizio.

Ferie: 26 giorni, comprensivi delle giornate per le quali la mancata prestazione consegue alla ripartizione su 5 giorni.

Retribuzione: i minimi tabellari corrispondono agli attuali minimi di Alitalia e sono quantificati per 14 mensilità.

Previdenza complementare: 2% retribuzione Tfr.

PILOTI

Qualifiche: Comandante e Pilota. Il pilota di seconda con 36 mesi effettivi di anzianità consegue i gradi di pilota di prima. La lista di anzianità regola i passaggi ad aeromobile di livello superiore e l'avvio al corso comando. La compagnia può assumere direttamente piloti per qualsiasi aeromobile, provvedere alla transizione ad aeromobile superiore e ad avviare al comando nella misura del 25% del fabbisogno relativo.

Ferie: 30 giorni, che si incrementano di 1 giorno per ogni 5 anni di anzianità aziendale fino ad un massimo di 35.

Riposi: 1 giorno ogni 3 di ferie. Presso la base di servizio il pilota si presenta con mezzi propri. Diaria di linea: 42 euro giornalieri oltre 12 ore; 3,5 euro per ora sotto le 12 ore. La spettanza dei riposi per ciascun pilota è fissata in 30 giorni per trimestre, con un minimo mensile programmabile di 8.

Retribuzione: trattamento mensile complessivo non inferiore del 6%-7% rispetto al trattamento oggi vigente a parità di ore volate. Stipendio mensile di anzianità, corrisposto per 14 mensilità. Indennità di volo, garantita, corrisposta per 12 mensilità. Indennità oraria di volo integrativa, per ogni ora di volo effettuata ai comandi.

Sanità integrativa: conferma del regime di Alitalia.

ASSISTENTI DI VOLO:

Qualifiche: sono assistente responsabile e assistente di volo.

Ferie: uguali a quelle dei piloti. Gli assistenti di volo si presentano in servizio con mezzi propri. Diaria di linea: 42 euro giornalieri oltre 12 ore; 3,5 euro per ora sotto le 12 ore.

Composizione equipaggi.

Corto/Medio raggio: un responsabile e tre assistenti di volo per aerei con oltre 150 posti; un responsabile e due assistenti per aerei con meno di 150 posti; un responsabile e un assistente di volo per aerei con meno di 100 posti; un assistente responsabile o un assistente di volo per aerei con meno di 50 posti.

Lungo raggio: 1 responsabile e 10 assistenti per B777; 1 responsabile 7 assistenti per B767 e A330. E' possibile l'utilizzo di due assistenti di volo stranieri.

Riposi: 30 giorni per trimestre, con un minimo mensile programmabile di 8.

Retribuzione: trattamento mensile complessivo non inferiore del 6%-7% rispetto al trattamento oggi vigente a parità di ore volate. Stipendio mensile di anzianità per 14 mensilità. Indennità di volo per 12 mensilità.

Sanità integrativa: conferma del regime di Alitalia.

(18 settembre 2008)

Alitalia, ultimatum Cai ai sindacati

"Ok o domani ritiriamo offerta"

Primi sì da Cisl, Uil e Ugl

ma gli autonomi non si piegano

Per negoziare rimane tempo solo fino alle 16 di domani. Oggi nuovo vertice oggi a Palazzo Chigi. Colaninno: "Non è possibile trattare oltre". Sindacati divisi. La Cgil: "Bisogna allargare il consenso". Piloti e assistenti di volo restano contrari: "Mai visto il documento sui contratti". Nella giornata intanto disagi in tutta Italia per lo sciopero dei Cub e per altre agitazioni del personale di terra

 

22:28 Cgil e sindacati autonomi riuniti per elaborare controproposta

Filt Cgil, Sdl, Anpac, Up, Anpav e Avia si sono riunite in serata per elaborare una controproposta all'offerta di Cai. Le sei sigle che rappresentano le tre categorie di lavoratori (piloti, assistenti di volo e personale di terra) sono impegnate nella ricerca di una risposta condivisa, in particolare sul contratto, da presentare entro le 15,50 a Cai.

20:53 Ferrero: "Da Colaninno ricatto inaccettabile"

"L'offerta 'prendere o lasciare' su Alitalia avanzata da Colaninno e dal governo è un ricatto inaccettabile". Lo dichiara Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista. "Colaninno e il governo - spiega Ferrero - stanno solo cercando di scaricare sulle spalle del sindacato un dato di fatto, cioè che il loro piano pseudo-industriale fa acqua da tutte le parti. La proposta-ricatto di Colaninno e del governo è, dunque, inaccettabile e irricevibile, e va rifiutata. Rifondazione farà la sua parte, stando dalla parte dei lavoratori e dei sindacati in lotta contro questo piano".

20:42 Sacconi: "Nessuna compagnia straniera vuole comprare Alitalia"

"Il commissario straordinario di Alitalia mi ha detto di aver parlato con gli amministratori delegati delle grandi compagnie europee che hanno negato ogni possibilità di acquisto di Alitalia confermando solo l'interesse ad una partecipazione di minoranza". Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, lo ha detto sottolineando che rispetto al piano di salvataggio sul tavolo "non c'è alcuna alternativa se non il fallimento di Alitalia"

20:41 Sacconi: "Importante consenso di Cisl, Uil e Ugl"

"Credo che già ci sia una importante base di consenso", dice il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, sulle diverse posizioni espresse dai sindacati sul piano di salvataggio per Alitalia. A chi gli chiede se è sufficiente il sì arrivato solo da alcune sigle perché il progetto vada avanti, Sacconi risponde: "Mi auguro che la Cai vorrà valutare positivamente il risultato del confronto che si è svolto e che vorrà andare avanti perché ormai è chiaro che non ci sono alternative se non il fallimento". Il ministro comunque si augura "che il consenso si possa ampliare", ma, aggiunge, "ritengo già importante che immediatamente e senza esitazioni tre grandi organizzazioni confederali abbiano dato un consenso al progetto".

20:14 Up: "Non siamo disposti a mandare a casa 2 colleghi su 5"

Unione piloti non è disponibile ad accettare il taglio di mille unità previsto dal piano di Cai. E' il presidente Massimo Notaro a chiarire la posizione dell'associazione professionale dopo il confronto a Palazzo Chigi con Cai e Governo. "Abbiamo fatto una trattativa ma abbiamo trovato un muro. Non siamo in grado di mandare a casa due colleghi su cinque. La nostra gente dice che non è dipsonibile", afferma, escludendo la possibilità di aconsentire ad un accordo alle condizioni emerse finora.

20:12 Unione Piloti a Berlusconi: "Non ci manovra nessuno"

Il presidente dell'Unione Piloti, Massimo Notaro, dopo l'incontro di oggi a Palazzo Chigi, si è rivolto direttamente al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi: "Voglio dirgli - ha affermato - che non siamo pilotati da alcun partito politico, rappresentiamo i nostri iscritti, non ci manovra nessuno".

20:08 Unione Piloti: "Piano permette a low cost di spolpare mercato"

"C'erano due cose che non comprendevo, ed oggi sono più chiare", dice del piano di salvataggio di Alitalia il presidente dell'Unione Piloti, Massimo Notaro, dopo l'incontro di oggi a Palazzo Chigi. Sul fronte del piano industriale, dice, è ora chiaro che lascia spazio per "55 aeroplani di RyanAir, EasyJet, o di qualsiasi altra lowcost pronta a venire qui a spolpare il nostro mercato". E' "un piano piccolo, che ci lascia molti dubbi", ha aggiunto.

20:02 Anpac: "Documento sui contratti non lo abbiamo mai visto"

La proposta di Cai "si basava su due documenti; uno lo abbiamo, l'altro non l'abbiamo mai visto, non so cosa c'è, ma credo che parli di contratti". Lo ha denunciato Fabio Berti, presidente dell'Anpac, nel corso della conferenza stampa dopo l'incontro a Palazzo Chigi sulla vertenza Alitalia. Inoltre "è incongruente quanto detto da Colaninno di voler andare avanti col consenso dei lavoratori. L'atteggiamento è proprio il contrario".

19:55 Anpac: "Obiettivo Cai è eliminare associazioni di categoria "

"Oggi è emerso un dato fondamentale: non c'è sul tavolo solo un piano industriale di Alitalia, c'è altro, un sistema di governance che vogliono imporre, che ritengono assolutamente necessario e primario". Lo ha detto il presidente di Anpac, Fabio Berti, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo l'incontro con Cai e il governo sul rilancio di Alitalia. "Oggi è una giornata importante - ha aggiunto - perché nonostante io abbia messo in evidenza una serie di punti a Colannino, anche su aspetti tecnici del piano, lui ha tenuto in modo preciso a dire che le associazioni professionali non devono esistere perché i lavoratori sono dipendenti dell'azienda". Berti ha replicato che "tutte le più grandi aziende hanno delle associazioni che le trainano nei loro progetti".

19:52 Assistenti di volo di Air One manifestano a Palazzo Chigi

Gli assistenti di volo di Air One manifestano davanti a Palazzo Chigi dove si è tenuto il vertice tra la Cai, il governo e i sindacati su Alitalia. I dipendenti della compagnia aerea, che dovrebbe entrare nella nuova Alitalia, chiedono di avere informazioni sul numero di esuberi che che li riguarda. Cifra, spiegano gli assistenti, "che nessuno sa. Non c'è stata nessuna informazione". Gli assistenti di volo, circa 50, sono partiti da Fiumicino a piedi e intendono restare davanti alla sede del governo fino a quando non avranno le informazioni sul loro futuro.

19:49 Sindacati autonomi: 'Non si può firmare contratto senza trattativa'

"Non si può firmare un contratto senza mai aver fatto una vera trattativa". Lo dice l'Sdl, con il coordinatore Fabrizio Tomaselli, indicando che la conferenza stampa congiunta con le altre sigle autonome, in corso a Palazzo Chigi, "è di per sé un dato di facile lettura", è il segno di "una posizione comune" con i piloti di Anpac e Up, e con gli assistenti di volo di Avia e Anpav".

19:42 Matteoli: "Nessuno ha detto di no, domani ci può essere svolta"

"Ero e resto fiducioso. Nessuno oggi ha detto di no alla soluzione prospettata da Cai e ribadita oggi da Colaninno e Sabelli per la crisi Alitalia. Domani può essere la giornata della svolta". Lo dichiara il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, al termine della riunione a Palazzo Chigi tra il governo, la Cai e le sigle sindacali di Alitalia.

19:38 Cgil: "Con un testo che ci convince pronti a dire sì"

La Cgil "farà di tutto", da ora alle 16 di domani, per allargare il consenso sindacale sulla proposta di Cai per Alitalia, ma se "fosse convinta di un testo, si assumerebbe la responsabilità di firmarlo e di andarlo a spiegare ai lavoratori". Lo ha detto in conferenza stampa a Palazzo Chigi il segretario confederale, Fabrizio Solari, al termine del tavolo con governo e Cai sulla compagnia. "L'allargamento del consenso - ha sottolineato Solari - non è nel numero delle sigle ma in quello dei lavoratori".

19:29 Cgil: "Noi vogliamo lavorare per allargare il consenso"

"Noi non abbiamo detto no al piano né abbiamo chiesto più tempo. Colaninno ha detto che una delle cose più importanti perché Cai confermi la propria proposta è ricostruire un clima positivo: sono d'accordo e non conosco altro modo per fare questa operazione che allargare il consenso. A questo siamo disponibili fino alle 15.55 di domani. Riteniamo che il raggiungimento di un punto di equilibrio non sia impossibile e ci stiamo lavorando". Lo ha detto il segretario confederale della Cgil Fabrizio Solari dopo l'incontro con Cai su Alitalia a palazzo Chigi.

19:23 Cgil: "Se non cambia nulla il nostro è un no"

"La Cgil è disponibile a fare questo ultimo miglio, con ragionamento pacato, con responsabilità. Le ultime 24 ore saranno spese per lavorare e spiegare ai lavoratori i sacrifici anziché siglare un'intesa che possa trovare un no dei lavoratori. Se non cambia nulla, è un no". Lo ha detto il segretario confederale della Cgil Fabrizio Solari dopo l'incontro con Cai su Alitalia a palazzo Chigi.

19:20 Bonanni ai piloti: "Andate all'osso del problema"

Il leader della cisl, Raffaele Bonanni, invita i piloti di Alitalia ad andare "all'osso del problema". Nel corso di una conferenza stampa al termine dell'incontro su Alitalia fra Cai, governo e sindacati, il leader della Cisl sottolinea che i piloti "sono un patrimonio importante, come lo sono anche gli assistenti di volo, ma non devono essere strumentalizzati per comandare sull'azienda". A chi chiede se la Cisl è disponibile ad un accordo separato, Bonannni risponde: "Noi non vogliamo separarci dal buon senso".

19:17 Lavoratori Atitech tolgono blocco a Capodichino

I lavoratori dell'Atitech hanno rimosso il blocco che aveva provocato pesanti disagi al traffico, a partire dalla Tangenziale, fino all'ingresso dello scalo di Capodichino a Napoli. Conseguenze negative anche per i viaggiatori che hanno dovuto percorrere a piedi centinaia di metri trascinando le valigie.

19:16 Da Ugl appello ai piloti: "Serve senso di responsabilità"

"Abbiamo dato al nostra adesione", dice del piano di salvataggio di Alitalia il segretario generale del'Ugl, Renata Polverini, che lancia anche un appello ai piloti: '''Chiedo ai piloti di immaginare di dare un contributo diverso. Credo che in questo momento dobbiamo fare tutti uno sforzo in più per uscire da questa situazione nel miglior modo possibile. Io faccio un appello al senso di responsabilità".

19:15 Polverini: "Lavoratori Atitech possono stare tranquilli"

"Abbiamo riconfermato la nostra disponibilità", visto che già l'altra sera "avevamo condiviso il piano industriale". Così Renata Polverini, segretario generale dell'Ugl, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine dell'incontro con il governo e Cai. Polverini spiega che sono state ottenute "garanzie sull'invarianza salariale" e a proposito del destino di Atitech aggiunge: "Non posso dire nulla perché è quotata in borsa, ma abbiamo ricevuto rassicurazioni che i lavoratori possono stare tranquilli".

19:02 Cgil: "Non chiediamo tempo, ma di allargare consenso"

"Noi non chiediamo tempo. Quello che vogliamo è allargare il consenso tra le sigle sindacali". E' quanto ha affermato il segretario confederale della Cgil, Fabrizio Solari smentendo le dichiarazioni di altre sigle sindacali secondo le quali la Cgil si sarebbe espressa per un 'ni' riservandosi di sciogliere il dubbio nelle prossime 24 ore.

18:57 L'Unione Piloti: "Senza elementi nuovi nostro giudizio è negativo"

"Chiediamo di essere messi a conoscenza di quanto sottoscritto da coloro che hanno accettato sia l'accordo quadro sia il contratto. Senza elementi nuovi il giudizio dell'Unione Piloti è negativo". Così Massimo Notaro, presidente dell'Up, secondo quanto si apprende da fonti presenti al tavolo di confronto a Palazzo Chigi, avrebbe espresso la posizione dell'associazione.

18:55 Cancellati 34 voli all'aeroporto di Bologna

L'aeroporto di Bologna stila il bilancio dello sciopero di 24 ore indetto per oggi dalle Rdb per i lavoratori di Sab, Marconi handling, Bas, Giacchieri e Koop service: 34 voli cancellati, tra nazionali e internazionali (16 arrivi e 18 partenze), e tre dirottamenti in altri scali. La mobilitazione, che è andata a sommarsi agli scioperi che hanno riguardato alcune compagnie aeree (tra le quali Alitalia), ha fermato sei voli Lufthansa, sei Iberia, quattro Alitalia, quattro Klm, quattro Air France, tre Austrian, due British Airways e un Czech Airlines. I voli Airone da Lamezia e da Napoli sono stati dirottati a Forlì, mentre il volo Germanwings da Colonia è stato costretto ad atterrare a Verona.

18:48 Terminata la riunione a palazzo Chigi

Dopo quasi tre ore è terminato a palazzo Chigi l'incontro tra governo, sindacati e Cai sul piano di salvataggio di Alitalia. Prima di chiudere il tavolo, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta avrebbe sintetizzato la situazione definendo tre blocchi: sindacati che appoggiano il piano; risposte "fumose" e altre "altrettanto chiare ma in senso negativo".

18:35 Up: "Senza novità, nostro giudizio è negativo"

Senza elementi nuovi il giudizio dell'Unione piloti sulla trattativa Alitalia resta negativo. "Chiediamo di essere messi a conoscenza - ha detto, nel corso dell'incontro con Cai e governo a Palazzo Chigi, il presidente dell'Upi, Massimo Notaro - dei dettagli e dei contenuti di quanto sottoscritto da coloro che hanno accettato sia l'accordo quadro, sia il nuovo contratto". "Auspichiamo - ha concluso Notaro - che emergano elementi che ci consentano di dare un differente giudizio che allo stato attuale è negativo".

18:31 Colaninno: "Piloti sono dipendenti"

"Nel nostro modello di azienda i piloti sono dipendenti e non un'associazione professionale". Lo puntualizza Roberto Colaninno all'incontro a palazzo Chigi.

18:25 Cavola (Sdl) e Divietri (Avia): "Ancora spiragli per trattare"

Anche Sdl, un'altra delle cinque sigle sindacali autonome che stanno complicando la cessione di Alitalia a Cai, prende tempo. "Adesso, in queste poche opre che restano, ci sarà la vera trattativa" dice Andrea Cavola. Posizione condivisa da Antonio Divietri, segretario degli assistenti di volo dell'Avia. "la scadenza è domani, significa che vogliono iniziare finalmente a trattare".

18:22 Berti (Anpac): "Trattare fino all'ultimo"

"E' giusto cercare di allargare il consenso sul piano industriale, ci sono molte cose che non condividiamo" e per questo "vogliamo avere l'opportunità di discutere i nostri temi nelle prossime ore". E' la posizione del segretario dell'Anpac Fabio Berti, leader dei piloti, al tavolo di palazzo Chigi. Berti, inoltre, ritiene di poter dare "un contributo serio fino all'ultimo momento".

17:56 Angeletti (Uil): "Cai non ritirerà offerta per colpa nostra"

Intorno al tavolo Alitalia arriva anche il via libera della Uil di Angeletti. "La conclusione di merito è lontana ma la Cai non ritirerà l'offerta per colpa della Uil" ha detto il segretario.

17:27 Solari (Cgil): "Lavorerò fino alle 16 di domani"

Prende tempo e cerca di mediare fino in fondo la Cgil. Dice Fabrizio Solari al tavolo di palazzo Chigi: "Sarò a posto con la mia coscienza solo quando avrò espletato fino all'ultimo tentativo di allargare il consenso, utilizzando tutto il tempo a disposizione. Ritengo ci siano i margini per poterlo fare".

17:21 Ugl: "Ok al piano della Cai"

Renata Polverini, segretario dell'Ugl, è intervenuta al tavolo su Alitalia in corso a palazzo Chigi per dare "il via libera al piano proposto da Cai". E' la seconda sigla su un totale di nove che approva il piano.

17:15 Dimissioni direttori di volo e piloti?

A Fiumicino si inseguono voci di possibili dimissioni da parte di direttore e vicedirettore operazioni volo e dei piloti alla testa di altri settori. Significherebbe il blocco quasi totale dei voli. Il segretario dell'Anpac Fabio Berti dice di non saperne nulla.

17:10 Bonanni (Cisl): "Ok al piano Cai"

"Le proposte sono suggestive, do il mio assenso al piano". Lo dice il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni al tavolo cai-sindacati in corso a palazzo Chigi.

17:07 Colaninno: "Ai dipendenti il 7% utili"

La Cai è pronta a redistribuire ai dipendenti il 7% degli utili realizzati dalla società. Lo dice Colaninno ai sindacati. Secondo quanto riferiscono fonti sindacali, questa percentuale di profitti verrebbe assegnata per il 45% alla categoria dei piloti, per il 30% agli assistenti di volo e per il 25% ai lavoratori di terra.

16:48 Letta: "Risposta e firma entro le 16 di domani"

"La risposta e la firma dei sindacati dovrà arrivare entro domani alle 15,50". Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta intervenendo alla riunione su Alitalia convocata a palazzo chigi.

16:46 Colaninno: "Compriamo azienda in dissesto"

"La proposta può essere accettata o no" ma sia chiaro che "non stiamo comprando un gioiello ma un'azienda in dissesto". Lo dice Colaninno ai sindacati. "La nostra offerta- ha aggiunto- è condizionata al consenso legittimo delle forze lavoro. E' una proposta con tutti i limiti. Ma io non ho più un euro da mettere al tavolo".

16:43 Colaninno: "Senza consenso domani ritiro offerta"

"Senza consenso domani ritiro l'offerta". Lo ha detto il presidente di Cai, Roberto Colaninno, ai sindacati durante l'incontro su Alitalia a Palazzo Chigi.

16:36 Colaninno: "Impossibile trattare, non c'è una lira in più"

"Non c'è più nulla su cui discutere, non c'è una lira in più da condividere". Lo ha detto Roberto Colaninno, presidente della Cai, ai sindacati. "Avete ottenuto - ha aggiunto - in queste due settimane quello che non era previsto concedere". Poco prima Colaninno ha anche detto che non si è arrivati all'aut aut.

16:28 Colaninno: "Non è aut aut"

"Questo non è aut aut ma un tentativo di rilanciare Alitalia con il consenso dei lavoratori". Lo dice Colaninno ai sindacati riuniti a palazzo Chigi. Accanto a lui c'è Gianni Letta che al'inizio della riunione ha detto: "Ascoltiamolo poi valuteremo insieme come dare seguito al negoziato se ci sarà il tempo e lo spazio".

16:25 Colaninno: "Stavo per ritirare il mio investimento..."

"Il successo di un'impresa viene soltanto con il consenso di tutti i lavoratori". Lo sta dicendo Roberto Colaninno, presidente di Cai, ai sindacati riuniti a palazzo Chigi. Poi aggiunge: "Se stanotte il governo Usa non fosse intervenuto per Aig, io questa mattina avrei ritirato il mio investimento".

16:15 Lavoratori Atitech bloccano Capodichino

Da circa un'ora una cinquantina di dipendenti dell'Atitech stanno protestando per l'incertezza della sorte del polo di manutenzione pesante di Alitalia, bloccando la viabilità sulla rotonda in cui sbocca viale Fulco Ruffo di Calabria, arteria dalla quale si accede allo scalo aereo di Napoli. I passeggeri che devono partire da Capodichino sono costretti a percorrere il tratto di strada verso il terminal a piedi;

16:11 Iniziata l' "ultima" riunione a palazzo Chigi

E' appena iniziata a palazzo Chigi la riunione governo, Cai e sindacati su Alitalia. Al tavolo, nella sede del governo sono presenti il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e i ministri Claudio Scajola, Altero Matteoli, Maurizio Sacconi e Andrea Ronchi. Per Cai è presente Roberto Colaninno. C'è, inoltre, il commissario alitalia Augusto Fantozzi. Sul fronte sindacale, rappresentanti di Cgil, il segretario della Uil Luigi Angeletti, della Ugl Renata Polverini, della Cisl Raffaele Bonanni, ed esponenti di Anpac, Anpav, Avia, Sdl e Unione piloti, la "terribile cinquina" degli atuonomi.

16:07 Sacconi: "Cai non toccherà più il piano industriale"

Come già detto ieri sera a Porta a Porta, il ministro Sacconi ripete oggi nell'aula di Montecitorio che "Compagnia aerea italiana non toccherà più il piano industriale", cioè numero di aerei e rotte da cui poi discende il personale di terra e di volo necessario. Il piano è "immodificabile"

15:58 Solari (Cgil): "Firmeremo solo proposta ragionevole"

Resta cauto il segretario confederale della Cgil Fabrizio Solari a pochi minuti dall'inizio del vertice a palazzo Chigi. "Vedremo cosa ha da dire Colaninno. Non sono nè ottimista nè pessimista. Dico che firmeremo solo sarà raggiunto un buon punto di equilibrio e mediazione tra le offerte della Cai e le controproposte dei lavoratori"

15:26 Sacconi: "Af, Lh e Ba solo per quote di minoranza"

Nè Air France, nè Lufthansa nè British Airways sono interessate a una proposta di acquisto per Alitalia, "ma solo a partecipazioni minoritarie". Lo ha detto il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, al question time alla Camera.

15:24 Sacconi: "Tremila esuberi, no taglio salari"

Sono "circa 3.000" i dipendenti di Alitalia che saranno interessati "da provvedimenti di integrazione di reddito e di ricollocamento". Sui salari inoltre "non è prevista una riduzione dei salari effettivi". A parità di salario, ha spiegato, dovrebbe invece corrispondere una maggiore produttività.

15:19 Sacconi: "Sono pessimista, Cgil gioca allo sfascio"

"Sono pessimista i sindacati mi sembrano autolesionisti e la Cgil sta giocando allo sfascio". Il ministro Sacconi è a Montecitorio pochi minuti prima dell'incontro a palazo Chigi. Il ragionamento del ministro è semplice: la trattativa è turbata dagli autonomi, che restano sulle barricate principalmente perchè pensano che c'è un sindacato, ovvero la Cgil, che non regge di fronte alla trattativa e rischia di mollare.

14:46 Al tavolo Cai-Alitalia la controproposta delle 5 sigle autonome

Sdl, Anpac, Up, Avia, Anpav portano al tavolo di palazzo Chigi una loro controproposta sul fronte del contratto di lavoro. E cioé lavorare di più allo stesso prezzo. Esempio per il personale di terra: 30 minuti in più al giorno che equivale a un giorno e mezzo in più al mese e 18 giorni in più all'anno.

14:21 Angeletti: "Ecco le ultime modifiche"

Angeletti ricorda che la "bozza di proposta" frutto del negoziato tra confederali e Cai prevede lo stesso salario per tutto il personale di terra e per il personale di volo, a parità di stipendio, l'aumento del 6% delle ore di volo. Resterebbe confermata la 14esima mensilità così come non verrebbero decurtati i giorni di ferie.

14:15 Angeletti (Uil): "Ci sono condizioni per accordo"

"Penso ci siano tutte le condizioni per un accordo". Così il leader della Uil, Luigi Angeletti, a pochi minuti dall'inizio della riunione decisiva a palazzo Chigi. "Sui contratti c'è un lavoro compiuto quasi a metà. Si tratta ora di scegliere tra due opzioni: la prima di accontentarsi di quello che c'è, la seconda di rinviare tutto quello che manca ad una successiva trattativa",

13:38 Mille manifestanti gridano "fuori" ai colleghi al lavoro

Sta crescendo la manifestazione contro la Cai in corso a Fiumicino. Oltre alle bandiere dei Cub sventolano quelle della Cgil e della Sdl. Ci sono piloti, steward e hostess. Sistanno radunando davanti ai banchi del check-in delle partenze nazionali, dove alcuni colleghi stanno lavorando, invitandoli a scioperare e urlando "Fuori, Fuori".

13:31 Sabelli: "Stessi salari ma con più produttività"

"La Cai è disposta a concedere gli stessi salari, nel nuovo contratto Alitalia, ma con un chiaro e netto aumento della produttività". Lo ha detto l'amministratore unico della Cai, Rocco Sabelli. Sulla disponibilità della società a concedere gli stessi salari con un congruo aumento di produttività, il top manager ha ricordato che "è dall'inizio che diciamo questo, forse qualcuno non l'aveva capito".

13:25 Scioperi: pochi disagi a Linate

Disagio sostanzialmente contenuto, a Linate, per lo sciopero indetto - dalle 12 alle 16 - dai dipendenti del gruppo Alitalia aderenti alla Cub Trasporti. Dei quaranta voli per cui è stata prevista la cancellazione solo cinque riguardano direttamente l'aeroporto di Linate. Dallo scalo milanese, non partiranno cinque voli diretti all'aeroporto romano di Fiumicino. Cancellati anche altri cinque voli in partenza dallo scalo capitolino in direzione Linate.

13:15 Fiumicino: 500 manifestanti in corteo

Cinquecento manifestanti con bandiere, slogan e fischietti stanno sfilando in corteo all'aeroporto di Fiumicino all'interno della hall degli Arrivi. Al grido di "Vergogna, vergogna" i manifestanti, sotto gli occhi incuriositi dei passeggeri, stanno camminando tenuti costantemente sotto controllo da uomini delle forze dell'ordine.

13:01 Sacconi: tutte le sigle a palazzo Chigi

"Ci vediamo alle 15.30 a Palazzo Chigi con tutte e nove le organizzazioni" coinvolte nella vicenda Alitalia. Lo ha annunciato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, sottolineando che "il dottor Colaninno ha chiesto a noi di convocare una riunione di tutte le nove organizzazioni a cui rivolgerà un suo ragionamento"

12:59 Sacconi: non c'è più trattativa

Alla domanda se questa convocazione è di buono auspicio per la trattativa, Sacconi è deciso: "Non c'è più trattativa"

12:58 Sacconi, sindacati convocati alle 15.30

Il ministro del Welfare Sacconi ha convocato i sindacati alle 15.30

12:55 Cominciato sciopero Cub a Fiumicino

"Scioperiamo affinché venga applicato anche in Cai il contratto nazionale del trasporto aereo, nonché le normative relative al passaggio da un'azienda all'altra; scioperiamo per dire no all'atteggiamento della Lega Lombarda che sta portando avanti la propria battaglia contro l'aeroporto di Fiumicino per trasferire i voli Alitalia nello scalo milanese di Malpensa". Lo ha detto all'aeroporto di Fiumicino, Fabio Frati, responsabile nazionale della Cub Trasporti a pochi minuti dall'inizio dello sciopero di 4 ore proclamato dalla Cub Trasporti. Intanto nello scalo romano si stanno radunando tra impiegati di terra, hostess e steward in divisa e in borghese, circa 300 persone

12:54 Ryanair, le compagnie prossime al fallimento

"L'unico elemento che può aumentare il traffico passeggeri, è ridurre i prezzi" ha aggiunto Cawley. "Ogni compagnia riducendo i costi, può aumentare il numero dei passeggeri. Noi - ha aggiunto - vogliamo aumentare il mercato, lavorando su voli sia domestici che internazionali". Il rappresentante di Ryanair ha quindi riportato la classifica delle compagnie che, secondo un sondaggio via internet effettuato in Irlanda, sarebbero prossime al fallimento. "Al primo posto c'è l'Alitalia - ha riferito - seguita da Spanair, Sky Europe e Air Berlin"

12:50 Terminato incontro a palazzo Chigi

E' durata poco più di un'ora a palazzo Chigi la riunione su Alitalia. Dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta si sono riuniti infatti Roberto Colaninno e Rocco Sabelli di Cai, Gaetano Miccichè e Corrado Passera di Intesa Sanpaolo. Con loro, i ministri del Welfare Maurizio Sacconi e delle Infrastrutture Altero Matteoli

12:48 RyanAir: speriamo sopravviva, concorrenza importante

"L'Alitalia sta riducendo i voli e aumentando le tariffe. Speriamo che sopravviva con altre compagnie aeree, perché la concorrenza è importante" ha detto oggi a Fiumicino Michael Cawley, Deputy Chief Executive di Ryanair, la maggior compagnia aerea low-cost d'Europa, presentando una nuova offerta di cinque milioni di posti per viaggiare in ottobre e novembre a soli 5 euro (solo andata)

12:36 Al Senato audizioni di ministri e sindacati

Il decreto legge sull'Alitalia che modifica la legge Marzano sulle grandi aziende in crisi ha iniziato il suo iter parlamentare nelle commissioni congiunte lavori pubblici e industria al Senato con la prospettiva di approdare in Aula martedì 30 settembre ed esser votato entro giovedì 2 ottobre. Stamani gli uffici di presidenza delle commissioni congiunte hanno fissato il calendario delle audizioni mentre è slittato alle 15.30 di oggi l'intervento del ministro per lo sviluppo economico, Claudio Scajola. Domani mattina si svolgeranno le audizioni dei rappresentanti dell'Enac e di Assoaeroporti mentre martedì 23 è già fissata, alle ore 14, l'audizione del ministro delle infrastrutture, Altero Matteoli. Sempre per martedì 23 settembre sono fissate le audizioni del ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, dell'Antitrust e dei sindacati

12:24 Iesm conferma interesse per Atitech

Investimenti e Sviluppo Mediterraneo (Iesm.Mi), investment company dedicata alle Piccole e Medie Imprese del Centro Sud Italia, conferma "di aver presentato il 12 settembre scorso una manifestazione d'interesse per valutare l'acquisto di Atitech, ovvero l'ingresso in una Newco che preveda l'acquisto di Atitech stessa". Lo rende noto la società in un comunicato in cui si sottolinea "di aver ricevuto richiesta di ulteriore documentazione da parte del commissario straordinario dell'Alitalia, Augusto Fantozzi, su cui la società sta già lavorando"

12:18 Franceschini, responsabilità Pd? Cicchitto patetico

"E' patetico e offensivo il tentativo di Cicchitto di attribuire al Pd una interferenza nella trattativa Alitalia. La nostra posizione è da tempo pubblica e trasparente" replica il vicesegretario del Pd Dario Franceschini. "La maggioranza tenta di coprire la propria gestione approssimativa e dilettantesca della vicenda sollevando un polverone politico. Pensino piuttosto a evitare di scaricare tutti i costi su lavoratori e contribuenti e imparino a rispettare l'autonomia e il ruolo dei sindacati, anzichè lavorare scientificamente per dividerli", conclude

12:12 Solari (Cgil): no ai ricatti, Cai rifletta bene

"Spero che Cai rifletta bene su come concludere la vicenda Alitalia, perché una società di servizi che nasce su un ricatto non avrebbe futuro". E' quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Fabrizio Solari, che aggiunge: "la Cgil è consapevole che occorre un nuovo inizio anche sul versante contrattuale, ma una proposta onesta, che può risolvere la transizione verso la definizione del contratto collettivo nazionale del trasporto aereo, va ricercata nella normativa attualmente in essere nei principali competitor europei. Lufthansa, Air France, Iberia, scelgano loro"

12:05 Filt-Cgil a Sacconi: ieri nessuna proposta di negoziato

In una fase come quella in cui è ora la vicenda Alitalia in cui si deve discutere di contratto di lavoro, il metodo di escludere un negoziato di merito "rappresenta un'idea autoritaria "dei rapporti con i sindacati". E' quanto sottolinea il segretario generale della Filt Cgil, Franco Nasso, in merito alle dichiarazioni del titolare del dicastero di via Veneto sull'indisponibilità della Cgil a incontrare ieri i vertici della Cai. "Di cosa parla il ministro Sacconi?" si chiede Nasso precisando che "ieri non c'è stata alcuna convocazione formale, c'è stato solo un invito ai segretari confederali a passare a firmare"

11:46 Nuova riunione a palazzo Chigi

Nuova riunione a palazzi Chigi su Alitalia. Dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta sono infatti riuniti Roberto Colaninno e Rocco Sabelli di Cai, Gaetano Miccichè e Corrado Passera di Intesa Sanpaolo. Con loro, i ministri del Welfare Maurizio Sacconi e delle Infrastrutture Altero Matteoli

11:28 Cicchitto: Veltroni cerca di far saltare trattative

"Emerge in modo evidente che il settore del Pd guidato da Veltroni ha scelto sulla vicenda Alitalia la linea del tanto peggio tanto meglio e cerca in tutti i modi di far saltare le trattative puntando spregiudicatamente e cinicamente a influenzare sia la Cgil sia l'associazione dei piloti" ha affermato il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. "Ci auguriamo che un grande sindacato come la Cgil e l'associazione dei piloti, che devono tutelare l'interesse di molti lavoratori e di operatori ad alto livello di qualifica, resistano a questa linea irresponsabile e si confrontino costruttivamente con la Cai ed il governo per una soluzione al meglio delle possibilità"

11:26 Moretti, mai fatto proposte per Alitalia

"Non abbiamo mai avanzato proposte per Alitalia": lo ha detto oggi, a Trieste, Mauro Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, a margine di un convegno sui trasporti in Europa in corso a Trieste

11:25 Marrazzo: ho chiesto a Berlusconi un tavolo Roma

"Ho chiesto al premier Berlusconi un 'tavolo Roma' sulla questione Alitalia. In quella sede porterò quattro richieste: la liberalizzazione delle rotte intercontinentali; chiederò che Adr mantenga i 2,7 miliardi di euro di investimenti per le infrastrutture; l'istituzione del porto crocieristico e commerciale a Fiumicino e, come regione, il potenziamento delle infrastrutture con la città di Roma". E' quanto afferma il presidente della regione Lazio, Piero Marrazzo, parlando a Radio Radio

10:41 Oggi altri due scioperi, cancellati 3 voli

In contemporanea con lo sciopero dei lavoratori del Gruppo Alitalia indetto dalla Cub Trasporti dalle 12 alle 16, sono in programma oggi nella stessa fascia oraria altre due agitazioni: quella del personale di terra di tutte le compagnie italiane indetto da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl e quella della Uilt/ApM (Associazione piloti Meridiana). Le conseguenze previste per ora a Fiumicino sono limitate a Meridiana che ha programmato la cancellazione di tre voli: uno per Olbia e due per Cagliari. Air One non prevede invece soppressioni

10:09 Cossiga, lettera a Epifani

E' "comprensibile" e "doveroso" che "la Cgil operi per il fallimento del tentativo 'berlusconiano' di salvare l'Alitalia", in quanto "sindacato di sinistra". Lo afferma Francesco Cossiga in una lettera inviata oggi al segretario della Cgil, Guglielmo Epifani. "Il nemico da battere è anzitutto il centrodestra" scrive Cossiga, "non il 'padrone', che sarebbe il commissario di Alitalia. E ventimila licenziati sono un prezzo certo duro da pagare, ma necessario, pur di affermare la credibilità della Cgil e si deve alle parole far seguire i fatti: O si fa come diciamo noi, o salta tutto!"

09:59 Posticipato al 17 ottobre sciopero Sea

Lo sciopero del personale Sea, indetto originariamente per oggi dalle sigle Sdl, Cub-Trasporti e Slai Cobas, è stato posticipato di un mese, al 17 ottobre prossimo

09:53 Fiumicino, 40 i voli cancellati

A Fiumicino l'operativo voli Alitalia è al momento regolare, ma, concentrati per lo più nella fascia oraria dello sciopero dei lavoratori del Gruppo Alitalia indetto dalla Cub Trasporti dalle 12 alle 16, sono 40 i voli AZ, tra arrivi e partenze, che risultano cancellati al Leonardo da Vinci. Nel dettaglio, come si legge sul sito Alitalia, i voli soppressi sono 20 in partenza (di cui 10 internazionali e 10 nazionali) e 20 in arrivo (10 internazionali e 10 nazionali, di cui 5 da Linate)

09:19 Air France, no comment a dichiarazioni Berlusconi

"Non abbiamo alcun commento da fare in merito alle parole del premier italiano. No comment": così un portavoce della compagnia aerea Air France-Klm al quotidiano online Affaritaliani.it, dopo che ieri Silvio Berlusconi non ha escluso un'alleanza con Parigi

09:12 Previsti altri scioperi in giornata

Sono previsti anche altri scioperi del settore del trasporto aereo, programmati da tempo e non legati alla vertenza Alitalia, tra cui quello del personale di terra di tutte le compagnie indetto da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl. Iniziative che, di riflesso, potrebbero causare disagi all'operatività dei voli di tutte le compagnie.

Air One prevede solo disagi limitati. Tra gli altri scioperi, che si sovrappongono tutti dalle 12 alle 14, secondo quanto si legge sul sito del Garante, è previsto lo stop dei sindacati autonomi e di base per il personale della Sea (dalle 12 alle 16), la società di gestione degli aeroporti di Milano Linate e Malpensa

09:04 Cancellati 40 voli nel pomeriggio

Confermato dalla Cub Trasporti lo sciopero di quattro ore (dalle 12 alle 16) di tutti i dipendenti della compagnia. Alitalia ha previsto al cancellazione di 40 voli. Il sindacato autonomo in un documento ha criticato l'intesa sottoscritta dalla cordata italiana e Cgil, Cisl, Uil e Ugl, sottolineando che "segna un pesantissimo ridimensionamento di Alitalia che sarà ridotta a un vettore poco più che nazionale"

08:54 Matteoli, grande irresponsabilità scioperare oggi

"E' un gesto di grande irresponsabilità" ha detto il ministro dei Trasporti e infrastrutture, Altero Matteoli, intervistato da Sky sullo sciopero proclamato dai Cub di Alitalia. Matteoli rileva che "i sindacati finora hanno fatto il loro mestiere. Nella trattativa stanno cercando di portare a casa il più possibile per i loro assistiti e cai ha già fatto molte concessioni". Matteoli sulla trattativa ha detto di auspicare che "prevalga il buon senso"

08:27 Cancellati 50 voli, 4 ore di sciopero

I Cub hanno proclamato quattro ore di sciopero per protestare contro il piano della Cai e lo smantellamento della compagnia. La protesta comporta la cancellazione di 50 voli tra le 12 e le 16

 

 

IL PIANO FENICE

Alitalia, ecco il piano Fenice

65 rotte, 137 aerei, 3.250 esuberi

Solo 16 voli intercontinentali. I sindacati divisi. Sdl e Anpac: "Non tornano i conti"

Tajani: "La Ue potrebbe chiedere altri chiarimenti". Berlusconi contro Bersani e D'Alema

di CLAUDIA FUSANI

Alitalia, ecco il piano Fenice 65 rotte, 137 aerei, 3.250 esuberi

Il ministro Sacconi e il sottosegretario Gianni Letta

ROMA - Sarà un'Alitalia molto "concentrata" sui voli nazionali anche se convinta dell'importanza di quelli internazionali. Sottoposta a una cura dimagrante - tagliati tra 80 e 100 aeromobili - la nuova compagnia nazionale sarà dedicata soprattutto al mercato del corto-medio raggio con 65 destinazioni, di cui circa sedici intercontinentali e le altre 49 sparse tra Italia e Europa. Addio agli hub di Milano e Roma e via libera a sei minihub, cioè sei aeroporti principali come Roma, Milano, Torino, Napoli, Venezia e Catania. Dal perimetro della nuova Alitalia resteranno fuori il settore cargo e la manutenzione pesante ma avranno un' immediata ricollocazione anche perchè strategici al funzionamento. Così come i servizi amministrativi, i call center e il comparto dell'information technology: per questi servizi è prevista al momento "una zona grigia che però avrà presto la sua operatività". Buone notizie, rispetto alle premesse, per il capitolo esuberi: il governo promette che saranno "solo" 3.250 i lavoratori e le lavoratrici da ricollocare su un totale Alitalia-AirOne di 17.500 al netto dei contratti a tempo che sono già già in scadenza e non saranno rinnovati.

Sono i punti principali del piano Fenice che l'ad di Cai Rocco Sabelli ha illustrato al tavolo in oltre quattro ore di confronto serrato ma, come sottolinea il ministro Sacconi in serata, "positivo perchè costruttivo". Un tavolo affollato, caldissimo e con presenze di alto livello quello al secondo piano della sede del ministero del Lavoro in via Flavia. Oltre alle nove sigle sindacali - per Cisl e Uil sono presenti i segretari generali Bonanni e Angeletti - ci sono i quattro ministri - Sacconi (Welfare), Scajola (Sviluppo economico), Matteoli (Infrastrutture) e Ronchi - il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, il presidente della Cai Roberto Colaninno e l'ad Sabelli, gli acquirenti, e il commissario di Alitalia Augusto Fantozzi, il liquidatore.

Intorno alle venti, quando il tavolo del primo giorno si scioglie per darsi appuntamento a domani, c'è aria di missione compiuta negli uffici di via Flavia. "Il governo è impegnato - assicura Sacconi - a seguire passo passo il percorso di reinserimento di questi 3.250 lavoratori" per cui sarebbero già stanziati 180 milioni di euro in sei anni di cassa integrazione. Ma il fronte sindacale è diviso, per non dire spaccato: non tornano i conti degli esuberi. C'è una settimana di tempo. Una settimana definitiva e conclusiva per la tormentata storia di Alitalia. "La trattativa deve chiudersi il prossimo giovedì" ha messo in chiaro il commissario Fantozzi.

Prima di illustrare il piano che dovrà rilevare la parte buona di Alitalia e AirOne e fonderle nella neonata Compagnia aerea italiana, l'amministratore di Cai e di Banca Intesa ha voluto precisare: "Non siamo qui per fare una compagnia low cost". Colaninno ha aggiunto: "Il trasporto aereo è un mercato in crescita. Questo piano non è un investimento a breve periodo e quindi non è una speculazione". Un concetto che ha voluto ripetere anche Letta. Tutte risposte indirette a chi nel centro sinistra, come Bersani e D'Alema, intravede invece disegni speculativi. Anche il premier Berlusconi si preoccupa di smentire sul nascere queste voci: "Sono accuse senza fondamento".

Il piano Fenice, un nuovo modello operativo. Sabelli parla per un'ora e mezzo, ha preparato una serie di cartelle lucide per spiegare il percorso di morte e rinascita di Alitalia. Che si regge sostanzialmente su un nuovo modello operativo. La nuova stagione prevede si basa sulla strategeia del point to point,in qualche modo al servizio del cliente. Da qui i sei minihub - Milano, Torino, Venezia, Roma, Napoli, Catania - che serviranno cioè le tratte più richieste dal mercato di Alitalia che già adesso, ha detto Sabelli, "è per l'87 per cento di breve-medio raggio". Linate diventa diventa base della navetta Roma-Milano.

Alitalia, ecco il piano Fenice 65 rotte, 137 aerei, 3.250 esuberi

Il commissario Alitalia Augusto Fantozzi

La nuova Alitalia nazionale. Le sei basi, le "24 destinazioni del mercato domestico" per un totale di 49 tra Italia e Europa, svelano in qualche modo quella che sembra la vera natura di Cai-Alitalia: una compagnia nazional-europea. Sabelli e Colaninno dicono l'opposto, che "il trasporto aereo è un mercato in crescita", "l'intercontinentale è importante" e l'Italia sarà il porto verso "oriente e medioriente". Ma la Compagnia aerea italiana sarà soprattutto quello che dice il nome: una compagnia nazionale.

Sedici destinazioni nel mondo. Le slides dicono che scompare ad esempio Los Angeles, mentre si aggiungerebbero mete come Shangai, Seul, Rio de Janeiro. I voli intercontinentali partono "14 da Milano e 4 da Roma". A parte il declassamento di Fiumicino, la somma farebbe in questo caso 18 e non sedici.

La flotta. Passerebbe dagli attuali 220-239 di oggi - mettendo insieme gli aeromobili di Alitalia e AirOne - ai 137 della Cai. Questa la previsione almeno per il 2009. Nel 2013 gli aerei diventerebbero 158 di cui almeno 60 nuovi di officina. Restando all'oggi, la fusione e la rinascita di Az e AirOne comporta un taglio di circa 80-100 aerei per un quota di mercato domestico del 55 per cento, la somma dell'esistente.

Il partner straniero - E' il convitato di pietra della riunione. Chi sarà il socio straniero coinvolto in Cai? E in quale percentuale? "L'acquirente prosegue i contatti con tutti i soggetti interessati" spiega il ministro Sacconi. Che sono più d'uno, "Air France, British ma anche Lufthansa". E' un argomento delicato quello del partner straniero, un colosso internazionale - questo il timore - che poi si "mangia" la piccola ma redditizia Cai-Alitalia. Un rumor in qualche modo collegato alle voci di speculazione e ai sospetti di "interessi privati in atti di ufficio da parte del governo" (Solari, Cgil). Sacconi lo sa ed è molto preciso: "E' chiaro che qualsiasi socio straniero avrà una quota di minoranza".

Gli esuberi - E' il capitolo più difficile perchè ci sono di mezzo migliaia di famiglie. E' anche quello che sta più a cuore al ministro del Welfare che interrompe un paio di volte la riunione per scendere in sala stampa, informare e dare messaggi tranquillizzanti. "I dipendenti effettivi, strutturali, non a tempo, di Alitalia e AirOne sono 17.500. Nel nuovo sistema Alitalia - precisa Sacconi - saranno riassorbiti 14.250 lavoratori di cui 11.500 nella Cai". Fin qui tutto chiaro, quasi. Poi arrivano un po' di capriole. Sacconi parla di "700 lavoratori tra call center e information technology che al momento sono in una zona grigia ma essendo servizi essenziali per la compagnia si capisce che dovranno essere operativi fin dal primo giorno". Lo stesso si può dire dei 1600 incaricati della manutenzione e dei 450 del settore cargo. Se l'auspicabile diventa realtà, è tutto perfetto. "E' un piano robusto e credibile e ambizioso si sviluppo" dice il ministro. La faccia è tesa ma convinta.

A lato della riunione non sono mancate le polemiche. Quella tra il ministro Scajola e il presidente della regione Lazio Piero Marrazzo che vorrebbe entrare in Cai con dieci milioni di euro a garanzia e tutela del territorio. "A ognuno il suo mestiere" gli ha detto Scajola. "Appunto, sto difendendo i lavoratori del Lazio" ha replicato il governatore.

Il commissario europeo ai Trasporti Antonio Tajani (Pdl) fa sapere che la Ue "potrebbe aver bisogno di ulteriori chiarimenti". Insomma, al di là delle dichiarazioni e delle slide, il destino di Alitalia non è ancora deciso.

(4 settembre 2008)

 

L'UNITA'

per l'articolo completo vai al sito

http://www.unita.it

2008-09-22

Alitalia, la gara scade a fine mese Fantozzi: voli fino a quella data

Ma l'Enac: giovedì licenza sospesa

Alitalia, foto interna

Tempo tre o quattro giorni e Alitalia potrebbe non volare più. La licenza provvisoria concessa alla compagnia, infatti, "se non arrivasse un piano finanziario", verrà sospesa. Lo spiega il presidente di Enac, Vito Riggio, che dice di aspettarsi "che oggi il commissario Fantozzi presenti un piano di emergenza con riduzione dei costi senza il quale la licenza provvisoria non starebbe in piedi". Insomma , i tempi sono ancora più stretti di quelli che aveva annunciato il ministro Matteoli, che aveva parlato di "5-6 giorni di tempo prima di lasciare gli aerei a terra".

Il commissario straordinario Augusto Fantozzi, che ha pubblicato sul sito di Alitalia l'invito a presentare manifestazioni di interesse per l'acquisto di rami d'azienda della compagnia e che scade il 30 settembre, invece prova a rassicurare: i voli saranno garantiti fino a martedì prossimo, quando scadrà il bando. "Se entro martedì non ci sarà un'offerta razionale per Alitalia - aggiunge - chiederò l'eventuale sospensione della licenza e non un'interruzione che sarebbe più dannosa".

Meno di dieci giorni quindi per trovare nuovi investitori. Finora, nessuno si è fatto avanti: l’unico commento vagamente positivo arriva da il portavoce di Lufthansa, Claudia Lange che ha spiegato di stare "osservando gli sviluppi della situazione in Italia. Il mercato italiano è ovviamente uno dei più interessanti ma - dice Lange - non rilasciamo commenti sugli ultimi sviluppi che stanno accadendo in questi giorni e in queste ore. E non posso dire se la nostra posizione è cambiata oppure no perché non commentiamo le speculazioni di mercato".

Nel bando si ricorda che la procedura di amministrazione straordinaria cui sono ammesse le società Alitalia, "contempla la possibilità di cedere a trattativa privata tutti o parte dei complessi aziendali o delle attività produttive, definendo i contenuti di uno o più dei rami di azienda, anche non preesistenti, con individuazione dei lavoratori che passino alle dipendenze del cessionario, e ciò anche previa collocazione in cassa integrazione guadagni straordinaria o cessazione del rapporto di lavoro in essere e assunzione da parte del cessionario". La cessione – si legge ancora nella gara pubblica – potrà escludere, in tutto o in parte, la responsabilità dell’acquirente per i debiti relativi all’esercizio delle aziende cedute sorti prima del trasferimento ed, in ogni caso, non potrà prevedere un prezzo inferiore a quello stabilito dall’esperto indipendente nominato dal ministro dello Sviluppo Economico.

Il commissario ricorda infine che "l’unica significativa offerta pervenuta e sulla base della quale era stata avviata la trattativa, è stata revocata". Pertanto "intende verificare la sussistenza di altri soggetti interessati che possano garantire la continuità nel medio periodo del servizio di trasporto, la rapidità dell’intervento e il rispetto dei requisiti previsti dalla legislazione nazionale, ivi compresi i Trattati di cui è parte l’Italia".

Infine, tanto per cambiare il premier è tornato ad attaccare la Cgil. "Sono degli irresponsabili – dice – Non guardano al bene del paese e ai guai sociali che potrebbero derivarne". Parola di Berlusconi.

Pubblicato il: 22.09.08

Modificato il: 22.09.08 alle ore 12.33

Il commissario va a caccia di acquirenti

Bianca Di Giovanni

alitalia

Due mosse in contemporanea potrebbero far uscire dallo stallo la partita Alitalia. Il commissario straordinario Augusto Fantozzi farà pubblicare domani su tre giornali italiani e su un quotidiano finanziario internazionale una sollecitazione a presentare, entro il prossimo 30 settembre, manifestazioni di interesse da parte di soggetti in grado di garantire la continuità del servizio per uno o più rami di azienda del gruppo Alitalia. Come dire: si potrebbe riaprire una gara. Passano pochi minuti dalla notizia, e subito Guglielmo Epifani risponde alla "chiamata". "Se Fantozzi riprende in mano la trattativa con margini per affrontare un passaggio importante - dichiara intervistato da Lucia Annunziata su Rai3 - noi come sempre daremo il nostro contributo di responsabilità". Durante il confronto "Fantozzi non ha svolto alcun ruolo - ha aggiunto Epifani - eppure era quello che rappresentava Alitalia. Se lui ritorna in campo con i poteri e con la capacità che ha, e assume lui quel ruolo terzo che sarebbe dovuto essere del governo ma che non ha svolto perché è diventato parte in causa, secondo me può aprire uno spiraglio interessante per uscire dallo stallo in cui siamo caduti". Detto in altri termini: con un altro "arbitro" (anzi, con un "vero" arbitro) la partita può riprendere.

Il cammino però non è affatto in discesa. Prima di tutto, si tratterebbe di una corsa contro il tempo. Oggi il commissario straordinario ha in programma un incontro ancora più importante del tavolo con un nuovo ipotetico acquirente. Il presidente Enac Vito Riggio, infatti, vuole valutare se la scarsa liquidità del vettore possa portare al ritiro della licenza. L’emorragia di risorse non si ferma, minacciando in qualche caso la completa operatività. Anche se tutti i dipendenti si sono impegnati a proseguire il servizio senza "intoppi", qualche brutta sorpresa comincia a vedersi. Un tribunale di Israele ha posto sotto sequestro i conti bancari e le altre proprietà di Alitalia in Israele a causa di un debito di mezzo milione di dollari che la compagnia di bandiera avrebbe nei confronti delle autorità aeroportuali locali. Lo ha riportato il quotidiano finanziario locale The Marker. La notizia di stampa, però non è stata confermata dai piani alti della Magliana.

L’impresa di Fantozzi appare in salita anche perché non sembra ottenere l’appoggio del governo, elemento essenziale perché abbia successo. A Epifani che rivelava in Tv di aver contattato telefonicamente il premier, è arrivata una risposta secca di Bonaiuti: nessuna telefonata. Porte sbarrate. Subito dopo sull’ipotesi di un nuovo tavolo è calata l’"ipoteca Sacconi". "Non può esserci nessuna ripresa delle trattativa - ha dichiarato il ministro a Sky Tg24 - Non solo perché questo ritiene la società Cai e cioè di aver esaurito i margini, ma anche perché Cisl Uil e Ugl hanno sottoscritto quell’accordo e sarebbe davvero un errore grave nei loro confronti riaprire il negoziato". Insomma, per il governo resta aperta l’unica strada della resa di Cgil e piloti: firmare quello che hanno già firmato gli altri.

Troppo presto a questo punto per dire che le carte giocate da Fantozzi (e da Epifani) possano essere risolutive. La sollecitazione alle manifestazioni di interesse riguarderà tutte le divisioni del gruppo Alitalia, ma è chiaro che l'obiettivo è soprattutto l'attività di volo visto che, come ha ricordato lo stesso commissario, sul tavolo ci sono già offerte per le divisioni cargo, handling, catering e call center ma, dopo il ritiro di Cai, nessuna per l'attività di volo. Del resto, i tentativi fatti da Fantozzi nei giorni scorsi attraverso contatti telefonici con i vertici di Air France-Klm, Lufthansa e British Airways non hanno sortito effetti.Insomma si tratta di verificare se la decisione di avviare una procedura di vendita pubblica degli asset Alitalia sia solo "una strada obbligata" dalla normativa, e che quindi Fantozzi l'abbia imboccata per non prestare il fianco a critiche alla sua gestione commissariale, o se invece porterà a qualche cosa di concreto.

Pubblicato il: 22.09.08

Modificato il: 22.09.08 alle ore 8.18

 

 

2008-09-21

Le hostess aprono, i piloti no. Sacconi: al tavolo per firmare

alitalia, proteste lavoratori

Se si torna al tavolo, è per firmare. Dopo l’apertura delle assistenti di volo (per il titolare dei Trasporti Matteoli, "uno spiraglio") il ministro Sacconi torna a parlare di Alitalia, ribadisce che l’unica alternativa al fallimento è la Cai e spiega che "è necessario tornare al tavolo non per trattare, ma per firmare i documenti e consentire alla società Cai di dare vita ad una nuova Alitalia". Insomma, non ci sono altre condizioni da porre, o accordi da modificare. Sacconi vuole quella "responsabilità" che sabato anche il premier è tornato ad esigere da tutti quelli "che oggi si trovano in una situazione francamente irrazionale".

Gli irrazionali, secondo Berlusconi, sarebbero la Cgil, i piloti e gli assistenti di volo. Insomma tutti quelli che hanno posto delle condizioni. Sacconi ha ribadito di nuovo che le indicazioni contenute nelle controproposta firmata dai sindacati autonomi e dalla Cgil. Sacconi dice di aver proposto "non un taglio di salario ma un'ipotesi di riduzione del 6-7% a questo livello di ore di volo", mentre gli assistenti di volo chiedono salari invariati a fronte di un aumento della produttività.

Ma per il segretario nazionale della Filt Cgil, Franco Nasso bisogna riprendere il confronto con Cai o con qualsiasi altro vettore per risolvere la situazione. . "Da lunedì - ha detto Nasso - mi aspetto che si risolva il problema, la prossima è la settimana entro la quale si deve trovare una soluzione. Nessuno è in grado di fare previsioni. Quello che immaginiamo debba succedere è la ripresa del confronto con Cai o con un'altra soluzione per dare un futuro alla compagnia".

Quanto ai margini per una eventuale ripresa del confronto, Nasso ha sottolineato: "noi abbiamo dichiarato posizione chiarissima. Condividiamo il piano industriale e anche una parte dell'accordo sul contratto: abbiamo detto semplicemente che per la parte dei lavoratori che non rappresentiamo ci vuole un consenso più ampio. Abbiamo visto che un sindacato degli assistenti di volo (l'Anpav ndr) credo grazie anche al lavoro che ha fatto la Cgil ha aderito al piano industriale e ha sollecitato una soluzione ai problemi contrattuali, quella è la strada".

I piloti invece per ora non mostrano nessun segnale di apertura ma parlano di "una scommessa per una nuova azienda, per una nuova società che auspichiamo possa vedere la luce". È quello che spera anche l’Italia dei Valori, che dice no alla nazionalizzazione (già esclusa venerdì da Tremonti) perché "Alitalia ad essere un carrozzone di Stato", ma propone "una seria gara internazionale. È questa la via – spiega Donadi – per salvare la compagnia, ma la condizione è che il governo non sia più sponsor di famiglie amiche".

Pubblicato il: 20.09.08

Modificato il: 20.09.08 alle ore 19.02

 

2008-09-19

Alitalia, Epifani non ci sta: "È un indegno scaricabarile"

Il ministro Sacconi riferisce al governo

"Abbiamo firmato per il personale di terra" che rappresentano "il 51% dei lavoratori" mentre non è stato così per il personale di volo e "non si può firmare un accordo separato se si rappresenta meno della metà dei lavoratori". E poi sarebbe stato "inimmaginabile" tentare il rilancio di Alitalia "senza la professionalità dei piloti e degli assistenti volo, che è fondamentale". E comunque, "fare uno scaricabarile di responsabilità, non è degno di un Paese civile". È il giorno di Guglielmo Epifani, il segretario della Cgil che mercoledì ha coraggiosamente scelto di non firmare l’accordo con la Cai. E segnato una rottura tra i sindacati confederali destinata a rimanere negli annali.

Non che la Cgil si sia tirata indietro dal tavolo senza fare proposte. Insieme ai sindacati autonomi del personale di volo, Epifani aveva presentato la sua controproposta attorno alle 13 e trenta, due ore prima della scadenza dell’ultimatum. Ma che fosse "colpa della Cgil" ormai era la versione che circolava addirittura dal giorno prima. A metterla in giro, Silvio Berlusconi. Che giovedì, quando la Cai ha annunciato il ritiro dell’offerta, c’è andato giù pesante con il sindacato.

In realtà, la trattativa era partita male sin dall’inizio. "Non si era mai vista prima – ricordava mercoledì Epifani – una trattativa in cui c'è stato un ultimatum al giorno, e tra un ultimatum e l'altro non si è mai lavorato sui punti importanti che andavano affrontati". Insomma, dicono anche i piloti e gli assistenti di volo: la Cai voleva fare l’affare del secolo, fare cassa sulle spalle dei lavoratori e su quelle dei contribuenti italiani, che si sarebbero accollati tutti debiti dell’azienda.

Certo, ora bisogna ricominciare. Il ministro Sacconi non vede vie d’uscita, perché, dice, per riavviare il negoziato "servono tutte e due le parti, ma una delle due ora non c'è più, questa la dura realtà". Ma sono in molti a credere che la partita non sia chiusa. Franco Nasso, segretario nazionale della Filt Cgil, ricorda che "l'azienda non è fallita e forse la ritirata della Cai non è definitiva. Non credo – spiega – che la partita si possa considerare chiusa a partire da quello che può fare il governo che può tentare di riannodare i fili della trattativa che si è sciolta per il modo incredibile in cui è stata condotta". Ed è lo stesso Berlusconi ad ammettere che "la Cai ha ritirato la sua offerta, ma la cordata resta in piedi".

In attesa di nuovi sviluppi, il commissario straordinario Augusto Fantozzi, assicura che Alitalia continuerà a volare "il più a lungo possibile".

Pubblicato il: 19.09.08

Modificato il: 19.09.08 alle ore 8.50

 

 

 

 

 

2008-09-18

Alitalia, la Cai non tratta più La Cisl firma, Uil e Ugl anche

Epifani, Cgil: allarghiamo il consenso

alitalia

I primi a dire sì sono stati quelli della Cisl. Al termine dell’incontro con governo e Cai il segretario Bonanni ha detto chiaramente che "la Cisl dà la sua adesione" al piano per il salvataggio di Alitalia. Poi c’è l’adesione dell’Ugl, il sindacato guidato da Renata Polverini, che ha dichiarato che firmerà l’accordo a che ha chiesto ai piloti "uno sforzo in più per uscire da questa situazione nel miglior modo possibile". Vicina al sì anche la Uil, che dice: "Non saremo noi a far saltare l’accordo".

La Cgil invece non è ancora convinta: "Ci devono consegnare un documento – ha detto il segretario Epifani – ma lavoreremo fino all'ultimo per allargare il consenso su un piano vero di salvataggio da parte di tutti". Epifani non chiede tempo, ma vuole "allargare il consenso", vuole che l’accordo sia condiviso da più parti possibili. Fabrizio Solari, segretario del settore Trasporti della Cgil, spiega che "l'allargamento del consenso non è nel numero delle sigle ma in quello dei lavoratori". Ma è chiaro che serve allargare alle sigle che quei lavoratori rappresentano, su tutti i sindacati autonomi dei piloti e degli assistenti di volo. Comunque, ha spiegato ancora Solari, la posizione della Cgil "se non cambia nulla è un no". Lo stesso no che diranno i sindacati autonomi dei piloti e degli assistenti di volo.

La scadenza, comunque, ha i minuti contati. "La risposta deve arrivare entro le 15:50 di domani" dice ai sindacati il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Giovedì alle 16 la Cai riunisce l'assemblea per decidere se portare avanti l'offerta per la compagnia. Dieci minuti prima i sindacati dovranno aver deciso. Spazio per trattare, tanto, non c’è n’è più. Lo dice chiaro e tondo il presidente della Cai, Roberto Colaninno, spiegando che "senza consenso domani ritiro l'offerta". Il punto è uno solo, dice ai rappresentanti dei lavoratori: "Avete ottenuto in queste due settimane quello che non era previsto concedere. Non c'è più nulla di cui discutere, non c'è una lira in più da condividere". "Firmeremo con chi ci sta, e sono tutti chiamati a rispondere" gli fa eco il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, mentre il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, auspica che l'acquirente sia Cai, perchè se si ritira la prospettiva è portare i libri in tribunale.

Intanto, negli aeroporti italiani mercoledì è stata una giornata a dir poco disastrosa. Lo sciopero di 4 ore indetto dalla Cub Trasporti e le agitazioni del personale di terra di tutte le compagnie italiane indetto da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl ha provocato la cancellazione di 50 voli Alitalia solo all'aeroporto di Fiumicino.

Pubblicato il: 17.09.08

Modificato il: 17.09.08 alle ore 21.43

 

 

Cosa prevede l'accordo quadro

Una nuova società composta da 12.500 dipendenti con un capitale iniziale di un miliardo di euro e un pareggio operativo previsto in poco più di 2 anni. Sono alcuni degli elementi del nuovo piano industriale 2009-2013 di Alitalia su cui sindacati (esclusi i rappresentanti di assistenti di volo e piloti) e governo hanno raggiunto un accordo quadro. Inoltre, l'intesa prevede che gli azionisti della nuova Alitalia si impegnino a mantenere le proprie azioni per 5 anni. Per quanto riguarda la flotta, si prevede il completo rinnovo e l'acquisizione di 60 nuovi aerei. Mentre sul network si punta a realizzare sinergie di mercato attraverso una partnership europea.

Questi i principali contenuti dell'accordo.

Personale La nuova Alitalia sarà composta da 12.500 dipendenti, mille in più di quanto previsto dal Piano Fenice. I nuovi dipendenti saranno 1.550 piloti, 3.300 assistenti di volo, 7.650 operai, impiegati, quadri e dirigenti. Cai procederà a selezionare le risorse umane in coerenza con le esigenze del nuovo progetto industriale e dei nuovi assetti organizzativi nonché con i criteri definiti da un'intesa tra le parti entro il 30 settembre 2008.

Lock up 5 anni I soci Cai si impegnano a conservare le proprie partecipazioni nella società per un periodo di 5 anni, nel caso di quotazione in Borsa, comunque non prevedibile prima di 3 anni, si impegnano a mantenere la maggioranza assoluta (oltre 51%) del capitale ad azionisti italiani.

Capitale La capitalizzazione iniziale sarà di almeno 1 miliardo. Il conseguimento del pareggio operativo è previsto in poco più di due anni.

Flotta Il piano prevede il completo rinnovo della flotta, l'acquisizione di 60 nuovi aeromobili e un'adeguata flotta per il traffico di lungo raggio. L'assetto organizzativo sarà quello tipico di un'azienda integrata, incluse le attività di manutenzione e di handling. Secondo le parole del ministro Sacconi, "è stato preso l’impegno di dare continuità alle attività di manutenzione pesante e a quelle di trasporto merci, quelle cosiddette cargo, attraverso nuove società che saranno però guidate da nuovi gruppi imprenditoriali". In sostanza manutenzione e cargo saranno vendute, "però vi sarà la partecipazione della stessa nuova Alitalia".

Network Si prevedono sinergie di mercato e di network conseguibili attraverso una partnership europea. Un ulteriore rafforzamento del network domestico e internazionale a presidio delle quote di mercato, in particolare dei competitors low cost. Sviluppo di ulteriori rotte intercontinentali.

Mobilità e Cigs Per tutti i lavoratori per i quale si renda necessario intervenire con misure di sostegno al reddito saranno attivato attivati gli strumenti della cassa integrazione guadagni straordinaria e della mobilità. Le tutele saranno incrementate con una indennità idonea a far ottenere a ciascun lavoratore l'80% della retribuzione media percepita nei 12 mesi precedenti la collocazione in Cigs o in mobilità.

Pubblicato il: 15.09.08

Modificato il: 15.09.08 alle ore 16.59

 

 

La Cgil a Berlusconi: inaccettabili le sue parole

La Cgil giudica "inaccettabili" le dichiarazioni del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sul ruolo della confederazione di Corso d'Italia nella trattativa per il salvataggio di Alitalia e chiede più rispetto dal parte del premier.

Lunedì sera a "Porta a Porta" Berlusconi aveva detto: "Non voglio essere malizioso, ma in diverse fasi della trattativa che abbiamo seguito finora ci sono stati interventi, per esempio del capo della Cgil, che parevano molto influenzati dalla politica".

La segreteria della Cgil considera "inaccettabili e non consone all'alto ruolo che ricopre le dichiarazioni del presidente del Consiglio, onorevole Silvio Berlusconi, in riferimento alla Cgil, al suo segretario generale e al ruolo che l'organizzazione sta svolgendo nella trattativa per salvare l'Alitalia".

In una nota, il sindacato guidato da Guglielmo Epifani "conferma il proprio impegno a evitare il fallimento della compagnia e a operare perchè la nuova Alitalia possa avere un futuro degno di una vera compagnia aerea, salvaguardando al meglio delle possibilità qualità e quantità dell'occupazione e garantendo rispetto e dignità per i lavoratori - conclude il comunicato - nel quadro di un'organizzazione efficiente, nel quale gli azionisti privati partecipino con investimenti adeguati e senza fini speculativi".

I problemi posti in queste settimane sono problemi che non possono essere 'buttati in politicà. Si tratta del destino di persone in carne ed ossa, delle loro condizioni familiari, delle loro vite e, su un altro versante, si tratta di questioni che rigurdano problemi di democrazia e di rappresentatività sindacale.

Al Presidente del Consiglio la Cgil chiede più rispetto, più misura e di evitare goffi tentativi di scaricare su altri responsabilità che sono, per la quota che gli compete, anche sue.

Pubblicato il: 16.09.08

Modificato il: 16.09.08 alle ore 17.38

il SOLE 24 ORE

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2008-09-22

"Entro giovedì il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi deve presentare all'Enac un piano credibile per evitare la revoca o la sospensione della licenza di volo". Lo ha detto il presidente dell'Enac, Vito Riggio, al termine dell'incontro con il commissario di Alitalia. Poi gli uffici dell'ente avranno tre giorni di tempo per valutare la proposta, dunque fino al 28 settembre prossimo. "Senza un piano - ha sottolineato Fantozzi - chiederò io lo stop dei voli". La licenza provvisoria rilasciata ad Alitalia era legata alla presentazione del piano Cai. "Ma nel momento in cui - ha spiegato Riggio - la Cai ha ritirato l'offerta non ci sono state più le condizioni per il mantenimento della licenza provvisoria a meno che il commissario straordinario non presenti, entro giovedì, un razionale e convincente piano che consenta all'Enac di rinnovare la licenza provvisoria".

 

Dunque questa sarà una settimana "operosa e decisiva", come ha detto il commissario straordinario dell'Alitalia."Dobbiamo avere prospettive realistiche - ha spiegato Fantozzi - in tempi ragionevoli. La Cai ha ritirato la propria offerta e ora ho sollecitato altri soggetti a manifestare il loro interesse e a fare un'offerta". Se al termine di questa settimana non vi saranno le condizioni concrete di "prospettive realistiche", ha sottolineato Fantozzi, "potrò chiedere la sospensione della licenza". La mia mediazione con i sindacati, ha spiegato Fantozzi, "attiene alla moral suasion, ma non posso intavolare un negoziato". Il commissario ha chiarito che "non ci sarà nessun piano Fantozzi. Io devo valutare le prospettive e le offerte, che siano realistiche e ciò vuol dire che assicurino la continuità del servizio, il rispetto delle regole". Tra i requisiti di un'offerta realistica, ha aggiunto, c'è anche il fatto che "le prospettive del piano devono essere accolte dai sindacati perchè senza accordo sindacale i grandi vettori non vogliono offrire alcunchè".

Il commissario straordinario di Alitalia ha precisato che entro giovedì il presidente dell'Enac, come chiesto, riceverà una relazione scritta "in cui io gli indicherò prospettive concrete e i tempi ragionevoli per il salvataggio di Alitalia". Fantozzi spera che l'Enac gli consentirà si arrivare a martedì 30 settembre "e non mi indurrà quindi a chiedere l'auto sospensione della licenza per volare, che sarebbe meno dannosa della revoca" disposta dall'Enac Questa mattina è stato pubblicato sul sito di Alitalia l'invito a presentare manifestazioni di interesse per l'acquisto di rami d'azienda della compagnia aerea. Le manifestazioni di interesse dovranno essere presentate entro le ore 12 del 30 settembre.

Fantozzi ha detto di ritenere che riuscirà a pagare gli stipendi dei dipendenti a settembre: ha spiegato di "avere altri strumenti che evitino i sacrifici del personale" riferendosi alla disponibilità, in particolare dei piloti, a decurtarsi lo stipendio.

L'unica soluzione per Alitalia, resta la Cai essendo le compagnie straniere interessate solo a una quota minoranza, ribadisce il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. "Spero che nei prossimi giorni - ha sottolineato Sacconi - si ricostruisca il filo del dialogo tra l'unica soluzione che conosciamo, la Cai, e tutte le organizzazioni sindacali, nel rispetto di quelle organizzazioni che già hanno sottoscritto gli accordi. Voglio pensare che prevalga il senso di responsabilità".

Il Punto

Stefano Folli nasce a Roma da famiglia di origini milanesi. Laureato in lettere, muove i primi passi nel giornalismo alla "Voce Repubblicana", l'organo storico del Pri allora guidato da Ugo La Malfa. Nel 1981 viene nominato direttore responsabile della nuova edizione della "Voce". Collaboratore di Giovanni Spadolini, Folli ne è il portavoce a Palazzo Chigi durante l'esperienza del primo governo a guida laica, fra il 1981 e '82. Nel 1989 passa al "Tempo" come caporedattore politico. Dalla fine del '90 è al "Corriere della Sera", come notista politico e, più tardi, editorialista, fino ad assumerne la direzione tra il 2003 e il 2004. Dal 2005 è editorialista de "Il Sole 24 Ore". Folli ha anche fondato e diretto la rivista di affari internazionali "Nuovo Occidente". Ha vinto alcuni premi di giornalismo, tra i quali il St. Vincent, il premio Ischia e il Fregene.

stefano.folli@ilsole24ore.com

Ma una convergenza è possibile in nome dell'interesse nazionale

21 settembre 2008

L'impressione è quella che ha preso forma nelle ultime ore. Dietro le quinte, la partita Alitalia non è ancora finita. C'è un interesse politico convergente, fra Palazzo Chigi e una parte dell'opposizione (ossia il vertice del Pd, specie nella persona di D'Alema: vedi l'intervista pubblicata oggi dal Sole-24 Ore).

L'interesse consiste senz'altro nell'evitare, se è ancora possibile, il fallimento della compagnia. Per motivi diversi è un'ipotesi che non solo Berlusconi, ma anche i suoi oppositori più prudenti preferirebbero evitare. Il primo perché si è impegnato in prima persona nell'opera di salvataggio centrata sul requisito dell'italianità e sulla privatizzazione: la spirale del fallimento gli darebbe qualche motivo d'imbarazzo, sia pure inconfessato. I secondi perché si rendono conto del contraccolpo da cui sarebbero investiti.

In fondo, il tentativo di addossare a Berlusconi ogni responsabilità ("governo dilettantesco" aveva detto Veltroni da New York) non è riuscito. Quali che siano le zone d'ombra dell'iniziativa governativa (e ce ne sono), nell'opinione pubblica prevale l'idea che se Alitalia fallisce la colpa è delle resistenze corporative: ovvero di quello strano connubio che si è creato fra la Cgil e il sindacato dei piloti. Per un sinistra moderata che vuole dimostrare di possedere, anche dall'opposizione, una cultura di governo, si tratta di un serio problema. Tanto più che Di Pietro già si è mosso per presidiare la linea, diciamo così, della solidarietà con i dipendenti.

Quanto a Epifani, che nella sua onestà intellettuale si sta sforzando di spiegare la posizione del sindacato, le sirene della sinistra radicale cercano di tirarlo dalla loro parte ("W la Cgil" titolava venerdì "Liberazione") e quasi quasi vorrebbero attribuirgli la supplenza politica di un Pd troppo sbiadito. Anche questo è un problema rilevante.

Ecco allora che una certa logica politica spinge, o dovrebbe spingere, governo e opposizione a trovare un punto di equilibrio. È chiaro che la partita è complessa e nessuno vuole perdere la faccia. Ma l'interesse di entrambi sta nell'attraversare in fretta la palude in cui affonda non solo Alitalia, ma persino la credibilità del paese.

Allo stato, Berlusconi chiede la firma dell'accordo con la cordata Cai e fa intendere che si tratta dell'ultima spiaggia prima del fallimento (argomento che piace molto a una parte della destra). In particolare mette in chiaro che non ci sono alternative al progetto Colaninno. Il Pd (D'Alema, Bersani, Rutelli) chiede invece che si cerchi un possibile acquirente estero alle stesse condizioni garantite alla Cai. Sembrano posizioni molto lontane, ma forse è più apparenza che sostanza.

Senza dubbio, i soci della cordata - e Berlusconi che li appoggia sul piano politico - non possono e non vogliono riaprire la trattativa. Del resto, se dovesse accadere, in termini politici sarebbe una sconfitta insostenibile per il governo. Tuttavia a nessuno conviene stravincere, perché il rischio è quello di precipitare un attimo dopo nella disfatta. Quindi ci sono margini per discutere. A sinistra, invece, il Partito democratico ha tutto l'interesse a collocarsi su una posizione di responsabilità nazionale, nonostante le critiche e le riserve verso il piano Fenice. Posizione su cui potrebbe ritrovarsi al più presto anche la Cgil.

Non sarebbe strano se alla fine di questo percorso gli isolati e battuti fossero i piloti. I veri padroni dell'Alitalia di ieri.

 

 

2008-09-21

Alitalia, Berlusconi: "L'unica alternativa a Cai è il fallimento"

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20 settembre 2008

La situazione dell'Alitalia "è molto negativa" e allo stato non c'è alcuna "alternativa" alla Cai. A ribadirlo è il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in un'intervista a Studio Aperto.

A proposito dei piloti che si abbracciavano alla notizia del fallimento della trattativa, il premier è stato deciso: "Questa immagine non è piaciuta in generale, non è piaciuta a noi, né alla stragrande maggioranza degli italiani", e ha continuato: "visto lo sforzo generoso di un gruppo di imprenditori italiani di investire per garantire al Paese una compagnia di bandiera, vedere i principali beneficiati gioire per il fallimento della trattativa non è stato certamente un bel vedere".

Per il presidente del Consiglio, "la categoria dei piloti non si può gestire da sola ma deve sottostare alle normali direzioni che sono affidate agli amministratori e ai manager della società". "La Cgil e i piloti hanno proposto di ricominciare tutto da capo, ha detto, chiedendo cose che nessuna compagnia al mondo può accettare come per esempio quella che la categoria dei piloti possa gestirsi da sola".

"Non c'è nessuna possibilità - ha aggiunto il presidente del Consiglio - che si presentino altri soggetti alla cordata e quindi potrebbe essere che la nostra Alitalia vada verso una procedura di fallimento. Credo che gli italiani siano buoni giudici per capire da che parte sta la colpa se non si è riusciti a trovare immediatamente una soluzione che io auspico ancora", ha concluso Berlusconi.

Il premier è intervenuto su Alitalia anche in occasione della inaugurazione del rigassificatore di Rovigo: "Confido nella responsabilità degli uomini. Auspico un ravvedimento da parte di coloro che hanno posizioni irrazionali". Ribadendo infine che "senza il buonsenso si va dritti al fallimento".

Alitalia, Anpav pronta alla firma dell'accordo

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19 settembre 2008

L'associazione degli assistenti di volo Anpav ha deciso di aderire all'accordo quadro sul piano industriale previsto dall'offerta della Cai su Alitalia. Lo ha riferito in una nota il presidente Massimo Muccioli. "L'Anpav - dice - ha deciso di aderire all'accordo quadro già sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil e Ugl auspicando che tale scelta sia seguita da tutte le altre organizzazioni". Muccioli ha vincolato la disponibilità a sottoscrivere l'accordo quadro sul piano industriale alla "invarianza salariale", pur accettando l'aumento di produttività.

La decisione dell'associazione degli assistenti di volo arriva dopo l'incontro con il commissario di Alitalia Augusto Fantozzi, e segue anche le nette prese di posizione del ministro dell'Economia Tremonti e del commissario Ue ai Trasporti Tajani, che hanno escluso ogni ipotesi di nazionalizzazione della compagnia. "La Commissione Europea - ha precisato Tajani - non potrebbe dare il suo assenso ad una eventuale nazionalizzazione di Alitalia perchè le autorità italiane si sono impegnate con la Commissione Ue, a garantire che la partecipazione dello Stato al capitale sarebbe diventata minoritaria entro 12 mesi".

Sulla vicenda è intervenuto oggi anche il leader del Pd, Walter Veltroni, che ha accusato il Governo di gestione "dilettantistica" della vicenda, aggiungendo però che "occorre verificare se ci sono ancora le condizioni, sulla base delle ulteriori richieste dei sindacati, o se invece il commissario straordinario, invece di dichiarare il fallimento o la messa in liquidazione, possa fare un appello pubblico per vedere se, alle nuove condizioni, ci siano soggetti interessati".

Alitalia, Epifani: "Il governo la venda a una compagnia straniera"

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20 SETTEMBRE 2008

 

La Cai ha ritirato la sua offerta per salvare Alitalia, ora ci sono solo due possibilità per la compagnia: che il governo trovi uno spiraglio per riprendere il negoziato con Cai oppure avvii subito le procedute per vendere a una grande compagnia aerea internazionale. Sono le due proposte del leader della Cgil Epifani per l'ex compagnia di bandiera, spiegate in un'intervista a Repubblica.

Epifani punta all'ipotesi B, dal suo punto di vista "più forte", cioè la vendita di Alitalia, con una procedura limpida e trasparente, a un partner straniero: "Credo che le disponibilità ci siano - dice - anche se ovviamente nessun partner potenziale si muove in assenza di una scelta netta e decisa da parte del governo". La preferenza è per Lufthansa ma, precisa il leader della Cgil, "Non sta a me scegliere il partner". "Se la pista Cai è chiusa per sempre, la Cgil chiede al governo di non esitare un solo minuto: faccia un passo indietro sul principio dell'italianità e scelga subito un grande vettore straniero cui affidare le sorti di Alitalia". Per Epifani la scelta è da preferire perchè avrebbe un know how industriale più forte, condizioni finanziarie più solide e una tempistica più rapida.

"Se il governo farà questo - aggiunge - la Cgil è pronta a fare fino in fondo la sua parte".

La possibilità di una riapertura delle trattativa con Cai esiste ancora per Epifani, ma il governo deve sapere bene "che il problema del consenso del personale di volo non è un'invenzione o una scusa, ma un'esigenza essenziale per chi fa trasporto aereo".

Epifani si difende anche dalle accuse mosse alla Cgil di aver fatto fallire la trattativa: "Noi abbiamo lavorato fin dall'inizio - dice - per cercare una soluzione positiva. Mentre fin dall'inizio è stato il governo ad accreditare l'immagine di una Cgil che giocava allo sfascio". Il sindacato da lui guidato vuole la modernizzazione del Paese, tiene a precisare Epifani, ma "una trattativa complessa non si gestisce usando l'esclusione e la forza" e "non si può trattare con la pistola alla tempia". Sull'accusa di aver fatto naufragare l'accordo con Air France, il sindacalista dice che non si trovò intesa sui livelli occupazionali e punta il dito contro il governo: "La seconda condizione di Spinetta era il via libera del governo in carica e di quello che avrebbe vinto le elezioni. Berlusconi aveva la vittoria in tasca, e fu lui a costruire la campagna elettorale sullo slogan 'non passa lo straniero'".

 

Per il fallimento di Alitalia c'è ancora tempo

di Laura Serafini

Finché ci sono i soldi per far volare gli aerei, Alitalia andrà avanti. È questo il messaggio che il commissario Augusto Fantozzi ha continuato a lanciare anche dopo una giornata come quella di ieri, in cui la situazione è precipitata e il fallimento sembrava dietro l'angolo.

Ma la verità, che forse i sindacati conoscono bene, è che la liquidità per andare avanti continuerà ad esserci. Non si sa esattamente per quanto, ma ben oltre il termine del 30 settembre che fino a ieri sembrava categorico. La dichiarazione di insolvenza e il commissariamento della compagnia di fatto hanno congelato tutti i crediti scaduti prima del 29 agosto e bloccato anche il pagamento degli oneri sul debito pregresso. Per questo motivo garantire oggi l'operatività della compagnia è meno costoso rispetto al mese scorso: ci sono meno oneri finanziari da sostenere, meno obblighi da rispettare e dunque si brucia meno cassa.

Anche il Governo, evidentemente, è consapevole della situazione finanziaria della compagnia (che con il vecchio scenario avrebbe chiuso i primi nove mesi con un buco da 800 milioni) e può permettersi di prendere tempo. Fantozzi potrebbe lasciar passare il fine settimana per attendere qualche offerta sinora rimasta nascosta o forse perché la diplomazia politica riporti Cai e i sindacati al tavolo.

Ma non è detto che lo faccia senza prendere qualche provvedimento. Ieri la compagnia ha inviato le lettere per la cassa integrazione straordinaria per il personale relativo a 34 aerei fermi da mesi e che interesserà 831 piloti per 12 giorni al mese, 1.383 assistenti di volo per dieci giorni al mese e 2.072 lavoratori di terra per sei giorni al mese. Oggi, a seconda di come evolve la situazione, potrebbe decidere di estendere il provvedimento ad altro personale, tanto per far assaporare ai dipendenti i primi effetti della linea dura decisa dal sindacato. Secondo fonti vicine alla cordata che è uscita per ora di scena, l'esito della trattativa è stato influenzato anche da un errore strategico della politica. I vertici di Cai si aspettavano, come del resto consente l'iter del commissariamento, che il negoziato con i sindacati partisse contestualmente alla procedura di mobilità, dunque con l'avvio di licenziamenti assistiti. Una prospettiva che tra l'altro era stata ventilata nei giorni scorsi, salvo poi essere smentita a breve giro dal commissario stesso. Ebbene, sarebbe stato il Governo, probabilmente lo stesso premier, a decidere di tenere fermi i provvedimenti sul personale per evitare l'escalation della tensione. Adesso, però, qualche segnale potrebbe partire.

Il fallimento comunque per ora resta una prospettiva lontana. Prima di portare i libri in tribunale, in base alla legge, Fantozzi deve cercare nuovi compratori e in mancanza di questi tentare un piano di ristrutturazione della compagnia (e solo quel punto potrebbe accedere nuovi prestiti). Solo al termine di questo iter resterebbe la strada del fallimento. Lunedì Fantozzi andrà all'Enac, dove è stato convocato per "la verifica dei requisiti per il mantenimento delle licenze".

Nel frattempo è stata fissata per fine novembre l'udienza per l'accertamento dello stato passivo, vale a dire l'entità effettiva dei debiti di Alitalia. In quella sede tutti i creditori sono chiamati a presentare le loro richieste e Fantozzi saprà quale somma dovrà tentare di rimborsare. A oggi esiste una quantificazione del tutto preliminare indicata nella sentenza di insolvenza di Alitalia: 2,8 miliardi, che sono stati calcolati includendo le possibili passività che potrebbero sopravvenire, comprese cause che potrebbero essere perse come quella da oltre 1 miliardo intentata dalla Sea all'Alitalia.

 

 

 

 

2008-09-19

Alitalia: lo stop della Cai

deciso all'unanimità

di Gianni Dragoni

Venerdí 19 Settembre 2008

La cordata italiana si ritira ma non si scioglie. Gli azionisti della Compagnia aerea italiana (Cai) hanno deciso all'unanimità di mantenere in vita la società, che resta una Srl con un capitale versato minuscolo, appena 160mila euro.

Unanimi nel votare pubblicamente il ritiro dell'offerta non vincolante sulla polpa di Alitalia a causa del mancato accordo sindacale, i 16 soci della Cai (più Francesco Micheli, non ancora azionista) erano in realtà animati da motivazioni differenziate. Diversi di loro, non solo i Benetton, sono sollevati per il venir meno di un progetto nel quale sono entrati di malavoglia, per adesione a un invito di Silvio Berlusconi, timorosi di restare intrappolati nella maledizione Alitalia sommata alle difficoltà di Air One. Diversi soci sarebbero inoltre poco propensi a mettere capitali in un'iniziativa gestita da Roberto Colaninno.

Alcuni ritenevano eccessive le concessioni fatte da Rocco Sabelli, in particolare la promessa di distribuire ai dipendenti il 7% degli utili. Nessuna forma di dissenso però è affiorata, il ritiro ha messo tutti d'accordo.

"Una decisione presa all'unanimità. Tutti gli azionisti sono attestati sulla linea di conduzione del negoziato", ha commentato Sabelli. "Non ci sono le condizioni per andare avanti. Adesso vi spieghiamo perché", aveva esordito Colaninno in apertura. La riunione, a porte chiuse, a Milano, è cominciata alle 16 e durata un'ora e mezzo.

Sabelli ha elencato le tappe del negoziato, i punti dell'accordo quadro firmato domenica con alcuni sindacati, fino agli ultimi sviluppi. Un'elencazione minuziosa, alla quale hanno contribuito anche Colaninno e l'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera.

L'assemblea ha ascoltato in silenzio, tranne in un passaggio: quando è stato spiegato che gli esuberi avrebbero beneficiato dell'80% dello stipendio, garantito dallo Stato per sette anni, c'è stata un'esplosione di incredulità. Quasi una sollevazione, per la rinuncia dei sindacati a un trattamento giudicato troppo generoso.

Si sono pronunciati per il ritiro, tra gli altri, l'amministratore delegato di Fon-Sai Fausto Marchionni, il presidente della Pirelli Marco Tronchetti Provera, Salvatore Mancuso di Equinox, Francesco Bellavista Caltagirone. Per Atlantia, controllata dai dubbiosi Benetton, non c'era il numero uno Giovanni Castellucci, ma il direttore legale, Pietro Fratta, con il mandato di votare "qualunque proposta". Marco Fossati (Findim) ha chiesto una conferma: "Per trasparenza tra noi, allora questa vicenda è chiusa, non abbiamo dei ripensamenti?". Ha avuto un coro di risposte affermative.

È stato chiarito che cade anche la proposta di comprare Ap Holding, cioè il gruppo Air One, molto indebitato e in difficoltà. Ignazio Toto, figlio del patron Carlo, ha concordato con la decisione dell'assemblea.

In chiusura, Colaninno – secondo indiscrezioni – ha detto che sul settimanale inglese "Economist" uscirà oggi un articolo in cui si parla bene della cordata italiana e ha proposto di "non disperdere il patrimonio e il gruppo di imprenditori che si è riunito nell'iniziativa". Proposta votata all'unanimità. Cosa farà la Cai? È volata una battuta: "Compriamoci la Morgan Stanley", ha detto il rappresentante di Clessidra, Alessandro Grimaldi.

Gaetano Micciché, di Intesa, aveva informato che "ci sono state adesioni per sottoscrivere capitale di Cai fino a 1,3 miliardi sul Progetto Fenice per Alitalia". Nessuno però ha aperto il portafoglio. La Cai sopravvive, ma per ora con soli 160mila euro di capitale.

Alitalia, Cai ritira l'offerta.

Berlusconi: "Siamo al baratro"

di Nicoletta Cottone

18 settembre 2008

Ritiro deliberato all'unanimità. Angeletti: "È una catastrofe sociale". Filt-Cgil e cinque sigle (Anpac, Up, Anpav, Avia e Sdl) avevano preparato una proposta alternativa. Ma uno spiraglio sulla trattativa si potrebbe forse riaprire. In serata un portavoce di Lufthansa ha dichiarato: "Osserviamo con molto interesse gli eventi in Italia"

 

Cai ha ritirato l'offerta per Alitalia. "L'assemblea di Cai - spiega una nota - ha deciso all'unanimità di ritirare l'offerta presentata al commissario di Alitalia per l'acquisto di attivi dalla stessa posseduti". Impossibile, spiega la nota, allungare oltre la trattativa. "Ho avuto la conferma ufficiale del ritiro del piano da parte di Cai. La situazione é drammatica, potremmo essere di fronte a un baratro", ha commentato il premier Silvio Berlusconi. "È certo - ha detto il Cavaliere - che ci sono pesantissime responsabilità soprattutto della Cgil e delle associazioni dei piloti, che valuteremo. E non vorrei che questa fosse proprio la soluzione che qualcuno ha auspicato si verificasse". Duro commento anche da parte del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. "Il ritiro dell'offerta per la nuova Alitalia da parte della società Cai è la logica conseguenza dell'assurda posizione ostruzionistica assunta dalla Cgil in alleanza con le sigle autonome di piloti e assistenti".

 

Secondo alcune fonti, in tarda serata si potrebbe aprire qualche spiraglio per la ripresa della trattativa, con una possibile convocazione dei sindacati per un'ennesima verifica su un possibile accordo. Per Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, il ritiro di Cai è "una catastrofe sociale". Intanto Guglielmo Epifani, segretario della Cgil, ha scritto a Colaninno. La Cgil "conferma il proprio impegno perchè sia evitato il fallimento e perchè la difficile scommessa di dare un futuro all'azienda abbia successo nel rispetto della condizione e problemi di tante lavoratrici e lavoratori" e "per dare una prospettiva aziendale a partire dal giorno dopo la conclusione di questa fase, nella convinzione che la società da lei presieduta abbia la determinazione per andare avanti, ci siamo mossi e continueremo a lavorare perchè sia possibile quel consenso sociale più ampio di cui un'azienda di trasporto ha bisogno".

Da segnalare anche in serata il "no comment" da Lufthansa su Alitalia dopo il ritiro dell'offerta da parte della Cai: al "Sole 24 Ore Radiocor" un portavoce della compagnia aerea tedesca, ha

ribadito che Lufthansa "considera molto interessante il mercato italiano" e che "osserva con grande interesse" quanto succede nel nostro Paese.

Le sei sigle sindacali che non hanno accettato l'offerta Cai, Filt-Cgil, Anpac, Up, Anpav, Avia, Sdl, si sono riunite per mettere a punto una serie di misure che garantiscano l'operatività. Alitalia, dice il segretario dello Sdl Paolo Maras, continuerà a volare anche dopo che sarà ufficializzato il ritiro dell'offerta avanzata dalla Cai: saranno i lavoratori a garantire la continuerà aziendale a tutela della clientela e dei suoi interessi.

Oggi per la compagnia aerea era il giorno della verità. Alle 15,50 scadeva l'ultimatum di Colaninno ai sindacati per l'accettazione del piano. Roberto Colaninno e Rocco Sabelli, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Cai, sono arrivati in perfetto orario all'assemblea, che si è svolta a palazzo Clerici, al centro di Milano. Le 6 sigle che non avevano firmato l'accordo avevano chiesto a Cai nella mattinata un incontro urgente per presentare una controproposta per il salvataggio di Alitalia. Nella lettera inviata a Cai le sei sigle sindacali ribadivano "l'interesse e la disponibilità all'identificazione di un accordo sulle condizioni contrattuali delle categorie dei piloti, degli assistenti di volo e del personale di terra, certi che gli obiettivi di produttività e flessibilità esposti dai rappresentanti cai possano essere raggiunti e condivisi". Nel documento si avanzavano proposte di merito, raggiungibili "in tempi brevissimi". Via libera alla firma ai contratti di categoria sul modello di quelli "applicati agli addetti di una delle compagnie europee di riferimento come ad esempio Lufthansa, Air France o Iberia, opportunamente decurtati nella parte economica". Le sei sigle nel documento ritenevano percorribile la ricerca di una revisione della struttura retributiva che consenta l'invarianza delle retribuzioni in presenza di un aumento contrattato della produttività.

 

Offerta ritirata: e i dipendenti festeggiano...

18 settembre 2008

Applausi, slogan, molte ola e ovazioni hanno accolto tra i dipendenti di Alitalia la notizia del ritiro dell'offerta di Cai. All'annuncio fatto dai sindacalisti attraversi i megafoni, sono scattati gli applausi, si sono levate grida di esultanza, sono tornati i sorrisi sui volti delle hostess. Così a Milano davanti alla sede della Compagnia aerea italiana, dove era in corso l'assemblea dei soci per decidere il ritiro dell' offerta. Identica scena all'aeroporto di Fiumicino dove oltre un migliaio di naviganti e addetti di terra dell' ex compagnia di bandiera stazionava fin dal mattino, riuniti in assemblee spontanee.

Nel capoluogo lombardo, i protagonisti della cosiddetta cordata italiana, lo stesso Roberto Colaninno, Marco Tronchetti Provera e l'ad in pectore Rocco Sabelli al loro arrivo a via Clerici sono stati contestati al grido di "Via la casta si riapre l'asta" e vivacemente apostrofati. "Meglio falliti che in mano a 'sti banditi", "Piersilvio al ceck-in a 600 euro al mese", alcuni degli slogan scanditi. "E adesso tutti in treno", hanno gridato i dipendenti Alitalia. "Cai paga un'ora di volo a 1,85 euro. Cercasi marito per dividere le spese", era l'appello di una bionda hostess in sit in a Fiumicino. "Silvio non ci hai venduto ai francesi per svenderci ai tuoi amici", si leggeva sugli altri cartelli inalberati. A spegnere la soddisfazione dei naviganti ma anche tra i dipendenti di terra nemmeno la notizia dell'avvio dell' iter per la cassa integrazione da parte del commissario straordinario Augusto Fantozzi. Nè l'appello dello stesso Fantozzi a "stringere i denti e stringersi intorno ad Alitalia in questo momento drammatico". La reazione, per molti inaspettata, dei lavoratori è stata duramente stigmatizzata da esponenti del governo. Il sottosegretario Roberto Castelli si è detto "allibito per le scene di giubilo. Evidentemente pensano che in qualche modo il carrozzone mangiasoldi verrà comunque salvato dall'ennesimo intervento di Stato". "Stupefatto oltre che amareggiato" il ministro dei Trasporti Altero Matteoli "dal comportamento dei piloti". Il ringraziamento di Matteoli è invece andato a Cisl, Uil e Ugl per il comportamento responsabile nel voler difendere 15.000 posti di lavoro.

A sostenere i lavoratori in presidio a Fiumicino ci ha pensato invece il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro, applaudito più volte al grido di "Bravo, bravo" e "giustizia". Intanto autobus erano in partenza da Capodichino alla volta della Capitale con a bordo lavoratori Atitech per dare man forte alla protesta dei colleghi romani. Poi la decisione di restare invece in assemblea permanente nello scalo napoletano. Voli oggi tutti regolari mentre si consumava l'uscita di scena di Colaninno e C. Ma i piloti lo avevano assicurato: "Se Cai ritira l'offerta i piloti voleranno il doppio e non fermeranno gli aerei", aveva detto il presidente di Up Massimo Notaro.Molti però i passeggeri perplessi. "Non so che cosa hanno da festeggiare, non capiscono che la festa è finita", è stato il commento di una signora in transito nello scalo romano. "Ora la palla passa a Fantozzi o al governo, dovranno fare qualcosa. Hanno fatto di tutto per dividere i lavoratori ma non ci sono riusciti", spiegava uno dei manifestanti ai colleghi. E una giovane hostess in divisa verdeblù davanti alla sede di Cai: "con il contratto Cai non avrei più avuto una vita privata, so che la situazione è difficile, mi rimboccherò le maniche ma senza perdere la mia dignità".

 

 

 

 

 

 

2008-09-18

Alitalia, ultimatum di Colaninno

Sindacati divisi sull'offerta Cai

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18 settembre 2008

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La Cisl dà la propria adesione alla proposta di Cai. È questo l'orientamento espresso dal segretario generale Raffaele Bonanni al tavolo con Governo, sindacati e azienda sul piano di rilancio di Alitalia. Secondo quanto riferito dalle principali agenzie stampa, Bonanni avrebbe sottolineato che "i giorni della trattativa non sono passati invano perchè abbiamo discusso sul piano industriale attentamente. Non ricordo che sia mai successo - ha aggiunto - che il sindacato si rimangiasse la parola dopo aver ottenuto modifiche importanti sul piano industriale e soprattutto dopo aver condiviso questo progetto pur riconoscendone i limiti". La Cisl, insomma, manterrà la parola data, specie dopo la decisione di Cai di destinare il 7% degli utili ai lavoratori. E anche la Uil non se la sente di far naufragare il potenziale accordo con un no secco e senza uscita. "Cai non ritirerà l'offerta a causa nostra", dichiara il segretario generale Luigi Angeletti, per il quale, pur essendo il merito "lontano da ciò che noi pensavamo fosse equo pattuire la Uil non farà dire a Cai nel consiglio di amministrazione che è necessario ritirare l'offerta perchè i sindacati non hanno accettato le proposte conclusive. Stessa posizione da parte del sindacato Ugl e della sua leader, Renata Polverini.

La Cgil, invece, prende tempo fino all'ultimo per dare una risposta sul piano industriale proposto da Cai perché - dice Fabrizio Solari - intende "allargare al massimo il consenso utilizzando il tempo fino alle 16 di domani", ma sostanzialmente chiarisce che "se non cambia nulla per noi è un no". "La partecipazione agli utili - prosegue Solari - non può essere barattata col salario. Non è possibile immaginare che una parte significativa del salario non sia legata direttamente al lavoro". "Se si deve parlare - aggiunge il leader sindacale - di ripartizione degli utili questi devono essere aggiuntivi ai normali trattamenti salariali". Inoltre, secondo Solari, bisogna ricreare un clima "positivo all'interno dell'azienda", cosa che, spiega, "si ottiene allargando il consenso, ossia il numero dei lavoratori che ritengono quell'accordo sufficiente"".

L'uscita allo scoperto della sigle sindacali segue a stretto giro l'ultimatum del presidente della Cai, Roberto Colaninno, che ha annunciato in giornata la conclusione della trattativa e la volontà di ritirare l'offerta se entro domani non ci sarà il "consenso" dei sindacati alla proposta. "Avete ottenuto in queste due settimane quello che non Una hostess Alitalia durante lo sciopero di oggi a Fiumicino (Afp)era previsto concedere. Non c'è più nulla di cui discutere, non c'è una lira in più da condividere", avrebbe detto Colaninno durante l'incontro a Palazzo Chigi con il Governo e tutte le principali sigle sindacali (all'incontro a Palazzo Chigi per il Governo sono presenti il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, e Altero Matteoli, ministro delle Infrastrutture. Sono inoltre presenti , oltre a Colaninno, l'ad di Cai, Rocco Sabelli. Per i sindacati i segretari generali di Ugl, Cisl e Uil, Renata Polverini, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, mentre per la Cgil è al momento presente il segretario confederale, Fabrizio Solari. Al tavolo anche le sigle delle associazioni professionali Anpav, Avia, Anpav, Up e il sindacato autonomo Sdl).

"Non stiamo comprando un gioiello, stiamo comprando una azienda in dissesto", ha insistito Colaninno, chiarendo che l'offerta "è condizionata al consenso della forza lavoro", e specificando anche che per Cai "i piloti sono dipendenti e non un'associazione professionale". La pensano, ovviamente, in maniera diversa le sigle sindacali come l'Unione Piloti, che per bocca del suo segretario Massimo Notaro, fa sapere che se nella trattativa per il salvataggio di Alitalia non emergono elementi nuovi, il giudizio dell'Up restarà negativo. Il sottosegretario Gianni Letta ha indicato nelle 15.50 di oggi il termine ultimo per una risposta definitiva da parte dei sindacati all'offerta della Cai. Alle 16 è prevista infatti l'assemblea della newco per decidere se procedere o meno nell'offerta per Alitalia.

E intanto mentre la nuova compagnia si gioca l'ultima carta per prendere il volo, a causa degli scioperi tanti passeggeri della vecchia Alitalia ieri sono rimasti a terra. Cancellati 40 voli a causa dalla mobilitazione dei Cub, dalle 12 alle 16, e da altre iniziative del personale di terra. Grosse difficoltà per i collegamenti Roma-Milano e Milano-Roma a causa della cancellazione di 10 voli tra le due città. A Fiumicino circa mille dipendenti dell'Alitalia hanno sfilato in corteo per protestare contro la Cai. I manifestanti, muniti di fischietti bandiere e cartelloni hanno creato qualche disagio alla circolazione automobilistica al piano delle partenze nazionali. Presenti tutte le categorie di lavoratori: impiegati, hostess steward e piloti.

Ai dipendenti parte degli utili Cai

di Nicoletta Picchio

Senza il via libera dei sindacati, oggi Cai ritirerà l'offerta per l'acquisto di Alitalia. Il presidente Roberto Colaninno ieri lo ha spiegato anche al premier Silvio Berlusconi. Che lo ha incoraggiato ad andare avanti, perché chi oggi non firma "se ne assumerà il peso".

Poco prima Colaninno, all'incontro con le nove sigle sindacali e il Governo, aveva giocato una nuova carta per convincere i sindacati: il 7% dell'utile netto sarà destinato ai lavoratori. Aggiungendo però che gli spazi di trattativa si sono conclusi: "Non è un aut-aut, ma un tentativo di rilancio dell'azienda. In queste due settimane avete ottenuto quello che non era previsto concedere, ora non c'è una lira in più da condividere", ha esordito Colaninno. E il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ha completato il quadro: è stato cercato anche qualche altro offerente, ma non è stato trovato. Il termine ultimo per avere la risposta dei sindacati è perciò fissato alle 15,50 di oggi: dieci minuti prima dell'avvio dell'assemblea dei soci Cai che decideranno se andare avanti.

Il fronte sindacale è spaccato: i segretari generali di Cisl, Uil e Ugl hanno detto sì, convinti dalla conferma di Rocco Sabelli, ad di Cai, che ci saranno gli stessi livelli retributivi, a fronte di aumenti della produttività; dalla disponibilità del 7% dell'utile netto (45% ai piloti, 30 agli assistenti di volo, 25 al personale di terra); dal fatto che l'azienda ha accettato il contratto di AirOne come punto di riferimento per gli aspetti ancora aperti del contratto e, infine, dalle assicurazioni su Atitech. Ma altre posizioni restano in bilico. Ieri in nottata si è tenuta una riunione tra Cgil, Anpac, Unione piloti, Avia, Anpav e Sdl per mettere a punto una controproposta da sottoporre questa mattina a Governo e Cai. La richiesta, in particolare, prevederà meccanismi più stringenti per garantire l'invarianza salariale e un'ulteriore limatura sugli esuberi.

Cruciale a questo punto il ruolo della Cgil. Il segretario confederale Fabrizio Solari, presente al tavolo con il Governo, prende tempo: fino alle 16 di oggi cercherà di allargare il consenso tra i lavoratori. "Non è una questione di numero di sigle, ma di consenso tra i dipendenti. Se saremo convinti, firmeremo. Ma se il piano è questo, la risposta è no", ha commentato. Anche Guglielmo Epifani resta in forse: "Non so cosa possa cambiare. Il problema è se dal giorno dopo l'azienda può avere un futuro o sarà il caos". La Cgil, quindi, continua a frenare sull'accordo separato senza gli autonomi.

Per l'Anpac (piloti) "bisogna trattare fino all'ultimo". Ma c'è una questione di governance che ai piloti non va giù: Colaninno li ritiene dipendenti come gli altri e lo ha detto al tavolo, mentre Berti insiste sul proprio ruolo di associazione professionale. Per i piloti dell'Up, invece, il giudizio è negativo. Boccia l'intesa anche la Sdl, che dà tutt'altro per scontato il termine delle 16 e parla di trattativa finora finta. Un rilievo contestato da Sabelli: "Abbiamo trattato con tutti". Da Cisl e Ugl è arrivato un appello ai piloti: "Facciamo tutti uno sforzo in più", ha detto Renata Polverini, leader Ugl. "Siete un patrimonio importante, andate all'osso del problema", ha esortato Bonanni, ribadendo che la Cisl ha detto sì perché sono state soddisfatte buona parte delle richieste fatte. Sia Bonanni che la Polverini hanno apprezzato la proposta sugli utili.

Per il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, "si è già raggiunta una base importante di consenso. Mi auguro che Cai vada avanti. Nessun altro vuole comprare Alitalia". Ottimista il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli: "Nessuno ha detto no". Mentre Colaninno, nel suo intervento, ha sottolineato: "Non ci prendiamo un gioiello. Con la situazione di crisi, se la Fed non avesse salvato la compagnia di assicurazione Aig, avremmo già ritirato l'offerta".

Stipendi e volo, premio ai giovani

di Giorgio Pogliotti

Modello AirOne per la Nuova Alitalia. I piloti saranno pagati in base alle ore di volo effettive – principio già adottato dall'aviolinea di Carlo Toto – e non riceveranno più un'indennità di volo giornaliera, come accade nella compagnia di bandiera. Risultato: se il nuovo management riuscirà a impiegarli secondo gli standard delle più virtuose compagnie europee i giovani – specie quelli in arrivo da AirOne – potranno guadagnare anche di più, mentre a rimetterci saranno gli "anziani" ex Alitalia. La parte variabile peserà per il 40% sulla busta paga del personale navigante che per non subire forti decurtazioni salariali dovrà aumentare la produttività. I comandanti e i primi ufficiali della ex compagnia di bandiera dovranno rinunciare all'attuale regime di riposi, ferie e malattia, e sono a maggior rischio di esubero.

Parlando all'assemblea degli azionisti di fine giugno, il presidente di Alitalia, Aristide Police, spiegò che per i piloti la retribuzione fissa oscilla tra 41mila a 94mila euro, mentre la parte variabile è pari a 27mila euro, ovvero incide mediamente per il 40 per cento. Mentre per i comandanti la parte fissa va da un minimo di 54mila ad un massimo di 140mila euro, con una parte variabile che in media si attesta sui 34mila euro, cioè al 17,5 per cento. Su loro, quindi, avrà un impatto maggiormente negativo la nuova struttura retributiva. Per AirOne, invece, la parte variabile è in media il 37% delle retribuzioni di copiloti e comandanti.

Nell'ultimo documento consegnato dall'amministratore unico Cai, Rocco Sabelli, ai sindacati confederali (i piloti di Anpac e Up non erano al tavolo), è previsto un trattamento mensile complessivo "non inferiore del 6-7% rispetto a quello vigente, a parità di ore volate". Ma con la retribuzione legata alle ore di volo effettive, con 75 ore mensili in cabina di comando – sotto il limite ministeriale delle 80 ore – i piloti di AirOne avranno un incremento salariale, mentre per Alitalia sono previste per alcuni penalizzazioni economiche, per altri aumenti (si veda la tabella in pagina). I piloti Alitalia attualmente percepiscono un'indennità di volo giornaliera, sta quindi all'azienda impiegarli fino al massimo consentito dalla normativa comunitaria, che sulla carta è 900 ore l'anno. Il volato medio annuo di Alitalia è di 560-600 ore (ma in alcuni settori nel 2007 le 900 ore sono state raggiunte a novembre), contro le 650 ore di AirOne. I piloti di Anpac e Up contestano il principio del "più voli più ti pago" temendo contraccolpi negativi sulla sicurezza.

Con il nuovo contratto Cai, inoltre, i giorni di ferie saranno 30 (che si incrementano di 1 giorno ogni 5 anni), contro gli attuali 38 giorni (31 per neoassunto) di AirOne e i 42 giorni di Alitalia, comprensivi del sabato e della domenica. Quanto ai riposi, nella Nuova Alitalia se ne prevedono 30 a trimestre, come per AirOne, contro i 33 di Alitalia. Fortemente ridimensionato il trattamento di malattia: i piloti avranno diritto alla conservazione del posto per 12 mesi. In Alitalia hanno diritto a conservare il posto se si ammalano fino a 24 mesi in 3 anni (per AirOne il limite è 1 anno distribuito su 36 mesi).

Ma a preoccupare maggiormente i piloti sono gli esuberi. Con il nuovo piano 2 piloti su 5 saranno di troppo: rispetto agli attuali 2.550 piloti (tra AirOne e Alitalia) ne resteranno 1.550. Maggiormente a rischio sono i comandanti di Alitalia, più anziani rispetto ai loro colleghi di AirOne – visto che la compagnia è stata fondata da Toto nel 1995 – e, quindi, più costosi. Ma per Alitalia il concetto di anzianità è molto relativo: a rischio esubero sono i piloti quarantacinquenni, che hanno iniziato a volare poco più che ventenni. Per molti di loro si profila la cassaintegrazione e la mobilità se tra 7 anni la somma tra età anagrafica e anzianità contributiva farà 83: andranno in pensione al minimo, se nel frattempo non avranno trovato un altro posto di lavoro.

Non a caso molti di loro hanno iniziato già ad informarsi sulle offerte delle compagnie asiatiche e mediorientali, le uniche che attualmente assumono. Ma sullo sfondo si gioca un'altra partita dagli effetti rilevanti: quella della rappresentanza della categoria. Il ruolo di Anpac e Up sarà fortemente ridimensionato con l'applicazione del contratto unitario. Le associazioni dei piloti saranno affiancate dai rappresentanti nelle Rsu dei 10.950 tra assistenti di volo e personale di terra, che in prevalenza fanno riferimento ai sindacati confederali.

 

CONFRONTO DEL SOLE 24 ORE SUL PIANO FENICE ED AIR-FRANCE:

Alitalia: perchè il piano Air France era migliore del piano Fenice

di Gianni Dragoni

Sabato 06 Settembre 2008

n nessun aspetto la proposta attribuita alla cordata di 16 investitori della Cai, guidati da Roberto Colaninno, già scalatore di Telecom Italia nel 1999 con i soldi della stessa società, migliora il progetto francese

È un confronto perdente, quello tra il piano Passera-Colaninno per la "nuova Alitalia" che è stato accolto con le fanfare dal Governo e l'offerta di acquisto presentata da Air France-Klm nei mesi scorsi, che fu affossata da Silvio Berlusconi in campagna elettorale e respinta dai sindacati.

In nessun aspetto la proposta attribuita alla cordata di 16 investitori della Cai, guidati da Roberto Colaninno, già scalatore di Telecom Italia nel 1999 con i soldi della stessa società, migliora il progetto francese. Anzi, numerosi appaiono i peggioramenti, per la compagnia e i lavoratori, per i consumatori, per i contribuenti, per creditori e azionisti.

Dalle informazioni disponibili si possono sollevare interrogativi che vanno ad aggiornare il decalogo pubblicato sul Sole 24 Ore il 25 luglio. Inoltre, non è comprensibile quali vantaggi rechi l'integrazione con AirOne, aviolinea privata in difficoltà che Intesa Sanpaolo ha voluto includere nella "nuova Alitalia".

1. I vantaggi dell'italianità

L'elemento da cui è partita l'opposizione politica e imprenditoriale al piano Spinetta era la mancanza di "italianità". Solo questa caratteristica – si disse – sarebbe stata una garanzia per i passeggeri nazionali, le imprese, il turismo, con il mantenimento di un maggior numero di voli intercontinentali e internazionali diretti. Ebbene, le destinazioni della "nuova Alitalia" saranno 65, inferiori alle 84 di Air France. Ci sarà una concentrazione sul mercato nazionale ed europeo (dove si perdono più soldi per l'attacco delle low cost), con pochi collegamenti intercontinentali. I voli a lungo raggio della nuova società oscillano, secondo i primi annunci, tra 13 e 16 destinazioni, contro le 15 previste da Jean-Cyril Spinetta all'inizio e destinate ad aumentare. Per i passeggeri italiani aumenterà la necessità di fare scalo a Parigi, Francoforte o Londra per voli lunghi.

2. Flotta ridimensionata

La riduzione di attività è inevitabile poiché il piano postula che la compagnia derivante dall'integrazione di Alitalia con Air One abbia circa 139 aerei, cioè 100 in meno delle 238 macchine impiegate dai due vettori. Spinetta prevedeva un'Alitalia con 137 velivoli, circa 40 in meno della sua flotta. I francesi inoltre prevedevano di aggiungere un aereo di lungo raggio all'anno dal 2010. Non si conoscono gli impegni di Colaninno in proposito.

Poiché Alitalia già ha 175 aerei, più della flotta giudicata necessaria dal nuovo piano, a cosa serve aggiungere AirOne, con i suoi 60 aeroplani? L'aviolinea privata ha ordini per 60 nuovi Airbus 320 che consumano meno dei vecchi Md80 Alitalia. Ma il canone di leasing su questi aerei è molto più alto che sugli altri.

3. Monopolio

L'unione di Alitalia con il principale concorrente annulla quasi tutta la concorrenza sui cieli nazionali. La nuova società avrà mano libera nell'alzare le tariffe, con un beneficio di alcune centinaia di milioni sui conti. Fa sorridere chi sostiene che la concorrenza arriverà dal treno: l'alta velocità, quando arriverà, potrà forse essere un'alternativa sulla Roma-Milano, non sulle altre tratte. L'italianità, insomma, sarà pagata cara dai consumatori.

4. Impegni finanziari

Air France-Klm si era impegnata a versare dentro Alitalia Spa – la società oggi commissariata – almeno un miliardo entro giugno 2008, accollandosi anche circa 1,4 miliardi di debiti finanziari netti che invece il nuovo piano lascia nella bad company. Di fatto, l'impegno di Air France era di 2,4 miliardi circa. E non ci sarebbe stata una bad company da scaricare sullo Stato o sui creditori/azionisti.

La Cai ha annunciato un impegno fino a un miliardo. Per ora, i suoi soci hanno versato 160mila euro. E nell'"information memorandum" del Progetto Fenice si legge che il nuovo capitale versato "per cassa" dai soci entro il 2008 sarà di 800 milioni, "soggetto al verificarsi di talune condizioni sospensive". È da chiarire quale sarà la somma effettiva, comunque inferiore al miliardo.

Quanto a AirOne, lo stesso documento dice che, attraverso un aumento riservato, conferirà "taluni rami aziendali per un controvalore pari a 300 milioni", che porteranno il capitale a 1,1 miliardi. AirOne non mette soldi. Quali siano i "rami aziendali" il documento non lo precisa. Certo non aerei, perché i suoi jet sono in leasing.

L'impegno degli investitori "italiani" è meno della metà dei francesi. Resta un buco di almeno 1,4 miliardi nella bad company: debiti che verranno pagati dallo Stato (si stima per un miliardo), dai creditori, dagli azionisti.

n nessun aspetto la proposta attribuita alla cordata di 16 investitori della Cai, guidati da Roberto Colaninno, già scalatore di Telecom Italia nel 1999 con i soldi della stessa società, migliora il progetto francese

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5. La valutazione di Alitalia

Si sostiene che la Cai ha fatto un'offerta di circa 300 milioni per comprare la parte buona di Alitalia, gli slot, il marchio, con gli aerei migliori. Un valore analogo viene attribuito ai conferimenti di AirOne. Non è giustificabile attribuire valori simili a società che non sono comparabili. Ed è risibile che la polpa buona della compagnia pubblica valga così poco. Alitalia possiede slot pregiati a Heathrow, Parigi, Francoforte, Duesseldorf, Madrid che valgono svariate centinaia di milioni. Ha un marchio noto nel mondo, una rete di vendita internazionale.

Perché il commissario Augusto Fantozzi non apre una procedura trasparente di vendita, dando anche ad altri (Air France o Lufthansa, ad esempio) il tempo di fare un'offerta? Dovrebbe essere suo interesse massimizzare il ricavato per creditori e azionisti.

6. Il valore di Air One

Il Progetto Fenice non spiega quale sia il beneficio portato da AirOne. La compagnia di Carlo Toto ha una rete sovrapposta ad Alitalia, gli aerei mezzi vuoti e perde soldi: nei primi sei mesi del 2008 il coefficiente di occupazione posti è del 56,8%, il più basso d'Europa tra le circa 30 compagnie dell'Aea (media 74,4%, Alitalia ha il 68,2%). I conti veri di AirOne sono quelli del consolidato di Ap Holding (ApH), la controllante creata a fine 2006 da Toto con una complessa manovra di rivalutazione patrimoniale. Nel 2007 il gruppo ApH ha perso 32 milioni, con un fatturato di 785 milioni. I debiti del gruppo a fine 2007 erano 900 milioni e sono cresciuti a 1,1 miliardi nei primi sei mesi quest'anno. In larga parte si tratta di debiti per acquisire i nuovi A320 che sono collocati in società irlandesi, date in pegno alle banche finanziatrici e affittati a AirOne.

Il Progetto Fenice suona come il salvataggio di AirOne e delle banche che l'hanno finanziata. Quali sono gli impegni e le banche esposte con Toto? Si sa di Unicredit, di Morgan Stanley, di sigle tedesche. Ci sarebbe più trasparenza se fosse fatta piena luce sulla reale esposizione verso Toto di Intesa.

7. Flotta e leasing

Alitalia ha 109 aerei in proprietà. La flotta era iscritta nel bilancio 2007, approvato anche dal ministero dell'Economia, per un valore di 1,98 miliardi di euro: è compresa o no la flotta nell'offerta da circa 300 milioni di Colaninno? Nel Progetto Fenice si legge che "la Newco acquisterà dalla vecchia Alitalia 43 aerei per 772 milioni, accollandosi debiti per 522 milioni". Sembrerebbe che questo impegno si aggiunga ai circa 300 milioni offerti per la compagnia. Non si tratta di una valutazione generosa: i debiti legati agli aerei (tra cui 6 Boeing 777 valutati 295 milioni, con 210 milioni di debito accollato) sono mutui per un'attività in funzionamento, allineati ai costi che si avrebbero con il leasing.

Nel Progetto Fenice si dice che "Nuova Alitalia non deterrà aerei in proprietà, tutta la flotta sarà gestita in leasing". Nessuna grande compagnia lo fa. Perché questa scelta? Forse per fare cassa vendendo gli aerei e ridurre il capitale versato dai soci? Toto sarà il fornitore privilegiato grazie ai suoi ordini per 60 A320 e realizzerà buoni guadagni con i canoni di leasing.

8. Esuberi

Il piano francese prevedeva 2.120 esuberi. Inoltre 3.300 lavoratori sarebbero rimasti in Az Servizi-Fintecna, con cinque anni di appalti garantiti. La "nuova Alitalia" ha detto che ha bisogno di 14.250 addetti, di cui 2.750 esterni. Poiché il gruppo Alitalia ha 18mila dipendenti e il gruppo AirOne 3mila, gli esuberi veri sono circa 7mila.

9. Risparmiatori intrappolati

La Consob ha sospeso azioni e bond Alitalia il 3 giugno, per evitare speculazioni. Così è stato impedito a soci e obbligazionisti di fuggire. Ora le azioni sono carta straccia.

10. Lock up e compensazioni

I 16 imprenditori intendono vendere tra cinque anni e non prima. Tuttavia il vincolo del lock up potrebbe essere aggirato con una ricapitalizzazione fatta da altri soci (per esempio Air France). Ci sono dubbi sugli interessi che hanno mosso i partecipanti alla cordata italiana, oltre alla possibilità di guadagnare rivendendo a un vettore europeo. Benetton e Gavio hanno già ottenuto dal Governo benefici con le nuove convenzioni autostradali.

 

 

 

I PRECEDENTI:

Alitalia, i sindacati: "Piano insufficiente, ma pronti a trattare"

a cura di Alberto Annicchiarico

28 marzo 2008

La proposta di AirFrance-Klm per l'acquisizione dell'Alitalia secondo i sindacati "è insufficiente, ma siamo pronti a trattare" per arrivare a un accordo. Hanno cercato di non sbattere la porta Filt-Cgil, la Fit-Cisl, la Uil trasporti, la Ugl trasporti, l'Sdl e le associazioni professionali dell'Unione piloti, Anpav e Avia, al termine della riunione intersindacale alla quale non ha partecipato l'Anpac (Associazione nazionale piloti aviazione commerciale), che aveva già messo una pietra tombale questa mattina sul piano del gruppo franco-olandese. "Per noi - ha tagliato corto Fabio Berti, presidente Anpac - è un capitolo finito, non ci stiamo". Quanto al possibile fallimento della compagnia italiana, secondo Berti si tratta di "uno scenario gravissimo, che avremmo voluto evitare a ogni costo", ma "siamo pronti ad affrontarlo".

Air France, peraltro, aveva sostenuto venerdì mattina sostiene fare di più, ha scritto il presidente Jean-Cyril Spinetta ai sindacati in una lettera che spiegava la nuova proposta di accordo quadro, accompagnata da un documento contenente la "visione strategica" del progetto di acquisizione del vettore tricolore. "Non possiamo andare oltre - ha precisato Spinetta - senza rimettere in discussione le fondamenta stesse del nostro progetto per Alitalia". Nonostante tutto la trattativa riparte, lunedì alle 11. Al tavolo tra azienda e sindacati. È prevista la partecipazione del presidente di AirFrance-Klm.

La nuova proposta franco-olandese è arrivata intorno a mezzanotte di giovedì alle nove sigle sindacati ed è articolata in tre differenti parti: nella prima il numero uno Spinetta ribadisce la bontà del progetto e le prospettive di sviluppo per Alitalia all'interno del gruppo franco-olandese; nella seconda viene illustrata nuovamente la strategia generale per la compagnia mentre nella terza, sempre secondo quanto si apprende, sono contenute le nuove proposte di merito. Il cda di Alitalia si riunisce oggi per concedere la proroga di sette-dieci giorni alla trattativa e la Consob controlla con molta attenzione l'andamento del titolo, sospeso in Borsa su un ribasso teorico del 23% (ore 10).

Lievi i ritocchi agli esuberi previsti nella precedente versione, con la cifra complessiva che resta di 2.120. I piloti in esubero operativo (un dato che comprende anche gli stagionali) passano a 420 dai 514 precedentemente previsti. È stato limato a 594 anche il numero degli assistenti di volo in esubero, dai 600 precedenti. Inoltre 4.191 lavoratori dell'handling e della manutenzione di Fiumicino sarebbero ricollocati in due "newco", per poi essere reinternalizzati in AzFly. Le due newco sarebbero destinate una all'handling, cui farebbero capo 1.881 dipendenti, e una seconda alla manutenzione, dove confluirebbero 2.310 addetti. Nei 4.191 dipendenti di Alitalia Servizi che verrebbero "reinternalizzati" ci sarebbero anche i 500 dipendenti considerati in esubero.

Il piano contempla un deciso ricambio generazionale all'interno dell'azienda: è previsto ad esempio che nel 2011 tutto il personale che avrà maturato i requisiti per potere essere avviato al pensionamento sia messo in mobilità, mentre al 2014 il personale che avrà maturato questi stessi requisiti sarà prima messo in cassa integrazione e quindi in mobilità.

La nuova proposta di AirFrance prevede poi la riduzione della flotta Alitalia con il taglio di 37 aerei passeggeri e 3 full cargo, settore che proseguirà l'attività fino al 2010 quando il servizio terminerà con il fermo degli altri due aeromobili. Nel trasporto passeggeri saranno subito tagliati 16 MD 80-82; 18 aeromobili regionali per il corto-medio raggio e 3 B767 per il lungo raggio.

"Allo stesso tempo - si legge nel documento - saranno effettuati investimenti al fine di preparare e anticipare la fase di rilancio e crescita. Saranno effettuati significativi investimenti per rinnovare gli interni delle cabine per offrire sedili, video e layout appropriati come quelli offerti da Air France-Klm, con l'obiettivo di ricostruire lôimmagine di Alitalia. In aggiunta, i servizi di bordo e di terra saranno migliorati".

Per il cargo, durante un periodo di transizione che inizierà subito nel 2008, la flotta operativa sarà ridotta da 5 a 3 velivoli MD11, operando su rotte che generino minori perdite. Nel 2010, inoltre, l'attività sarà chiusa. (aggiornato alle ore 16,30)

 

 

Alitalia-AirFrance: scelta dolorosa, ma senza alternativa

di Gianni Dragoni

27 marzo 2008

È probabilmente la prima volta nella sua storia che la sofferente Alitalia si trova di fronte a un piano di ristrutturazione credibile. La garanzia migliore è data dai risultati positivi di Air France-Klm e dall'incremento dei profitti sprigionato dal 2004, quando c'è stata la fusione tra le due compagnie. È un piano meno doloroso di tanti altri, per quanto ci sia il sacrificio di posti di lavoro. Ci sono 2.120 esuberi, pari al 12% dell'intero organico di circa 17.500 dipendenti, ripartiti tra Az Fly (10mila addetti) e la società Servizi (7.400), che furono divise con lo spezzatino deciso nel 2004 e realizzato l'anno successivo con il piano Cimoli, quando al Governo c'era Silvio Berlusconi.

Nessuno rimarrà per strada, ha detto Jean-Cyril Spinetta. Per chi non potrà accedere ai benefici del pensionamento, è prevista la cassa integrazione, la mobilità e un'integrazione salariale con il piano sociale di Air France. Questi strumenti garantiranno per sette anni il 100% dello stipendio a chi perderà il lavoro. Sembra che nessun piano di ristrutturazione applicato non solo all'Alitalia, ma anche in altre aziende italiane, abbia mai offerto questo trattamento. L'altro punto di incertezza riguarda i 3.209 lavoratori dell'Alitalia Servizi che non verranno assorbiti in Fly, tra i quali c'è l'Atitech di Napoli: per loro c'è l'impegno a garantire appalti, e quindi lavoro, per almeno otto anni.

Eppure probabilmente questo piano e questa offerta, l'unica proposta di acquisto vincolante presentata da quando, 15 mesi fa, Prodi e Padoa-Schioppa hanno dato il via alla privatizzazione, non sono sufficienti a vincere la resistenza dei sindacati. C'è soprattutto l'opposizione dei piloti, irrigiditi per i 507 esuberi, accentuati dalla chiusura del cargo e forse indispettiti dalle concessioni ottenute dai confederali, ai quali è stato accordato il salvataggio di un migliaio di lavoratori in più di Az Servizi trasferiti nella Fly.

L'altro capitolo doloroso è il ridimensionamento di Malpensa, sul quale Spinetta non è arretrato di un metro, per le ingenti perdite causate dal sistema di rete su Malpensa, circa 200 milioni all'anno. Il piano conferma che il gruppo delle tre compagnie avrà tre hub, Parigi, Amsterdam e Roma Fiumicino. Da Roma, appena le condizioni di mercato lo permetteranno, potranno essere riaperte le rotte verso Shanghai, Washington e Montreal. Milano è clasifficato come "importante gateway", una porta d'ingresso. Questo lascia scontenti molti imprenditori e politici del Nord, ma per Spinetta è un punto non soggetto a trattativa.

Con il piano Air France, Alitalia finisce in mani solide, ma dimagrisce a poco più di una compagnia regionale: la flotta passeggeri scende da 174 a 137 aerei (esclusa Volare), dei quali solo a 20 a lungo raggio. Lo sviluppo del lungo raggio riprenderà lentamente nel 2010, un aereo in più all'anno fino al 2018 (Boeing 777), "qualora le condizioni di mercato lo consentissero", avverte però Spinetta. Invece lo sviluppo della flotta a medio raggio (che perderà 16 Md80 e 18 aerei regionali tra Atr72 e Embraer) "sarà probabilmente inferiore a causa della crescente concorrenza dei vettori low cost e dell'alta velocità su rotaia", dicono i francesi.

Insomma, l'Alitalia deve diventare più piccola per diventare sana. È questa la prospettiva cui sono messi davanti i sindacati nella difficile trattativa che riprenderà lunedì 31 marzo. L'alternativa non è l'arrivo di un partner che offra condizioni migliori, non si scorgono veri pretendenti all'orizzonte, ma sarebbe il fallimento e quindi un ridimensionamento ancora maggiore dell'atività e dell'organico.

IL SOLE 24 ORE

"Per Alitalia un piano in tre mosse"

di Attilio Geroni

16 Dicembre 2007

Jean-Cyril Spinetta, presidente di Air France Klm, vuole riportare sul piano della razionalità economica la gara che vede il suo gruppo contrapposto ad Air One per la conquista di Alitalia. In questi giorni convulsi e ad elevata emotività, ha capito che parlare e comunicare fa bene e che il silenzio o anche un eccesso di riservatezza potrebbero essere fatali. L'occasione è l'incontro con un gruppo di giornalisti italiani al quartier generale della compagnia franco-olandese ai quali spiega alcuni dettagli (non molti ma fondamentali) e l'idea strategica che stanno dietro la lettera d'interesse per l'acquisizione di Alitalia.

L'operazione avverrebbe in tre tempi: innanzitutto un'offerta pubblica di scambio (come anticipato ieri dal "Sole 24 Ore") riservata a tutti gli azionisti e che permetterebbe al Tesoro italiano di diventare socio di minoranza; subito dopo un aumento di capitale nell'ordine dei 750 milioni di euro; infine il riacquisto dei bond convertibili emessi dalla compagnia italiana al loro valore nominale (l'Air One di Carlo Toto offre di riacquistarli con uno sconto del 50%). "Con tutto l'impegno e le risorse finanziarie che abbiamo deciso di investire in Alitalia è assurdo pensare che vogliamo farne una compagnia regionale. Andrebbe innanzitutto contro il nostro interesse", dice Spinetta, rispondendo alle critiche recenti dei sindacati, di alcuni politici ed esponenti dell'imprenditoria italiana. E per la prima volta dà una cifra sugli esuberi, che sulla base di quanto è stato già messo in opera nell'ambito del piano di ristrutturazione dell'a.d. di Alitalia, Maurizio Prato, alla fine di dicembre, dovrebbero essere 1.600-1.700 per il gruppo rispetto ai 2.700 e 1.100 di Air One su Air Fly e Az Servizi. Su questi numeri va però fatto un distinguo: nel caso Volare rientrasse nella transazione (Air France Klm vuole prima esaminarne a fondo la situazione legale) il saldo scenderebbe intorno ai 1.000 addetti, tenendo conto degli eventuali piani di assunzione previsti per la low cost italiana, la cui attività sarà coordinata con quelle di Transavia Holland e Transavia France. "Perché abbiamo scelto l'Ops? Certo non perché ci manca il cash, di quello anzi ne abbiamo in abbondanza, ma perché vogliamo dare un segnale forte sulla nostra volontà di integrare Alitalia nel gruppo e attraverso questa integrazione creare un leader di dimensione europea nel trasporto aereo".

Spinetta spiega che lo stesso schema venne utilizzato nella fusione con Klm. E ricorda come gli azionisti della compagnia olandese che aderirono al concambio siano stati ampiamente remunerati nella loro scelta: al luglio 2007 il valore di quanto avevano ricevuto nel 2004 era quadruplicato. In più, "Klm non solo non è sparita, ma ha mantenuto la propria identità e i propri diritti di traffico. Il marchio è importante, e non solo per questioni emotive, ma perché è un importantissimo asset economico, come nel caso di Alitalia". Su Malpensa non ci sono stati ripensamenti. L'hub italiano di un'eventuale integrazione a tre sarà Roma. "Una scelta naturale", sottolinea il numero uno di Air France Klm, dettata dalla semplice osservazione della cartina geografica e dal fatto che il traffico a Malpensa è di poco più di 20 milioni di passeggeri contro gli oltre 30 milioni di Roma: "Questa è la realtà. Non c'è nessuna ragione economica perché Paesi come la Francia e l'Italia debbano perseguire una strategia con doppio hub. Non almeno fino a quando il mercato non raggiungerà un'adeguata massa critica".

Spinetta ritiene "impensabile" che la compagnia di bandiera italiana continui a perdere ogni anno tra i 200 e i 300 milioni dalle sue operazioni su Malpensa. Significa che su questo fronte c'è parecchio lavoro da fare per migliorare la redditività e incrementare la quota della clientela business (high yield contribution nel gergo dell'industria aeronautica) che attualmente in Alitalia è meno della metà rispetto ai più grandi concorrenti europei. Gli orari dello scalo intercontinentale milanese vanno completamente ripensati, sostiene il manager francese, perché sulle rotte europee verso Londra, Parigi, Francoforte, l'ultimo volo Alitalia della sera trascorre la notte nell'aeroporto di destinazione e non torna a Milano prima delle 8,30: "Ciò significa che non si parte prima delle 9 e questo, per la clientela business, è un controsenso. Chi parte per una giornata di lavoro a Londra vuole decollare alle 7". Basteranno questi argomenti e la solidità finanziaria del colosso franco-olandese perché la bilancia delle decisione finale, attesa martedì 18 dicembre salvo sorprese della politica (il 20 ne dovrebbero parlare Sarkozy e Prodi a Roma), penda a suo favore? Spinetta in questa fase non vuole fare nemmeno professione di ottimismo: "Sono sereno", si limita a dire, ma con un sorriso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Edito in Proprio e Responsabile STUDIO TECNICO DALESSANDRO GIACOMO

Riferimaneti Leggi e Normative : Michele Dalessandro - Organizzazione, impaginazione grafica: Francesca Dalessandro

La controproposta. Tutta la notte fino alle sette del mattino negli uffici della Magliana. Poi una doccia e a mezzogiorno di nuovo negli uffici della Cgil trasporti a Roma in viale Morgagni. Le sei sigle, Cgil e gli autonomi (Anpac, Up, Anpav, Avia e Sdl) in rappresentanza di piloti e assistenti di terra e di volo, lavorano fino alle quattordici per trovare una risposta all'ultimatum di Colaninno ("Un sì o un no entro le 15 e 50"). Il verdetto non è nè un si nè un no. E' un foglio, una controproposta, una richiesta di trattativa che porta la firma dei sei segretari. Quattro i punti fondamentali. 1) "Massima disponibilità a trovare un accordo sui contratti di piloti, assistenti di volo e di terra certi di poter raggiungere gli obiettivi di produttività e flessibilità richiesta da Cai. 2) Sì alla revisione dei contratti "tale da consentire l'invarianza delle retribuzioni e un aumento della produttività". Sono già pronti conti e tabelle. 3) Il negoziato, "seppur in tempi brevissimi", deve però essere inserito e rispettare il quadro dei contratti nazionali relativi a ciascuna categoria. Nessuno pensi cioè di scardinare il sistema dei sindacati e delle associazioni di categoria che invece Cai non riconosce ("i piloti sono solo dipendenti come hostess e steward"). 4) Ok ai contratti collettivi di lavoro già applicati a Air France, Iberia e Lufthansa "decurtati per quello che serve" rispetto al previsto piano industriale. Si tratta di una disponibilità totale ma ad una trattativa vera e dove sindacati e dipendenti siano partecipi e condividano le scelte.

SONDAGGIO del Sole 24 Ore del Giorno 21/09/2008 ore 10,30 circa

Risultati di:

Alitalia

Risultati di:

Alitalia

Nel sondaggio proposto giovedì ai nostri navigatori sul futuro della compagnia, il 71% ritiene che Alitalia debba fallire. Salvo colpi di scena, dunque la vicenda è giunta al capolinea. Secondo te, di chi è la principale responsabilità?

- Del governo di centrosinistra che non ha chiuso in tempi ragionevoli con Air France

1%

- Del centrodestra che ha strumentalizzato la vicenda Alitalia in campagna elettorale

36%

- Del sindacato che ha tirato troppo la corda

39%

- Dei manager che si sono avvicendati alla guida della compagnia

6%

- Di tutta la classe politica degli ultimi decenni

17%

- Di nessuno: è la legge del mercato

1%

 

 

 

 

SONDAGGIO del Sole 24 Ore del Giorno 19/09/2008 ore 10,30 circa

Risultati di:

Alitalia

Nel sondaggio proposto giovedì ai nostri navigatori sul futuro della compagnia, il 71% ritiene che Alitalia debba fallire. Salvo colpi di scena, dunque la vicenda è giunta al capolinea. Secondo te, di chi è la principale responsabilità?

Del governo di centrosinistra che non ha chiuso in tempi ragionevoli con Air France

1%

ìDel centrodestra che ha strumentalizzato la vicenda Alitalia in campagna elettorale

34%

Del sindacato che ha tirato troppo la corda 40%

Dei manager che si sono avvicendati alla guida della compagnia 6%

Di tutta la classe politica degli ultimi decenni 18%

ìDi nessuno: è la legge del mercatoì 1%